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GAME CHANGERS – DOMENICO PAULICELLI

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Domenico Paulicelli

Luminarie e Design con Paulicelli.

Paulicelli è un’azienda storica di produzione ed allestimento di luminarie che realizza impianti d’illuminazione artistica a Bari e nel mondo. L’azienda oggi, alla sua terza generazione, esporta dal 1920 l’arte delle luminarie nel segno della più antica tradizione artigiana pugliese con la mission di suscitare lo stupore di tutti attraverso la luce. Oggi, l’arte delle luminarie senza tempo, continua grazie al lavoro di Domenico, di sua moglie Francesca e di tutto il team. Questa squadra, ancora unita dallo stesso incanto, porta la bellezza e l’unicità del Light Design e dell’antica tradizione di famiglia in moltissimi luoghi del mondo, continuando ad emozionare intere famiglie e generazioni.

Ultimo fatturato: 1,4 Milioni – Dipendenti: 23

“Ho sempre fatto qualcosa che non ero abbastanza pronto a fare”

A che ora inizia a lavorare?

Mi piacerebbe dire che inizio la giornata lavorativa alle 8 del mattino, con un bel caffè nel mio ufficio. Ma il mio non è un lavoro d’ufficio. I nostri cantieri possono arrivare in qualunque parte del mondo e i miei orari cambiano in base al fuso orario del posto. Molto spesso quando illuminiamo paesi oltreoceano, mentre tutti dormono, io sono al telefono o in videochiamata per gestire e coordinare i lavori e le consegne.

A che ora stacca?

L’azienda chiude alle 17, io stacco alle 19 perché, dopo che sono andati via tutti, mi piace camminare nella produzione, cercare ispirazione per nuove idee e progetti e fare tra me e me il resoconto della giornata. Questo mi aiuta a capire dove stiamo andando e dove ancora possiamo arrivare. La mia azienda, i miei dipendenti, i miei clienti sono la mia famiglia. Per cui loro sanno che nel momento del bisogno possono contare su di me e chiamarmi a qualunque ora del giorno e della notte.

Meglio un master o l’esperienza sul campo?

Secondo il mio percorso la formazione è importante ma fare esperienza sul campo è fondamentale. Io ho iniziato a fare esperienza sul campo sin da piccolo. Quando mio padre mi prendeva per mano e mi mostrava con orgoglio il lavoro della sua azienda. Ricordo che mentre ero incantato dalla magnificenza delle sue luminarie, assorbivo lentamente i valori, la cultura e la tradizione della nostra realtà aziendale.

Con che stile dirige la sua azienda?

Con equilibrio e grinta. I nostri cantieri sono tanti e sparsi in diverse parti del mondo. Questo implica entrare in contatto con culture, storie e sistemi burocratici differenti dai nostri. Coordinare il lavoro fuori dalla propria regione, rapportarsi anche ad altre tradizioni richiede equilibrio. Inoltre, entriamo in contatto con tante persone, con caratteri, culture, educazioni dissimili da noi. Anche per mantenere questi rapporti occorre equilibrio. Inoltre, per guardare oltre i propri limiti, per abbandonare la propria comfort zone e raggiungere nuovi orizzonti, ci vuole grinta.

Qual è il suo motto?

Ho sempre fatto qualcosa che non ero abbastanza pronto a fare. Penso che sia così che si cresce. Quando c’è quel momento in cui esclami: “Wow, non sono proprio sicuro di poterlo fare”, e tu superi quel momento, è allora che vivi una vera svolta (Marissa Mayer).

Qual è la parola in cui più si identifica?

Visionario. Sarebbe stato facile e sicuramente più comodo per me se avessi seguito le orme dei miei predecessori, continuando a progettare luminarie nell’ambito delle feste patronali. Invece ho voluto osare, ho voluto guardare al di là del lavoro già svolto. Dove qualcuno vedeva solo lampadine colorate e strutture in legno, io ho visto l’arte, l’innovazione, una futura visione che non era stata ancora scritta. Ad esempio, ho portato le luminarie in un contesto insolito fino a qualche anno fa: i matrimoni di lusso e le scenografie cinematografiche.

In cosa pensa di essere stato innovativo?

Una delle nostre più importanti innovazioni è stata portare la figura della donna nel nostro organico, in un contesto da sempre maschile. Abbiamo scelto collaboratrici donne non solo per i nostri uffici ma anche per la produzione, dove abbiamo voluto portare la precisione e la meticolosità, qualità tipiche della donna. Con la nostra scelta abbiamo voluto dimostrare che questo lavoro è anche femminile.

Quando ha capito che la sua idea imprenditoriale stava funzionando?

Quando il mondo si è fermato per via della pandemia di Covid, quando diverse realtà sono state costrette a chiudere, noi abbiamo deciso di cambiare sede e di continuare con la nostra produzione. E abbiamo fatto bene, perché siamo stati contattati per far apparire le nostre luminarie in una docuserie di successo e, subito dopo, abbiamo ripreso a illuminare il Natale esportando un albero di luminarie totalmente personalizzato per un grosso centro commerciale del Cile.

La chiave del suo successo?

Uno degli aspetti più belli del mio lavoro è che abbiamo la fortuna di essere contaminati da altre culture. Così come un prodotto tipico della tradizione pugliese varca i confini regionali e si fa conoscere da altre realtà, viceversa noi andando in tutto il mondo con le nostre produzioni abbiamo potuto farci ispirare dagli altri Paesi. Abbiamo superato il concetto tradizionale di luminaria e lo abbiamo portato ad un livello successivo che è quello di arte intesa come mix di elementi, tradizioni, storie diverse dalle nostre.

Ha mai fallito un obiettivo (o chiuso un’azienda)? Cosa le ha insegnato il fallimento?

La mia esperienza mi ha insegnato che è sì importante avere ambizioni, ma è anche fondamentale essere capaci di capire qual è quella vincente e dedicarsi ad essa anima e corpo, sapendo valutare e individuare i tempi giusti d’azione. Non è sempre il momento giusto per agire. Alle volte bisogna anche fermarsi e aspettare.

Di chi si fida, a chi chiede consigli?

Mia moglie, Francesca Di Done, nonché Event manager e Ceo dell’azienda. Lei è la mia forza, il mio supporto, la mia grande sostenitrice nella vita e nel lavoro.

luminarie Paulicelli

Qual è la parte più difficile del suo lavoro?

Nel mio lavoro c’è un limite: il tempo. Quando da noi in Italia è notte e tutto si ferma, da qualche parte invece sono le 10 del mattino e la giornata scorre. Lavorando spesso in giro per il mondo, seguendo anche progetti distanti migliaia di chilometri, non sempre ho il tempo di seguire tutto come vorrei. Per fortuna ho9 piena fiducia nei miei collaboratori che con la loro professionalità riescono a portare a termine ogni progetto nel migliore dei modi.

Quanto contano i mercati internazionali per la sua azienda? Come si occupa dell’export?

Per Paulicelli i mercati internazionali sono importantissimi. Abbiamo portato i nostri allestimenti negli Stati Uniti, a Santiago del Cile, a Tripoli in Libia, a Tirana in Albania, a Istanbul in Turchia, a El Gouna in Egitto, ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi, a Mosca in Russia, a Manila nelle Filippine, in Cina, a Chungju in Corea del Sud, a Kobe in Giappone. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il mio ufficio commerciale interno con cui lavoro a stretto contatto sulle esportazioni.

Fa bene un suo dipendente a non essere d’accordo con lei?

Certo. Nel rapporto con i miei dipendenti cerco sempre il confronto. Parlare con gli altri è per me motivo di crescita e fonte di grande ispirazione. Se sto sbagliando strada voglio che le persone che mi circondano me lo facciano notare.

La sua azienda supporta la comunità locale? Come?

L’iconicità di Paulicelli deve molto alla comunità locale. Le nostre strutture luminose nacquero 100 anni fa proprio per impreziosire le feste patronali del nostro territorio, a partire dalla Festa di San Nicola di Bari, tanto cara a mio padre. Tant’è che quando ha deciso di passarmi la gestione dell’azienda si è raccomandato che io continuassi a seguire con rispetto e professione il suo allestimento. Se abbiamo fatto tanta strada è grazie alla fiducia che in questo secolo la comunità locale ha dato alle nostre luminarie.

Luminarie Paulicelli

Ha mai diversificato gli investimenti puntando su altri settori economici?

Con il nostro ultimo progetto, Paulicelli Collection, abbiamo deciso di puntare sul settore dell’arredamento artigianale Made in Italy, realizzando lampade di design che nascono dall’incontro tra tradizione e innovazione. Di fatto con questo progetto entriamo nell’ambito dell’Interior design.

Come usa il web e i social per far crescere la sua azienda?

Ci siamo affidati alla professionalità di una agenzia di comunicazione specializzata che ci dà un grande supporto nella gestione e nell’investimento dei social. Attraverso i nostri account parliamo dei nostri progetti ed eventi, raccontiamo la nostra storia e cerchiamo di farci conoscere da clienti e potenziali tali. Abbiamo un sito che racconta chi siamo e da poco abbiamo lanciato in contemporanea altri due siti: uno dedicato totalmente al Natale e un secondo sul nostro nuovo progetto Paulicelli Collection.

luminarie Paulicelli

Com’è cambiato, negli ultimi 10 anni, il settore in cui opera? E secondo lei cosa potrebbe cambiare ancora?

Negli ultimi 10 anni è cambiata la visione della luminaria. Essa viene vista non più soltanto come simbolo religioso ma anche come elemento di design. Attraverso le nostre strutture e luci noi creiamo delle vere e proprie forme d’arte che si arricchiscono di magia e spettacolo.

Cosa migliorerebbe della sua azienda?

Paulicelli è un’azienda storica che ha basato per decenni il suo operato sulla tradizione artigianale pugliese. La mia aspirazione è guardare al futuro con gli occhi dell’innovazione senza perdere mai di vista la tradizione che ci ha resi quello che siamo. Ed è un po’ quello che stiamo facendo con la linea Paulicelli Collection.

Qual è il suo sogno nel cassetto?

Con le nostre luminarie abbiamo allestito molte città sparse in tutto il mondo. Il mio sogno nel cassetto è di aprire diverse filiali in quelle città e non solo. Per poter essere operativi e disponibili in qualunque momento.

I suoi figli porteranno avanti l’azienda?

Paulicelli è un’azienda tramandata da padre in figlio. Vorrei che questa tradizione continuasse, per questo cercherò sempre di trasmettere ai miei figli il valore e i ricordi che mio padre e, prima di lui mio nonno, hanno costruito. Però so bene che il futuro non si può prevedere e che tutto può succedere. Se vorranno intraprendere altre strade sarò comunque fiero di loro.

Ha mai investito in una startup creata da giovani imprenditori? Lo farebbe? A quali condizioni?

Non ho mai investito in una startup. Ma mi piacerebbe e probabilmente un giorno lo farò.

Dia un consiglio a un giovane che decide di avviare una sua azienda.

Per avviare un’azienda occorre avere una visione ben precisa di quello che si vuole fare. Prima di iniziare è importante definire vision e mission dell’azienda che si ha in mente. Bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco, di affrontare il rischio e di rispondere in modo intelligente alle difficoltà che inevitabilmente si incontreranno durante il percorso. Inoltre, occorre saper controllare le proprie emozioni, perché è vero che in parte è anche grazie a loro se si ottengono dei buoni risultati, ma è anche vero che l’eccessiva emotività può portarci a commettere degli errori. Affinché tutto funzioni, ci vuole equilibrio e controllo logico di tutti gli ingredienti che rendono il nostro progetto appetibile.

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