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Metauro Bus: le intuizioni che fanno la differenza

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Le buone pratiche aziendali e le giuste decisioni hanno fatto crescere l’azienda foggiana Metauro Bus da 8 a 130 dipendenti. Antonio Metauro è anche presidente provinciale di Confcommercio. E ha buone idee per il territorio.

Forse Antonio Metauro, da giovane laureato in giurisprudenza e collaboratore del Prof. Michele Costantino nell’Università di Bari, non avrebbe mai immaginato che avrebbe ereditato e sviluppato una delle più importanti aziende di trasporto pubblico del sud Italia. Fondata da suo padre Albino nel 1970 per collegare Accadia con il resto del territorio di Capitanata, la Metauro Bus sotto la spinta innovatrice di Antonio Metauro è diventata uno dei maggiori player del trasporto pubblico in Puglia.

Una storia fatta di sfide, di sacrifici, di continua innovazione, e che racconta di quella sana imprenditoria italiana di cui questo Paese è particolarmente orgoglioso.

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Quali sono stati gli inizi della sua azienda?

La mia famiglia inizia l’attività di trasporto pubblico con mio nonno, che negli anni ‘50 aveva fondato una piccola azienda di automobili a noleggio con conducente, che servivano principalmente per accompagnare le persone dai Monti Dauni non solo a Foggia e sul territorio di Capitanata, ma anche a Bari e a Napoli, molto spesso in coincidenza con le partenze dei voli dai rispettivi aeroporti. Poi nel 1970 mio padre ebbe l’idea di usare gli autobus al posto delle auto con conducente, creando la Autoservizi Metauro. Le prime concessioni regionali sono arrivate nel 1972 ed erano le cosiddette concessioni “balneari”, che prevedevano i collegamenti tra i vari paesi dei Monti Dauni e le località di mare della provincia di Foggia. Oppure per accompagnare le persone alle terme di Margherita di Savoia per poter usufruire dei vari trattamenti termali, che allora erano pagati dal sistema sanitario nazionale. Poi abbiamo iniziato con i servizi all’agricoltura. Siccome dai Monti Dauni c’erano molte persone che andavano a lavorare nelle aziende agricole del Tavoliere per la lavorazione dei prodotti, abbiamo dato alle persone la possibilità di raggiungere il loro posto di lavoro con il TPL, cioè con il pagamento del classico biglietto o con l’abbonamento. In questo modo abbiamo partecipato a contenere il fenomeno del caporalato, poiché le persone potevano raggiungere le varie aziende direttamente con l’autobus. Nel corso degli anni le concessioni sono aumentate. Ai servizi all’agricoltura abbiamo aggiunto anche il turismo. Questo ha permesso una rapida crescita dell’azienda, fino ad arrivare al 1985, quando la Autoservizi Metauro diventa “Metauro Bus”. Mio padre era fortemente convinto che il successo di un’azienda di trasporto pubblico lo si dovesse principalmente alla qualità del servizio offerto. Infatti, teneva moltissimo alla qualità dei nostri servizi che, oltre alla puntualità delle varie corse, si distinguevano principalmente per la pulizia dei nostri mezzi. Non a caso eravamo considerati sul territorio un’azienda di prima chiamata, poiché la qualità del servizio che offrivamo ai clienti era notevolmente più alta rispetto a quella offerta dai nostri competitors. Purtroppo nel 2006 mio padre è venuto a mancare, e da quel momento ho preso in mano le redini dell’azienda con lo scopo di continuare con le idee di mio padre, ma allo stesso tempo di iniziare un processo di innovazione affinché l’azienda fosse in grado di affrontare le sfide del nuovo millennio.

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Come è cambiata la Metauro Bus sotto la sua guida?

Beh, innanzitutto ho pensato a dei servizi extra. Infatti seguendo la volontà dell’allora assessore regionale al turismo, che voleva porre la provincia di Foggia al centro del turismo pugliese, abbiamo iniziato per primi un collegamento diretto tra le principali località del Gargano e l’aeroporto di Bari, bypassando la città di Foggia onde non rendere troppo lungo il tragitto. Questa idea ha avuto un tale successo, che in poco tempo quel progetto è stato esteso anche a Taranto e a Lecce affinché potessero essere collegate con gli aeroporti di Bari e Brindisi. Oggi colleghiamo ogni giorno anche Foggia con l’aeroporto di Bari. Tenga poi conto che l’azienda è passata dagli otto dipendenti di quando c’era mio padre, ai quasi cento trenta di oggi.

Qualcuno una volta ha detto che la civiltà di un popolo si vede anche dalla qualità dei mezzi e dei servizi del trasporto pubblico. Com’è la situazione del trasporto pubblico in Puglia, e più in particolare nella provincia di Foggia?

Innanzitutto deve considerare che l’85% del trasporto pubblico in Puglia viaggia su gomma. Solo il 15% viaggia su rotaia. Questo è dovuto soprattutto ad una situazione geo-orografica abbastanza complessa che vede il tavoliere stretto tra i Monti Dauni a ovest e il Gargano a est. L’esiguo numero di potenziali passeggeri non giustifica gli ingenti investimenti che occorrerebbero per permettere l’arrivo dei treni in quelle località. Per rispondere poi alla sua domanda, la Metauro Bus ha oltre 130 mezzi moderni, di ottima qualità, che vengono utilizzati in parte per le varie linee e in parte per il servizio scuola bus.

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Operate anche con il servizio scuola bus?

Certamente. Operiamo il servizio scuola bus con il comune di Troia, e quest’anno abbiamo vinto per la seconda volta l’appalto per otto anni con il comune di Roma. Quest’ultima per noi rappresenta una grande vittoria, oltre che un’immensa soddisfazione.

Torniamo un attimo al mercato del trasporto su gomma. Sicuramente è vero che, come diceva lei, mediamente l’85% dei passeggeri e delle merci si muove su gomma, ma è anche vero che questo è una delle principali cause dell’inquinamento ambientale. Molte aziende del trasporto su gomma stanno convertendo il loro parco macchine dal gasolio all’idrogeno. Quale è la strategia della Metauro Bus per partecipare alla transizione energetica?

Guardi l’eco-sostenibilità è un argomento che ci sta molto a cuore. Oggi la mia azienda ha un parco macchine tra i più eco sostenibili, in quanto abbiamo tutti gli autobus che sono Euro 5, Euro 6 e a metano. Per ciò che concerne l’idrogeno, certamente è la fonte energetica che si pensa possa sostituire la dipendenza dagli idrocarburi. Tuttavia, prevedo che sia un passaggio che non si possa compiere in tempi brevi, a causa della scarsità dei punti di rifornimento su strade e autostrade, ed anche a causa di una serie di problemi ancora non del tutto risolti per ciò che concerne la sicurezza. In attesa di capire quale sarà la soluzione che ci permetterà una facile fruizione in termini di approvvigionamento energetico su tutte le strade, abbiamo già contrattualizzato con alcune aziende del settore l’acquisto di nuovi mezzi a trazione ibrida, e questo ci colloca sempre un po’ più avanti rispetto alla nostra diretta concorrenza.

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Da un po’ di tempo le società di trasporto passeggeri stanno diversificando la loro offerta tornando al noleggio con conducente, specialmente nel settore turistico. Non ha pensato di creare una sinergia con gli albergatori del Gargano e con la Lumiwings per il trasporto dei passeggeri in arrivo questa estate all’aeroporto Gino Lisa, creando una specie di charter su gomma?

Come le ho detto prima, già facciamo un servizio di linea dal Gino Lisa ai maggiori centri del Gargano. Ovviamente abbiamo studiato gli orari delle corse proprio in concomitanza degli arrivi e delle partenze degli aerei della Lumiwings. Poi gli albergatori garganici, attraverso il loro Presidente Gino Notarangelo, ha già concluso un accordo di co-marketing con la Lumiwings in cui è possibile ottenere sconti sui vari hotel acquistando un biglietto Lumiwings, e sconti sulle tariffe del vettore aereo prenotando le camere sui vari siti degli hotel garganici. Una bella iniziativa che rappresenta solo il primo passo verso una vera integrazione dei servizi turistici.

Un’ultima domanda. Lei è anche Presidente della Confcommercio Foggia. Mi racconta brevemente la situazione economica di questa provincia e che prospettive ha?

Guardi, come Presidente di Confcommercio posso innanzitutto dirle che la situazione del commercio di Capitanata sta lentamente tornando alla normalità dopo il periodo della pandemia che, come tutta Italia, ci ha veramente messo in ginocchio. Ma i residui della pandemia non sono il solo problema che ha il commercio in provincia di Foggia. È noto che il successo del commercio, è direttamente proporzionale alla ricchezza che si riesce a produrre su un territorio, ed ai posti di lavoro che conseguentemente si vengono a creare. Invece incredibilmente arranchiamo anche in quelli che dovrebbero essere i nostri due punti di forza: turismo e industria agro-alimentare. Questo territorio ha un potenziale davvero enorme. A parte il turismo non ancora sfruttato in tutta le sue potenzialità, vedi i Monti Dauni, non riusciamo a partire con l’imprenditoria industriale. Solo per farle un esempio, noi oggi siamo i primi produttori di pomodori in Italia e ne lavoriamo in loco solo il 15%, mentre il restante 85% viene lavorato in altri luoghi. Siamo i primi produttori in Europa di broccoletti, di asparagi e così per tanti altri prodotti e colture, che vengono prodotte da noi ma lavorate in altri siti fuori dalla nostra regione. Lei capisce che in questo modo la nostra economia perde tutto il valore aggiunto che si crea nella filiera tra la coltivazione e la vendita al consumatore finale. Sul nostro territorio rimane poco o niente, anche in termini di occupazione, che invece si crea da altre parti. Per dare una prima risposta a questo problema, tempo fa fu presentato dall’ASI di Foggia un progetto da finanziare con i fondi PNRR, per la rivalutazione del centro CARA di Borgo Mezzanone, in cui è previsto l’insediamento di una zona agro-industriale atta alla trasformazione dei prodotti agricoli ed alla conseguente vendita in forma di prodotto confezionato, unitamente a degli insediamenti residenziali che servono per ospitare con dignità i lavoratori disagiati che saranno occupati nei vari opifici. Ecco, lo sviluppo turistico e quello industriale agro-alimentare sono le strade da seguire per una sana crescita economica, commerciale ed occupazionale del nostro territorio.

Intervista a cura di Stefano Bono

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