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Yakkyofy e Giovanni Conforti: il marketplace punta alla Borsa

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Yakkyofy

Yakkyofy è l’app, creata dall’imprenditore barese Giovanni Conforti, che permette di vendere prodotti importati dalla Cina senza acquistarli prima e dunque senza sostenere costi di magazzino e personale. Il funzionamento è semplice. Fatturati ed ebitda sono in crescita. E se la quotazione sarà buona…

Ancora poco conosciuto in Puglia ma già utilizzato in Italia e all’estero. È Yakkyofy.com, il sito web della Yakkyo S.p.A., una Pmi innovativa costituita nel 2016 a Roma dall’idea imprenditoriale del barese Giovanni Conforti e della taiwanese Carol Hsiao, che fornisce un utilissimo ed efficace servizio di reperimento, acquisto e spedizione di prodotti dalla Cina. Ad oggi Yakkyo è l’unica società europea che si occupa di sviluppare soluzioni software integrate per il processo di dropshipping e vendita wholesale di prodotti di terzi. Negli anni la società ha costruito importanti relazioni con fornitori operanti in Cina e player internazionali della logistica, poi formalizzati in accordi di collaborazione che rappresentano un vantaggio competitivo non indifferente. Tra i principali clienti di Yakkyo figurano importanti rivenditori e-commerce, oltre a brand dei settori della moda, delle tecnologie e dei servizi.

L’obiettivo è quello di semplificare il processo di acquisto e spedizione di prodotti provenienti dalla Cina, per permettere ai propri clienti di concentrarsi solo sulla vendita e le attività di marketing, e senza avere costi di magazzino, perché la logistica è completamente esternalizzata.

«Abbiamo già spedito dalla Cina in oltre 100 nazioni», spiega Conforti: «I nostri mercati di riferimento sono soprattutto i paesi anglofoni, l’Italia al momento pesa un po’ poco sul nostro business, anche perché qui da noi l’ecommerce e il dropshipping hanno avuto un boom soltanto durante la pandemia».

Come si è materializzato Yakkyofy?

«Abbiamo realizzato il software che automatizza il flusso, ci siamo appoggiati ad ecommerce basati su Shopify, quindi abbiamo sviluppato l’app Yakkyofy. Scaricandola il cliente può chiederci una o più quotazioni su un determinato
prodotto, basta una foto e noi in base a quella ricerchiamo quel prodotto su un database di 14 milioni di prodotti, e se non ce lo abbiamo appoggiamo ad altri database cinesi. Una volta trovato il prodotto, forniamo le tariffe di prezzo e spedizione in ogni nazione del mondo».

Dunque vi rivolgete alle aziende, siete un B2B?

«In realtà, per essere più precisi, siamo un B2B2C, perché spediamo direttamente all’utente finale, quindi abbiamo a che fare sia con chi vende che con chi compra».

Yakkyofy giovanni conforti

Ma non intervenite sul prezzo di vendita.

«No. È il cliente che mette in vendita i prodotti sul suo sito web, noi spesso non conosciamo nemmeno il prezzo che decide di fissare. Lui inizia a fare le sue sponsorizzate, la maggior parte dei nostri clienti italiani per l’80% utilizza Facebook mentre negli Stati Uniti sta crescendo molto Tik Tok. E da lì si innesca il processo di acquisto. Nel momento in cui il cliente decide ci comprare e clicca, Shopify concretizza il pagamento: il sito di ecommerce e noi riceviamo in tempo reale l’ordine. Il sistema invia la conferma d’ordine e parte la spedizione. Dunque non siamo noi a vendere i prodotti».

Quali difficoltà avete dovuto affrontare?

«La difficoltà sta nella supply chain che è veramente lunga, perché dobbiamo trovare il prodotto, assicurarci che il fornitore sia affidabile, e di solito ne cerchiamo tre per ogni prodotto, per evitare che ci possa essere indisponibilità dello stesso in caso di grande richiesta».

Chi sono i vostri competitor?

«Siamo l’unica società in Europa a fare questo, i nostri concorrenti sono solo cinesi. E siamo i primi ad aver utilizzato l’Intelligenza artificiale per realizzare diversi tool pensati per risolvere le problematiche del dropshipping. Sulla nostra piattaforma abbiamo già investito due milioni e mezzo di euro. Abbiamo 16 collaboratori tra Bari e Roma, uno in Kossovo, 8 in Albania e 15 in Cina. Il team asiatico è gestito dalla mia socia».

Come trovate i clienti?

«Partecipiamo ad eventi del mondo digitale e del marketing. Poi facciamo le nostre campagne, principalmente su Facebook. Ma la maggior parte dei clienti li acquisiamo con il passaparola».

Siete un mezzo per fare soldi facili?

«Quelli sono quelli che io chiamo i “wannabe”, gente che pensa di potersene stare tranquillamente al mare e i soldi gli cadono in testa, ma non è mai così, ogni business ha bisogno di cura e di essere seguito. È ovvio che il nostro servizio crea tanto interesse e curiosità».

Quali sono i prodotti più ricercati?

«Le categorie che tirano di più sono quelle del fai da te, tutto ciò che riguarda
il bricolage, poi i piccoli elettrodomestici, articoli per animali, abbigliamento, orologi, bigiotteria. Per scelta non trattiamo cibo, prodotti chimici, e prodotti di marca, questi ultimi perché sarebbero contraffatti».

I numeri vi danno ragione.

«Nel 2019 abbiamo fatturato 1.9 milioni, nel 2020 poco più di nove milioni, nel 2021 qualcosina in meno di 9 e nel 2022 abbiamo chiuso con 6.5 milioni di fatturato e 1 milione di ebitda, ma introducendo i piani a pagamento quest’ultima è salita dal 12 al 15%».

Che obiettivi vi siete dati?

«Abbiamo avviato il percorso per la quotazione in Borsa, che avverrà solo se la
quotazione sarà in linea con le nostre aspettative. La società è liquida e non vogliamo svenderci. E poi miriamo ad una maggiore visibilità sui mercati internazionali».

yakkyofy.com

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