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Southenergy: la magia delle rinnovabili

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Southenergy giovanni melpignano

Nata nel 2008, Southenergy, l’azienda fondata dall’ostunese Giovanni Melpignano è oggi uno dei principali player italiani nel settore delle rinnovabili

Quella di Giovanni Melpignano, ostunese, classe 1977, è una delle ormai tante storie di ritorno in Puglia. Laurea in Bocconi, prime esperienze nella capitale del business, poi l’incontro che in qualche modo cambia la vita, quello con Elserino Piol, uno dei pionieri italiani del venture capital: «Mi disse che se volevo fare il venture capitalist dovevo lavorare in azienda. Fui scelto da STMicroelectronics, mi spostai da Milano a Napoli. Per un pugliese che voleva fare carriera sembrava una punizione, invece lavorai in un centro ricerca sulle energie rinnovabili di altissima qualità, dove già 20 anni fa si parlava di fotovoltaico su base organica, a cui nonostante la ricerca non siamo ancora arrivati». Ma quella di Napoli è stata per Melpignano solo una tappa, per quanto fondamentale. La successiva fu nell’headquarter, per occuparsi di business development (sempre per STMicroelectronics).

Nel 2007 fu scelto da Fondazione Cariplo per il lancio di TT Venture, uno dei primi grandi fondi di Venture Capital in Italia: «Avevo l’ufficio su piazza Duomo e per un pugliese questa è una delle più grandi soddisfazioni». E soprattutto l’occasione di confrontarsi con imprenditori del Nord Italia, dei quali apprezzava il coraggio. «Fu allora che mi chiesi: perché non faccio una mia azienda, anziché finanziare quelle degli altri? Ed è così che nel 2008 nacque Southenergy: volevo lavorare nell’ambito delle energie rinnovabili e al Sud avevamo un vantaggio competitivo rispetto al Nord. Perché abbiamo il 30% in più di sole e abbiamo il vento. I miei ex capi mi diedero fiducia e investirono su di me e sull’azienda. Partimmo con 200 mila euro di capitale iniziale. Ricordo che la prima cosa che comprai fu una scala, perché dovevo andare sui tetti per verificare l’idoneità per l’installazione del fotovoltaico».

Erano gli anni in cui i campi di pannelli solari invadevano, e in alcune zone rovinavano, la Puglia. Melpignano decise fin dall’inizio di seguire un’altra strada, quella del rispetto: «Essendo fortemente innamorato di questa terra mi rifiutai di fare installazioni su terreni, tra gli ulivi e i vigneti. E non mi sono piegato alle richieste di vari investitori. Ho rinunciato a tanti soldi, ma sono un imprenditore romantico, i soldi servono per vivere, non si vive per i soldi. Il benessere è quello che ti viene da dentro».

Southenergy

Che sia romantico lo si deduce anche dalla parola che usa per definire il suo lavoro: «Quando mi chiedono cosa faccio, rispondo “il mago”, perché quando attivi un impianto fotovoltaico e si genera energia, quella è magia».

«Quando attivi un impianto fotovoltaico e si genera energia, quella è magia. È quello che facciamo ogni giorno»

Il raggio d’azione di Southenergy si è ampliato col passare degli anni: «Siamo partiti con gli impianti civili di piccola taglia per poi arricchire l’offerta aziendale con l’eolico di piccola taglia, inizialmente installazioni da almeno 60 kW di potenza, oggi impianti eolici da 500 kW. Sul fotovoltaico abbiamo raggiunto livelli di specializzazione notevoli, in particolare con la business unit commercial, rivolta alle aziende, che ogni anno realizza e gestisce progetti fotovoltaici di diversa entità, anche oltre il Megawatt».

Oggi l’azienda dà lavoro a 20 colleghi, la maggior parte assunti con contratto a tempo indeterminato, e qualche collaboratore, soprattutto per la parte impiantistica, che supporta la gestione dei picchi di lavoro. Oltre ad aver creato una serie di partnership con fornitori per la logistica, il permitting e ambiti affini alla operatività aziendale che oramai è divenuta di general contractor. La clientela è composta per il 65% da aziende, per il 10% da privati, e per il restante 25% da investitori istituzionali (macroutility e fondi che si occupano di energia). Per conto di investitori istituzionali, Southenergy si occupa di origination e permitting: «Tiriamo fuori le opportunità e seguiamo l’iter autorizzativo di impianti rinnovabili Utility Scale, ossia di grandi dimensioni, principalmente agrofotovoltaico».

L’aspetto distintivo dell’azienda è stato l’aver voluto da subito concepirla come se fosse di grandi dimensioni, «per esempio, a livello commerciale non abbiamo a che fare con intermediari, non lavoriamo con commerciali esterni, generiamo il nostro fatturato mediante il passaparola e il nostro sito web. E gestiamo internamente a 360 gradi tutte le fasi per produrre energia, che è cosa ben diversa dal realizzare gli impianti». La specializzazione nel settore, la presenza fisica sul territorio, un’organizzazione aziendale che beneficia di personale altamente qualificato interno e attrezzature e mezzi di proprietà per poter gestire tempestivamente l’intera catena del valore nella costruzione e gestione dell’energia sono, dunque, i veri punti di forza di Southenergy. Che oggi opera in un mercato maturo, molto diverso da quello dei primi anni: «Dal 2008 ad oggi il mondo è cambiato, la società ha scoperto il valore delle rinnovabili, è cambiata la sensibilità della gente, che ha iniziato a comprendere cosa fossero il fotovoltaico e l’eolico. Le persone oggi sono decisamente più familiari al tema della sostenibilità: è emersa la necessità di inquinare di meno, a Taranto come a Brindisi. Tutto ciò ci stimola: siamo nel posto giusto nel momento giusto e con l’esperienza giusta. E siamo in viaggio in una prateria di opportunità». Anche i vecchi dubbi sullo smaltimento dei pannelli solari sono ormai archiviati: «I moduli fotovoltaici sono principalmente composti di materiali riciclabili, e quindi con potenziale nuova vita. Le preoccupazioni erano per i primi pannelli che avevano parti inquinanti, ma oggi non esistono più».

Sull’eolico in mare, invece, Melpignano nutre ancora forti dubbi: «L’eolico è un settore maturo serio, dove la fanno da padrone le big corporation. Ma penso si tratti comunque di una moda. Qualcuno ha capito che la dipendenza energetica rappresentava un problema e si è buttato sull’eolico marino. Che nel nostro territorio non vedo bene. Mi piace quello che hanno fatto a Taranto, ma se penso alle Murge ritengo che quello sia uno scempio assoluto. E sul versante Adriatico non lo permetterei».

Riguardo al settore dell’energia:

«Le rinnovabili sono democratiche, rompono l’oligopolio e ognuno può produrre la sua energia». Melpignano ha un sogno, «diventare leader nel Sud Italia», ma se gli si chiede che tempi si dà per raggiungere l’obiettivo, la risposta è questa: «Dopo 15 anni ci reputiamo ancora una startup in un settore che è molto cambiato in termini di numeri e di tecnologie». Tecnologie cinesi quasi esclusivamente asiatiche: «L’avanzata asiatica sulle tecnologie è ormai un dato di fatto, ma questo non pregiudica lo standing qualitativo dei nostri prodotti e impianti. Selezioniamo solo prodotti affidabili e di altissima qualità, generando partnership commerciali di valore con i nostri fornitori. Per gli inverter, ad esempio, siamo SMA Solar Partner per garantire qualità e innovazione tecnologica costante». Malgrado l’atteggiamento da startup, Southenergy attrae talenti e continua a crescere a ritmi sostenuti: «Alcune risorse del nostro staff vantano esperienze in colossi come Terna, FCA e STMicroelectronics, ma di buon grado hanno accolto un prosieguo professionale in Southenergy, coniugando così anche la volontà di valorizzare il territorio di origine. La provenienza delle risorse non è un driver esclusivo, è cruciale che le risorse comprendano l’importanza del lavoro e del sacrificio. L’idea è quella di attrarre talenti, risorse determinate a giocare attivamente la partita e che vogliano aiutarci a diventare leader nella generazione di energia rinnovabile».

southenergy

«L’idea è quella di attrarre talenti, risorse determinate a giocare attivamente la partita e che vogliano aiutarci a diventare leader nella generazione di energia rinnovabile».

La serietà e la qualità del lavoro svolto è testimoniato anche dai nomi dei clienti, tra i quali figurano ad esempio Milzinc e Scaffsystem (Ostuni), Gruppo Stamplast (Francavilla Fontana), Legnobotti (Brindisi), Hi Matic (Taranto), Forty Fruit (San Giorgio Jonico), Tubifor (Buonabitacolo – SA), Curcio Trasporti (Salerno), Agrivento (Milano), Lightsource bp e Vespera Energy. Aziende che hanno deciso di autoprodursi la propria energia investendo nelle rinnovabili, o che hanno scelto Southenergy per creare opportunità di investimento nel settore. «Elemento centrale dell’offerta aziendale è non ragionare in termini di impianti ma di energia che mettiamo a disposizione degli imprenditori/investitori, che risolvono un problema in termini di fabbisogno energetico e generazione di nuova energia. I nostri impianti non costano meno, costa meno l’energia dei nostri impianti». Il programma di lavoro di Southenergy per il 2023 è già delineato, con interventi in tutta Italia. E con le radici ben salde in Puglia. Perché Melpignano su una cosa non ha mai avuto dubbi: «Sono orgoglioso di essere pugliese e sono sempre stato consapevole di vivere in un territorio meraviglioso. Lo ero anche quando tantissimi pugliesi la pensavamo diversamente».

di Ilaria Mollica

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