L'estate "dentro"

La relazione o principio di vita

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Molte verità sono iscritte dentro di noi e talvolta basterebbe conoscersi un po’ di più per capire come ben vivere. Il fenomeno dell’apoptosi, per esempio, connota lo sviluppo del nostro Sistema Nervoso (e dunque della nostra esistenza). Nel suo complesso formarsi esso produce una gran quantità di neuroni che sono chiamati a migrare per formare le diverse strutture cerebrali. Tuttavia non tutti i neuroni che giungono a destinazione sopravvivono. Per vivere essi devono formare sinapsi, cioè connessioni. Chi non forma una connessione – circa il 50% – non riceve un segnale chimico di sopravvivenza, e va incontro a un processo di morte geneticamente determinata detta apoptosi.

Gli studiosi – perdonino questa rozza descrizione – si dividono sul fatto se tale apoptosi sia predisposta dall’economia biologica o meno. Questo però poco interessa in questa sede. È assolutamente fondamentale comprendere che i neuroni che non riescono ad «entrare in relazione» muoiono. Il principio di vita è la connessione, la relazione, il dialogo. L’autoreferezialità produce morte, perché smette di essere collegato con il sistema vita. Il Maestro di Nazaret lo aveva spiegato più volte. Innanzitutto in relazione alla Vita che è Dio. Ma anche alla vita tra gli uomini.

Ci chiediamo seriamente se lo scenario internazionale di oggi – nell’anno 2022 – non descriva un uomo che non ha ancora imparato a vivere. Un uomo che al posto di cercare mediazione e relazione, riproponga il principio chiuso dell’apoptosi. Principio che non incontra l’altro, non lo intercetta veramente, e rischia seriamente l’estinzione reciproca! Frutto di una logica di morte più che di vita.

Da sottoscrivere totalmente le lucidissime parole di papa Francesco che spesso ha ricordato che «la vera risposta [alla guerra] non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare».

A tutti oggi è più chiara l’esistenza di un mondo globalizzato, un mondo che sempre di più appare come un sistema vitale unico. Ove ogni parte senza l’altra rischia seriamente l’apoptosi. Possiamo permetterci questo…?

Proviamo a cominciare dal basso. Proviamo e riproviamo in ogni piccolo dove – il nostro dove – ad adottare dialogo. Chissà che questo dialogo non sia contagioso. E trasmetta. E colleghi. E produca…. vita..

Emmanuel Albano

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