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Antonio Vasile: Aeroporti di Puglia pronti alla svolta

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Aeroporti di Puglia

Aeroporti di Puglia ha raddoppiato il fatturato ed è diventata un’azienda con 400 dipendenti distribuiti su quattro aeroporti. E si prepara alla grande rivoluzione del trasporto aereo

Se gli ultimi 10 anni sono serviti a trasformare Aeroporti di Puglia da carrozzone che appesantiva i bilanci della Regione ad azienda capace di stare sul mercato, i prossimi 10 anni saranno importantissimi per stabilire se AdP potrà continuare ad essere una pedina essenziale per lo sviluppo economico della Puglia. È anche per questo motivo che il presidente Antonio Maria Vasile sta prestando particolare attenzione alla promozione del Piano di Sviluppo 2023-2028 a tutti gli stakeholders del territorio, che in fin dei conti sono tutti i pugliesi: istituzioni, amministrazioni locali, imprese, singoli cittadini. Perché, come dice lo stesso Vasile, «questa è una società pubblica che ha come azionista non la Regione ma quattro milioni di cittadini pugliesi».

È un piano ambizioso, che prevede investimenti per 240 milioni di euro e punta allo sviluppo degli aeroporti, all’aumento di rotte e passeggeri ma soprattutto a nuove fette di mercato finora inesplorate. Tra le rotte da sviluppare ci sono anche quelle con i nostri dirimpettai, inclusi Grecia e Albania, nostri diretti competitor sul fronte turistico. «Qualcuno dice che così facendo agevoliamo i concorrenti, ma è una visione limitata: se non ci fossero quelle rotte non agevoleremmo le nostre imprese. Internazionalizzare vuol dire offrire un prodotto che serve a tutti. E poi bisogna tener conto della crescita culturale dei cittadini che vanno all’estero, vedono piazze e mercati e quando tornano a casa chiedono di avere le stesse cose anche nelle loro città».

Ma le polemiche su certi fronti sono sempre di casa. Forse è proprio per questo che la comunicazione diventa essenziale.

«E infatti ci apprestiamo ad una road map di presentazione del nostro piano industriale a tutti i sindaci e ai cittadini pugliesi. Vogliamo far capire la qualità del servizio che cerchiamo di offrire: non capisco chi si lamenta di 15 minuti di attesa per i controlli di frontiera a Bari e poi ritiene normale un’ora di controlli a New York».

Aeroporti di Puglia antonio vasile

Ci sono novità in arrivo anche sul fronte delle compagnie low-cost, che beneficiano di sostanziosi “incentivi” perché sono indispensabili a generare traffico: «Stiamo per siglare il più importante contratto della storia con i vettori low-cost, perché dobbiamo garantire al sistema turistico di avere rotte stabili per un determinato numero di anni: se sei un imprenditore turistico devi avere queste certezze e sapere da dove verranno i clienti e quindi dove andare a fare promozione. E non bisogna mai dimenticare che per ogni euro che investiamo in un vettore low-cost al sistema tornano dai 28 ai 35 euro. Non credo ci siano altri settori con una tale redditività».

Poi Vasile scende ad esaminare i vari territori, a cominciare da quello foggiano, dove i numeri registrati dallo scalo aperto qualche mese fa stanno generando i primi mugugni: «Intanto bisogna dire che l’aeroporto di Foggia ha avuto una autorizzazione Sieg (Servizio di interesse economico generale) mai rilasciata dall’Ue. E che si tratta di una startup di 10 anni, periodo necessario per infrastrutturarsi rispetto ad un territorio con grandi complessità rispetto ai collegamenti. Poi non ci concentriamo solo sul traffico passeggeri. È la base nazionale della Protezione civile. È a pochi minuti di volo dai Paesi che stanno di fronte a noi. L’Italia ha una delle più grandi flotte di Canadair e aerei simili che fanno manutenzione, formazione, rifornimento di carburante, dunque quello scalo non sta mai fermo ed ha grandi potenzialità». Così come quello di Grottaglie, dove sono in corso sperimentazioni futuristiche: «Nel 2018 lo scalo tarantino ha avuto l’autorizzazione ad essere spazioporto nazionale. Molti Paesi stranieri sono già venuti a vedere la  struttura. Ha una base della Marina militare all’interno e diventerà un centro per il desmantling di aerei a fine vita. A Grottaglie gli aerei saranno demoliti e i materiali saranno recuperati al 97%. I loro motori saranno ricertificati e venduti nel mondo. Dando ad ogni aeroporto una caratteristica specifica, anche litigando con i territori, il sistema aeroportuale ed economico pugliese
diventa più forte».

Bari e Brindisi continueranno ad essere commerciali e saranno raddoppiati in termini di infrastruttura, perché entrambi sono in overbooking e lavorano alla massima capacità operativa.

Aeroporti di Puglia antonio vasile

Per quel che riguarda rotte e traffici, «il nostro primo cliente resta la Francia. Prima della guerra andavamo benissimo con la Russia e il nostro best performer era diventata l’Ucraina. Senza la guerra forse saremmo arrivati a 12-12 milioni di passeggeri. Per la chiesa ortodossa Bari è una sorta di Città Santa, e continuo a pensare che il potenziale di San Nicola non abbia ancora raggiunto il suo apice. I russi oggi arrivano a Bari via Istanbul, ma quando finirà la guerra e si riapriranno i voli diretti, si apriranno altre grandi opportunità. Intanto guardiamo con attenzione al Nord Africa, continueremo ad investire su Israele ed Emirati Arabi (nel periodo invernale) e spingiamo fortissimo sul Nord Europa, come già accaduto quest’anno con Aer Lingus: Copenhaghen, Stoccolma, Edimburgo, Oslo e Billund sono novità assolute e continueremo ad insistere lì perché sono mercati alto spendenti».

Anche se l’attenzione più grande in questo momento è rivolta al mercato delle merci, in particolare ad avviare collaborazioni e dunque nuovi voli per il comparto agroalimentare e ittico, che finora hanno utilizzato altri scali (soprattutto Malpensa) per importare o esportare i propri prodotti: «Non siamo più concentrati sul fattore turistico, che ormai è consolidato, viaggia da solo ed ha un suo sistema di promozione. Stiamo concentrati su altro: sull’utilizzo delle stive degli aeromobili per trasportare i prodotti pugliesi».

L’impressione è che il periodo nero sia alle spalle e si possa pensare in grande per il futuro. «Il periodo tra il 2017 e il 2019 è stato lacrime e sangue, poi è arrivata la pandemia, ma questa società ha avuto una resilienza pazzesca. Abbiamo dimostrato di avere uno straordinario management nelle nostre sette divisioni e in particolare nel settore commerciale. I capitali finanziari stanno mostrando interesse al nostro piano industriale e questo ci consente di essere fiduciosi».

Il futuro porterà nuove sfide e nuovi concorrenti: «Il vero nostro competitor
tra dieci anni sarà l’alta velocità. La Francia sta già eliminando le tratte sotto i 250 km e magari tra qualche anno in Italia non ci saranno voli nazionali. Dunque dobbiamo pensare al trasporto alternativo. Andiamo verso i droni che trasportano persone, magari lo faranno per portare i turisti da Bari a Polignano, dunque dovremo avere delle elisuperfici. Tutto ciò lo abbiamo già visto a Grottaglie con i nostri occhi, dove ci sono società che stanno testando questi mezzi di trasporto».

Nel 2016 Aeroporti di Puglia fatturava 60 milioni di euro, ora ne fattura 120. Il bilancio 2022 si è chiuso con una perdita di 6 milioni, ma si può tornare all’utile implementando ancor di più i servizi offerti. «Siamo in una nuova fase. Vogliamo trasformare i nostri aeroporti in un ipermercato dove si può acquistare qualsiasi cosa: il biglietto come il panino. Come mi ha detto un giorno Massimo Bray, l’ex assessore al Turismo, “siamo il primo posto che un
turista vede e anche l’ultimo”. Dunque se i nostri servizi sono efficienti lasciamo un bel biglietto da visita».

di Fabio Mollica

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