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Organizzazione Aprile: l’innovazione nel DNA

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organizzazione aprile

Organizzazione Aprile: Sguardo al futuro e attenzione alle nuove tecnologie hanno sempre contraddistinto l’azienda barese fondata 70 anni fa da Mario Aprile e oggi gestita dal figlio Nunzio e la moglie Anna Maria e i nipoti Terry e Mario. Specialisti nella gestione e digitalizzazione degli archivi

In un mondo che cambia in fretta e in cui il tasso di mortalità delle aziende
è sempre più alto, 70 anni di vita sono un anniversario da festeggiare. Se poi lo si fa con lo sguardo che guarda al futuro in maniera fiduciosa, allora la soddisfazione è ancora più grande. Del resto la “Organizzazione Aprile” è sempre stata una azienda che ha avuto nel suo dna le parole futuro e innovazione.

Fondata nel 1953 da Mario Aprile e gestita oggi dal figlio Nunzio, sua moglie Anna Maria Ladisa e dalla terza generazione composta da Mario e Terry, l’impresa barese si occupa della gestione degli archivi in outsourcing: conserva i documenti di enti pubblici e privati in un capannone di 20mila metri quadrati e li digitalizza. «La nostra missione è aiutare le aziende, i professionisti e le amministrazioni a lavorare in modo efficiente e organizzato. Per ottimizzare tempo, costi e risorse. L’obiettivo è offrire soluzioni personalizzate che creano valore, unendo competenze e tecnologie».

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La platea dei clienti è ormai infinita: pubbliche amministrazioni, studi professionali, aziende, banche, curatori fallimentari. Insomma, tutti quelli che nel loro lavoro hanno bisogno di conservare documenti cartacei e digitali. Esternalizzare il servizio di archiviazione significa recuperare spazi (o non aver bisogno di nuove superfici), eliminare i costi di adeguamento e certificazione dei locali, poter consultare rapidamente gli archivi, ridurne i costi di gestione di almeno un 50 per cento. Questa bella storia di impresa nasce per opera di “nonno” Mario Aprile, che dopo la laurea in Economia e Commercio all’Università di Bari inizia subito a lavorare al Banco di Napoli, ma dopo soli tre mesi lascia il posto fisso, tra lo stupore di familiari e amici, per dedicarsi alla sua passione: l’innovazione tecnologica. Un gesto che oggi è abbastanza “normale”, ma che all’epoca era considerato follia.

Eppure a 25 anni, grazie alla perfetta padronanza della lingua inglese acquisita quando prestava servizio presso la Corte Marziale Inglese durante la guerra, Aprile inizia a intrattenere rapporti commerciali con le più importanti
aziende americane produttrici di macchine per ufficio. L’arrivo di questi macchinari dà il via, negli anni ’50, alla prima meccanizzazione dei servizi
anagrafici ed elettorali del Comune di Bari e della Puglia, dando un grande
impulso alla crescita tecnologica delle amministrazioni comunali (l’amministrazione comunale conserva ancora, protetti da due teche, due
macchinari dell’epoca).

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Pioniere delle tecnologie e dell’office automation, Mario Aprile porta l’innovazione anche nelle aziende industriali, affiancando gli imprenditori nella prima digitalizzazione industriale tra gli anni ’50 e ’80, con la fornitura
e l’installazione di impianti meccanografici, di contabilità generale per l’elaborazione di buste paga e di sistemi di microfilmatura, affrancatura e
imbustamento automatico.

Oggi la stessa azienda ha ultimato la digitalizzazione dell’archivio dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Bari, quasi una sorta di prosecuzione del lavoro
avviato negli anni ’50.

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In 70 anni il lavoro è cambiato tanto: ora tutti spingono sull’outsourcing (per questione di spazi) e sulla digitalizzazione (che richiede tempo, professionalità e server dedicati). L’Organizzazione Aprile si occupa di prelevare e inscatolare i documenti; trasferirli nei suoi depositi attrezzati; schedarli, riordinarli e inventariarli; codificarli in maniera da poterli reperire immediatamente quando servono; archiviarli su scaffalature a norma per la conservazione in sicurezza; ricercare i documenti in caso di necessità del cliente. Ma c’è un altro fronte importante: la privacy. Che deve essere rispettata sia nella fase di archiviazione e conservazione dei documenti che in quella di distruzione degli stessi.

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Un numero sempre maggiore di aziende ha la necessità di distruggere i documenti sensibili, cioè quelli che contengono informazioni riservate come nomi, indirizzi, mail, numeri di telefono, dati finanziari e bancari… Il 70% dei documenti cestinati in azienda contiene, infatti, informazioni protette dalla
normativa sulla privacy (d.lgs. 196/03) e dal GDPR. Il rischio è doppio: incorrere in pericolose violazioni della privacy e finire nel mirino del “trashing”, cioè il furto di identità e successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari. Un reato che, negli ultimi anni, ha subito un incremento del 20% a causa di un trattamento errato dei documenti destinati al macero. Distruggere in modo sicuro i documenti non è, quindi, solo un dovere morale ma anche un obbligo di legge, che salvaguarda le aziende da ogni responsabilità civile e penale.

«Il nostro servizio di distruzione certificata – racconta la dottoressa Terry Aprile, responsabile nazionale microraccolta e rappresentante della terza generazione insieme al fratello Mario – è una soluzione professionale che fa risparmiare tempo e costi e, soprattutto, protegge le aziende da ogni responsabilità legale».

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L’innovazione non si ferma mai, anzi, dopo 70 anni, è il primo imperativo
dell’azienda: «Abbiamo vissuto un periodo di grande trasformazione frutto di
ingenti investimenti immateriali digitali, con la creazione di un nuovo motore aziendale capace di gestire e movimentare oltre cinque milioni di scatole archiviate nei 20mila metri quadri di capannoni, di interconnettere circa 100 postazioni di lavoro interne e oltre 500 esterne, quelle dei nostri clienti. Il tutto supportato da sensori geolocalizzati e certificato in blockchain», spiega Mario Aprile, amministratore della OA, che da anni ricopre incarichi in Confindustria ed è attualmente vicepresidente nazionale del gruppo Giovani Imprenditori, dopo aver ricoperto la carica di vice nelle presidenze Bari-Bat prima col presidente De Bartolomeo e poi con Fontana. Un percorso cui Aprile tiene particolarmente, quello associativo, «perché dà la possibilità di fare network con altri imprenditori, conoscere nuove realtà, avere opportunità di crescita personale e professionale. Alla luce della mia esperienza, sono convinto che un’azienda con un giovane imprenditore competitivo diventa ancor più competitiva e non viceversa. Per essere competitivi non basta essere formati e informati, alla base ci sono anche le relazioni, istituzionali ma soprattutto personali».

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Aprile presiede la commissione Credito finanza e fisco e affianca il presidente
Riccardo Di Stefano nella stesura di proposte concrete. Come quella sulla semplificazione della legge “inpatriati e sul rientro dei cervelli”. Sul fronte credito, invece, hanno proposto di abbassare la soglia minima delle emissioni garantibili dei Basket bond a 500mila euro, per rendere l’emissione davvero accessibile anche a imprese giovani di piccole dimensioni chiedendo al governo di rafforzare la garanzia di prima perdita prestata dal Fondo di Garanzia per le PMI e di introdurre un incentivo a copertura dei costi legati all’emissione, quali le fee dell’arranger, le spese per la prima revisione del bilancio e il costo per l’ottenimento del rating.

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Il futuro vedrà Organizzazione Aprile sempre più impegnata anche fuori dalla Puglia. L’azienda ha infatti vinto delle gare del Pnrr per la digitalizzazione degli archivi dei tribunali pugliesi e, in collaborazione con Tim, del patrimonio culturale italiano (lotti della Soprintendenza Veneto, Liguria e dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione di Roma). I collaboratori sono attualmente 80 e il fatturato registra una crescita costante. Ovvio che un’azienda come questa attiri l’attenzione dei mercati finanziari. «Diversi fondi di investimento si avvicinano e ci contattano grazie ai performanti indici di bilancio ma la nostra visione aziendale – spiega Nunzio Aprile – è contrapposta al mondo attuale in cui tutto si vende, e anzi a maggior ragione teniamo a tutelare, custodire e valorizzare il nostro patrimonio più grande, che è l’impresa fatta di persone, know how e storia».

Una bella storia.

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