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Vitantonio Colucci: la lezione del barone

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Vitantonio Colucci plastic puglia

Vitantonio Colucci, fondatore del gruppo Plastic Puglia, ha molto da insegnare. Su imprenditorialità, welfare, rapporti umani

Barba nerissima e folta, fisico possente, voce ridondante. Solo a vederlo, il barone Vitantonio Colucci, 85 anni portati benissimo, ispira una grande curiosità di conoscerlo meglio. Quando poi inizia a parlare e raccontare la sua vita e i suoi trascorsi imprenditoriali, capisci di avere di fronte un personaggio che merita di essere conosciuto.

Nasce “povero”, figlio di un coltivatore diretto. Vive con quello che gli basta, malgrado abbia costruito un impero che va sotto il nome di Plastic Puglia, figlio di un’intuizione e di tanto lavoro e sacrifici. Ha scritto quattro libri. Il primo, nel ’98, aveva un titolo non proprio autobiografico: “Economia di uno sviluppo inesistente”.

Difficile intervistarlo. Le risposte diventano piccoli monologhi, mai banali, mai noiosi, spesso arricchiti da qualche perla: «Coraggio, esperienza, sicurezza, padronanza di se stesso, vederci chiaro. Sono tutte caratteristiche che fanno l’uomo manager». Racconta se stesso ed è come ascoltare la storia di un territorio, la trasformazione della Puglia e del mondo. Ogni tanto si trasforma pure lui, lascia le vesti dell’intervistato e passa a condurre l’interrogatorio. «Nella vita c’è da aspettarsi di tutto». E in effetti. «Già da piccolo pensavo di lavorare per crescere, mi piaceva l’idea di progredire socialmente e personalmente. Sentivo di avere l’attitudine al comando».

Vitantonio Colucci plastic puglia

Parla e racconta un’era che sembra preistoria. «Papà mi fece il libretto del lavoro a 12 anni. Le mie prime esperienze furono in campagna con lui. Già quando avevo 7-8 anni mi portava con se per far vedere come curava gli animali malati. La curiosità mi ha portato ad imparare i lavori della terra, come potare le piante, effetuare le semine, concimare, coltivare. Facevo scuola e lavoro, anche se all’epoca più che di lavoro si trattava ancora di curiosità di vedere come si lavorava».

Si tuffa in mare per scopi benefici e per soddisfazione personale (vuoi mettere, nuotare per 4 chilometri a 85 anni!). «Ho imparato a nuotare da solo, all’età di 8 anni, a maggio, perché tutti i miei compagni già sapevano farlo e io no. Così uscivo dalla scuola e andavo a mare. In una settimana ho imparato. Tornavo a casa con le mutande bagnate».

In mare ci finisce anche in altro modo. Imbarcato. Poi, come spesso accade, un incontro modifica quello che sembrava essere il suo destino. «Avevo già fatto 10 anni di navigazione. Sbarcai per fare un po’ di ferie. Incontrai la moglie di un mio professore, Francesco Sangilardi, che lavorava il pvc e aveva iniziato a sviluppare idee sull’utilizzo delle materie plastiche. Tra me e lui era rimasta una grande stima e un grande affetto. La signora mi disse che il professore era morto. Le chiesi se potevo incontrarla nuovamente per sentire cosa fosse accaduto. Mi raccontò che con la morte del marito i creditori si erano tutti presentati e i debitori erano scomparsi: si trovava in una grave situazione di disagio e passività economica. Io dovevo tornare a navigare perché volevo comprare un appartamento. Lei mi disse che aveva due gemelli da crescere, così iniziai ad aiutarli, salvammo l’azienda, la Tecno Plast Sangilardi, e la casa. Poi continuai in proprio il lavoro, affittando il locale della signora».

Nel 1967 fonda Plastic Puglia

Vitantonio Colucci plastic puglia

Ha 29 anni. Inizia con le tendine antimosche, le guarnizioni per infissi e i tubi flessibili in pvc. Dopo 3 anni, nel ’70, produce il primo tubo di polietilene: «Conoscevo i sacrifici degli agricoltori e volevo fare qualcosa per migliorare l’attività agricola. Vidi che i tendoni delle uve erano irrigati con il sistema a scorrimento, scomodo e inefficiente. Così facemmo un primo prototipo di tubo in pvc per i filari e funzionò. Per avere un prodotto più idoneo pensai di trasformare il polietilene in tubazione, e così nacque il primo tubo di polietilene».

L’irrigazione a goccia dà alla radice della pianta la giusta quantità di acqua e la giusta dose di nutrienti: non si sprecano nè acqua nè concime. E regala a Plastic Puglia la svolta che la porterà a diventare leader di settore. Imitati da tutti, ma sempre un passo avanti. «Oggi fatturiamo 40 milioni. Siamo presenti in tutto il mondo, non abbiamo mai fatto investimenti sbalorditivi. Il nostro primo obiettivo è sempre garantire stipendio e occupazione a 200 famiglie del territorio. E per continuare a farlo ci siamo specializzati sulle tecnologie. I nostri sistemi complessi di micro-ferti-irrigazione si possono governare in remoto».

Nei mesi scorsi è finito su tutti i mezzi di comunicazione nazionali perché doveva assumere e non trovava persone specializzate. «La scuola va riformata, deve fare in modo che i ragazzi che escono dagli istituti tecnici siano già specializzati. Servirebbe una scuola di Arti e Mestieri, in cui si studia e si lavora. Gli studenti dovrebbero fare gli ultimi due anni di specializzazione nelle imprese. Lavorare, non solo apprendere. E gli imprenditori dovrebbero pagare questi stage». Da sempre ha creduto nel welfare aziendale, costruendo e mettendo a disposizione degli operai degli appartamenti.

Vitantonio Colucci plastic puglia

Poi ha deciso di premiare i dipendenti che fanno figli, «perché la prima economia della nazione si realizza con le nascite». Il presidente del consiglio comunale di Casale Monferrato, Fiorenzo Pivetta, è venuto a Monopoli per capire come funziona il bonus nascita di 6000 euro (più 350 euro al mese per il primo anno). Il 5 maggio il barone sarà va a Casale Monferrato. «Ho sempre pensato a dare lavoro ai figli dei miei dipendenti, per garantire la continuità generazionale, mia e loro».

Ha istituito il premio Lilly Colucci, dedicato alla figlia scomparsa nel 2019, dopo essere stata per 27 anni in azienda come direttrice amministrativa ed aver contribuito alla crescita del gruppo. A lei è intitolata una associazione che a Monopoli aiuta le fasce più deboli e svantaggiate della popolazione. Gli altri due figli sono in azienda: Emiliano è il direttore generale, Miriam è la direttrice commerciale. Il passato è scritto, il futuro è tracciato. Il barone ha fatto un buon lavoro.

di Fabio Mollica

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