L'estate "dentro"

La misura di ogni cosa

0

La più sconvolgente scoperta scientifica dello scorso secolo è stata descritta da Albert Einstein sotto il nome di Teoria della relatività. Secondo questa il tempo scorre diversamente a seconda della posizione di un corpo, in relazione alla prossimità ad un oggetto massivo, e alla sua velocità. Il che implica l’interdipendenza dell’oggetto dal suo campo gravitazionale.

 

Non molto tempo più tardi la filosofia raggiungeva una consapevolezza analoga postulando una sostanziale variabilità della “percezione” dell’intensità dei vissuti – processi – di coscienza. Tale intensità influenza il modo di come viviamo – percepiamo – il tempo. Il filosofo francese Henri Bergson definiva questa dinamica «durata»: «al di fuor di me, nello spazio, c’è un’unica posizione della lancetta e del pendolo, perché delle posizioni passate non resta nulla. Dentro di me si svolge un processo di organizzazione e di mutua compenetrazione di fatti di coscienza, che costituisce la vera durata» (Id., Saggio sui dati immediati della coscienza). E così può accadere che nella nostra vita ci siano giornate che passano in un attimo e minuti che durano un’eternità.

 

Più recentemente la scienza psicologica ha riconosciuto nella Construal Level Theory che la vicinanza o lontananza psicologica che un soggetto ha rispetto a un evento, una valutazione o una persona variano rispetto alla collocazione temporale degli stessi. In parole semplici si riscontra la tendenza psicologica a dare più valore ai risultati immediati piuttosto che ai risultati più lontani. Lo spostamento dell’evento in una temporalità più lontana modifica il modo – nei fattori cognitivi ed emotivi – con il quale ci si rapporta allo stesso. Con effetti sulle valutazioni, decisioni, relazioni.

 

La fisica, la filosofia e la psicologia – e magari altre discipline – convergono verso la consapevolezza che la vita delle persone non può essere «misurata» dallo standard di eventi oggettivi validi per tutti. Ma che gli stessi eventi possono essere vissuti da ciascuno in modo diverso. E che il medesimo vissuto può «durare» in maniera assai variabile. «Io dormo, ma il mio cuore scaccia il sonno» (Ct 5,2) afferma l’amata del Cantico in un ossimoro che svela il segreto della «durata», e che il Poeta cantava legge cosmica dell’Universo interno: «l’amor che move il sole e l’altre stelle».

Emmanuel Albano

You may also like

Comments

Comments are closed.