IL GRUPPO GVM È UNA ECCELLENZA ITALIANA, CON NUMEROSI OSPEDALI ALL’ESTERO E CINQUE STRUTTURE D’ECCELLENZA IN PUGLIA. CHE RICHIAMANO PAZIENTI DALLE ALTRE REGIONI E PERFINO DAL NORD ITALIA
Cinquanta strutture sanitarie situate in dieci regioni ita- liane e in 4 Paesi all’estero, 700 milioni di euro di fatturato annuo, 150 dei quali generati dai 5 ospedali pugliesi. Ma il legame che GVM Care & Research ha con la nostra regione non sta unicamente nei suoi ospedali sul territorio (Anthea Hospital e Santa Maria a Bari, Villa Lucia Hospital a Conversano, Città di Lecce Hospital e D’Amore Hospital a Taranto) ma anche nel fatto che il vice-presidente nonché coordinatore dell’area cardiochirurgica del Gruppo ospedaliero italiano, fondato e presieduto da Ettore Sansavini, è Giuseppe Speziale, cinquantaduenne di origini calabresi, ma ormai a tutti gli effetti barese, oggi uno dei più stimati cardiochirurghi ita- liani, fondatore inoltre dell’Associazione Mitral Academy.
Lei si è specializzato negli Stati Uniti, poi ha lavorato in diversi ospedali del Nord Italia. Come mai ha deciso di venire qui in Puglia?
In quel periodo lavoravo in Liguria presso un altro ospedale GVM, dove peraltro ho conosciuto mia moglie Eleonora, quando mi è stata data l’opportunità di venire qui. Conoscevo già la Puglia, una terra straordinaria con un tessuto produttivo e una vocazione all’eccellenza di cui ho avuto immediatamente conferma. La Puglia in quegli anni aveva una migrazione sanitaria – i cosiddetti viaggi della speranza – troppo alta e sentivo che avrei dovuto fare qualcosa per invertire la rotta.
In effetti è quello che è accaduto, visto che la Cardiochirurgia di Anthea Hospital in pochi anni è divenuta un centro di eccellenza…
Non è stato facile, abbiamo dovuto superare le diffidenze dei cittadini, cambiando il percepito e convincendoli che nella loro regione c’era una sanità di alto livello. Ho fortemente voluto che Bari, ma non solo, potesse contare su una cardiochirurgia di eccellenza, capace di dare risposte puntuali alle esigenze del territorio. Per fare ciò ho riunito specialisti e colleghi che avevo incontrato nel mio percorso professionale e che si erano distinti per professionalità e visione. Tutti medici che, partiti dal Sud Italia, si erano affermati all’estero o in grandi Ospedali italiani. Il Sud ha un grande capitale umano, menti brillanti che il mondo ci invidia. Le eccellenze di questa area d’Italia non devono essere solo quelle gastronomiche e turistiche, anche la sanità può e deve essere valorizzata. Sa qual è il mio orgoglio?
No, quale?
Che una ragazza di Milano ha scelto di venire ad operarsi per un delicato intervento cardiochirurgico qui a Bari la scorsa settimana. Così come scelgono di affidarsi alle nostre cure ogni giorno pazienti ad esempio da Roma, Napoli e dalla Calabria, Basilicata, Abruzzo. A dimostrazione del fatto che non solo siamo riusciti a ridurre l’esodo dei pazienti, ma abbiamo invertito il fenomeno attirando pazienti da regioni limitrofe.
Come motiva il vostro successo?
Con il lavoro di squadra, con professionisti di grande esperienza e investendo molto sui giovani per dare continuità, su innovazione e competenza. Siamo così diventati un centro di eccellenza per la chirurgia mitralica mininvasiva che consente di operare i pazienti praticando una piccolissima incisione con un minore rischio operatorio e una ripresa più rapida dall’intervento.
Cosa rappresentate in Puglia?
Le dò solo due dati: il 48% dei pugliesi operati al cuore è stato trattato nei nostri ospedali. E poi diamo lavoro a circa 2000 famiglie, e questa è una cosa che mi dà estremo piacere. Ho sempre cercato di essere anche un buon allenatore per il mio team: mi piace trasferire le competenze, la passione, la professionalità e sono felice quando i miei collaboratori raggiungono risultati straordinari. Inoltre, attraverso un incubatore di idee, abbiamo creato delle startup nell’ambito della salute: dalla telemedicina agli integratori, dai farmaci ai servizi alle imprese e alla ristorazione collettiva dedicata agli ospedali.
Che impatto sta avendo il Covid sulla vostra attività?
Questo è un periodo molto complesso per la sanità, ma la pandemia non può e non deve condizionare tutte le attività mediche. Il Covid si aggiunge alle altre patologie esistenti che non devono essere trascurate, senza dimenticare la prevenzione. Per questo dobbiamo essere, come tutta la sanità, un punto di riferimento: i nostri ospedali sono sicuri e tecnologicamente avanzati. La pandemia che ha compresso le attività sanitarie potrà aiutarci a gestire un possibile cambiamento: efficientare le risorse del sistema sanitario e di conseguenza dei cittadini, con ospedalizzazioni corrette per tempi e necessità, migliorando la sinergia pubblico-privato. In futuro sarebbe auspicabile avere centri superspecializzati ben distribuiti sul territorio, che si occupino di specifiche aree mediche a forte impatto specialistico, con équipe sempre più “allenate” su determinate patologie.
In questo modo si limiteranno i viaggi della speranza?
La sanità in Puglia negli anni ha raggiunto un livello qualitativo molto alto di prevenzione, diagnosi e cura, diminuendo la necessità di andare in altre regioni. Investire in una sanità di eccellenza in Puglia significa non solo avere una qualità medica alta, ma creare un valore economico, sociale e culturale sempre maggiore. Ogni euro investito oggi in sanità può generare fino a 1,6 euro di indotto interno, la spesa della sanità pugliese verso le altre regioni è di circa 360 milioni di euro annui, a cui si aggiungono i costi di mobilità a carico dei cittadini. Tutto questo valore potrebbe essere investito nella nostra regione su un capitale umano esistente che genererebbe posti di lavoro aggiuntivi e di conseguenza un benessere sociale e ambientale, oserei dire un benessere tra i più ecologici oggi possibili.
Cosa rappresenta la Puglia per l’uomo, oltre che per il medico?
Oggi è la mia casa, il posto che mia moglie e io abbiamo scelto per costruire la nostra famiglia e crescere i nostri tre figli. Una terra bagnata da un mare meraviglioso, che amo e che cerco di vivere appena mi è possibile, e che ha nel suo DNA cultura, tradizioni e arte, le altre mie grandi passioni.
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