Cristiana Carella, in arte Senza Cri, sta per tornare con nuovi singoli e nuovi concerti
Cristiana Carella, in arte Senza Cri, è l’ennesima espressione della prolificità artistica del Salento. Nata a Brindisi nel 2000, comincia a suonare la chitarra all’età di tre anni. Le mura di casa, d’altronde, trasudano arte: suonano, cantano e ballano tutti in famiglia. Neppure maggiorenne, decide che è il momento di seguire il suo sogno lontano da casa, da un Sud che ispira i suoi figli ma che poi, a un certo punto, non riesce più ad accompagnarli verso il successo. Così si trasferisce a Milano, e da lì è un crescendo: prende parte alla rassegna itinerante live di “Tenco Ascolta”, poi vince “Area Sanremo” e si ritrova finalista di Sanremo Giovani 2021. A Brindisi, in quei giorni, si sprecavano gli appelli per votarla. Perché Senza Cri è la rappresentazione di un territorio che vuole sognare in grande e che non ha mai smesso di farlo.
Prossima tappa, l’imminente uscita di nuovi singoli e nuovi concerti. Magari in Puglia, per bissare l’emozione di cantare davanti alla propria gente già provata lo scorso anno con la partecipazione a Porto Rubino.
Quanto hanno influito i tuoi genitori nella tua passione per la musica e quindi nella tua carriera?
«I miei genitori sono stati e sono la colonna portante della mia vita, non è così scontato che un genitore creda in tutti i tuoi sogni e il fatto che loro ci abbiano sempre creduto è la mia àncora in tutti i momenti di buio. Sono tutto per me».
E quanto ha inciso, invece, la tua terra? Alcune canzoni sono state ispirate dal contesto pugliese e brindisino?
«Indubbiamente il cielo e l’aria di casa passano sempre dalle mie canzoni, io al mare ho sempre parlato e lui mi ha sempre risposto. Casa è casa. Nelle mie canzoni racconto di me, delle mie fantasie, delle storie che vivo e di quelle che invento. Il bello della mente è che viaggia senza sosta, almeno per me».
Quando hai capito che poteva essere il tuo mestiere?
«L’ho sempre saputo, sin da bimba pensavo che avrei fatto qualcosa di grande. Mi sono sempre sentita un po’ ‘speciale’ e fuori dal comune. La musica mi ha sempre tenuto per mano. Crescendo ho capito che era quella la grande cosa che avrei seguito, il mio posto nel mondo».
Lo scorso anno hai cantato nella tua città nell’ambito del festival Porto Rubino, organizzato da un altro artista pugliese come Renzo Rubino. Com’è stato esibirti davanti alla tua gente, su una barca davanti alle scalinate romane? Una svolta è arrivata con la finale di Sanremo Giovani del 2021. Nota di colore: tra i finalisti c’era anche Tananai. Che effetto ti ha fatto cantare su quel palco?
«Ho conosciuto persone straordinarie e vissuto un’esperienza solenne su un palco solenne, indescrivibile e memorabile. Spente quelle luci ho ripreso a lavorare sodo con tutta la mia incredibile squadra: più forti che mai torneremo e apriremo un’altra volta il sipario».
Hai lasciato Brindisi che non eri neppure maggiorenne per trasferirti a Milano: è stata una scelta sofferta o hai accolto questo cambiamento con entusiasmo?
«Ho sempre saputo che sarei andata via, purtroppo il Sud non offre grandi
possibilità per chi come me ha un sogno così grande ed è un vero peccato considerando i tanti talenti che abbiamo. So tuttavia che a tempo debito miglioreremo anche in questo. Andare via non è stata una scelta sofferta considerando che inseguivo la mia più grande passione. La nostalgia della mia città si sente, ma la voglia di tornarci vincitrice è più forte di tutto».
Come ti immagini il tuo futuro e quali i prossimi passi?
«Ho smesso di romanticizzare il mio futuro: davanti a tutte le difficoltà che ho incontrato, ho capito che certe cose non vanno solo immaginate. Il mio futuro lo sto scrivendo, con mano ferma e decisa. I prossimi passi sono passi da gigante nonostante la mia statura minuta. Sto tornando più forte che mai, non vedo l’ora di cantare con il mio pubblico».
di Andrea Pezzuto
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