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Giulio Perrone Editore: Libri che sanno anche di Puglia

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Intervista a Giulio Perrone, fondatore dell’omonima azienda che dà spazio ai giovani autori e pubblica volumi «piacevoli da leggere ma anche da maneggiare»

In occasione dei 18 anni dalla creazione della Giulio Perrone Editore ho avuto il piacere di incontrare il fondatore della casa editrice romana, Giulio Perrone, che mi ha parlato della sua storia, dei suoi progetti e di due libri legati alla Puglia.

La Giulio Perrone Editore è una casa editrice indipendente nata nel 2005. Qual è stato l’impulso che ti ha portato a fondare una casa editrice?

Il percorso è nato da una passione e da un interesse per i libri che in me ci sono sempre stati e che mi hanno accompagnato fin da ragazzo quando ho esordito in radio parlando di libri. Era un momento storico in cui a Roma c’era un clima molto positivo intorno al mondo dei libri. C’era la possibilità in quel momento, anche grazie al lavoro di alcuni colleghi che avevano preparato il campo, di dar vita a progetti editoriali. L’idea da subito è stata quella di puntare sulla narrativa italiana. E quello ha caratterizzato da sempre la nostra casa editrice che ha avuto la possibilità di scoprire e di intercettare autori emergenti come Paolo di Paolo, Chiara Valerio, Giorgio Nisini. Giovani autori che hanno esordito con noi. Abbiamo avuto l’opportunità di coinvolgere anche scrittori già affermati come Dacia Maraini, Ugo Ricciarelli, Lidia Ravera e tanti altri che all’inizio del percorso hanno creduto nella nostra casa editrice e ci hanno supportato.

Come è cambiata l’editoria in questi ultimi vent’anni?

Un aspetto che sicuramente è cambiato è quello legato alla comunicazione e alla promozione dei libri. I social stanno diventando importantissimi e acquisiscono giorno dopo giorno un peso sempre maggiore. E-book e audiolibro non hanno tolto nulla, anzi a mio avviso hanno arricchito l’offerta fornendo strumenti innovativi per il lettore. Per fronteggiare il cambiamento abbiamo inserito una nuova figura all’interno del gruppo di lavoro, quella del social media manager. È un ruolo diventato fondamentale al pari dell’ufficio stampa.

Si assiste ad una sorta di dualismo Milano/Roma: da un lato grandi gruppi (Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli) dall’altro editoria indipendente (Fandango, E/O, Adelphi, Minimu Fax). Come si colloca la Giulio Perrone in questo scenario?

Questa contrapposizione forse era più forte e più sentita quando abbiamo iniziato. Oggi si è molto attenuata. L’editoria indipendente è più diffusa dappertutto e cerca di ritagliarsi degli spazi che sono vitali. Proprio nella narrativa c’è la possibilità per le case editrici indipendenti, come la Giulio Perrone, di avere margine di manovra perché c’è la possibilità di sperimentare, di esplorare, di cercare nicchie e spazi in cui si può lavorare bene trasformando quello che può essere un apparente problema di dimensione in un vantaggio competitivo.

Ogni impresa vincente poggia su un’idea vincente: la business idea. Qual è la vostra?

Noi cerchiamo di avere un’attenzione forte per i libri. Dal lato del contenuto ma anche del prodotto perché cerchiamo di proporre un oggetto culturale in cui il contenuto resta ovviamente sovrano ma in cui è molto importante l’attenzione che dai al prodotto finito. Cerchiamo di mantenere un equilibrio perfetto tra qualità del contenuto e il valore del prodotto artigianale finito. E ci siamo resi conto che al lettore piace avere in casa un libro che non solo sia piacevole da leggere ma anche da maneggiare.

È vero. Infatti mi colpisce molto la riconoscibilità dei vostri titoli. Quanto è importante il comparto grafico nella tua casa editrice?

Abbiamo avuto la fortuna nel 2018 di affidare a Maurizio Ceccato il ruolo di Art Detector e con il suo lavoro è stato possibile ricostruire tutta la linea grafica della casa editrice partendo anche dal logo. Maurizio ha fatto un lavoro straordinario di ricostruzione dell’immagine della nostra casa editrice e delle varie collane. Nel corso del 2022 la veste grafica è stata affidata a Claudia Intino, attuale Art Director. Lo scopo è quello di continuare a garantire ai lettori la fruizione di un prodotto contenutisticamente valido e il piacere di avere tra le mani un “oggetto-libro” ben fatto che appaia quasi artigianale.

Qual è l’atteggiamento verso i giovani autori?

Una casa editrice indipendente deve sempre avere uno sguardo particolare
verso i giovani scrittori. Se è vero infatti che abbiamo sempre avuto una forte
attenzione verso le proposte che ci arrivano dagli addetti ai lavori è altrettanto vero che siamo costantemente attenti anche al singolo autore che ci propone direttamente qualcosa. Vogliamo continuare a scoprire autori che abbiano qualcosa di nuovo e di interessante da raccontare. Riteniamo che per una casa editrice come la nostra ricerca e scouting siano due aspetti fondamentali.

Il vostro è un catalogo articolato su diverse collane. Come avviene la vostra programmazione?

La nostra programmazione è basata su un lavoro che andiamo a costruire anno per anno attraverso tutto lo sviluppo che riserviamo alle varie collane. Cerchiamo il più possibile di pianificare e definire tutto per tempo seguendo le linee che ci diamo in fase di programmazione. Nel caso di alcune collane come “passaggi di dogana” è più semplice perché c’è una programmazione che parte da lontano, in alcuni casi anche da due anni prima rispetto alla pubblicazione. Si tratta di una raccolta di guide letterarie concepite come narrativa di viaggio più che come guide turistiche tradizionali che, seguendo le tracce degli scrittori, ci conducono alla scoperta dei luoghi. In narrativa si lavora anche in base alle proposte che arrivano. Esiste uno spazio riservato appositamente gli autori emergenti e dove è possibile anche sperimentare. Questo “spazio” ha un nome e un proprio marchio: L’erudita.

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Proprio con il marchio Erudita avete pubblicato due antologie che riguardano da vicino la Puglia, parliamo di “Cartoline dalla Puglia” e di “Lu lauru”. Da dove nasce l’esigenza per una casa editrice romana di pubblicare opere legate alla Puglia?

La Giulio Perrone Editore da sempre ha avuto un rapporto privilegiato con il Sud e in particolar modo con la Puglia. Abbiamo pubblicato un libro dedicato alla Bari di Carofiglio e un libro di Gabriella Genisi. Lo stesso Andrea Donaera, autore leccese è stato pubblicato da Erudita, addirittura con la poesia.

Queste due raccolte di racconti sono due progetti molto interessanti che ci
hanno permesso di raccontare la Puglia in modo speciale. Attraverso il rapporto con i luoghi in Cartoline di Puglia e con il cibo in Lu Lauru. I brevissimi racconti che compongo “Cartoline dalla Puglia” lasciano scoprire al lettore l’anima di questa regione affacciata sul mare, le sue tradizioni, le sue bellezze naturali, i suoi sapori. Tra queste meraviglie, gli autori raccontano la loro infanzia, la loro vita tra le terre pugliesi, descrivono storie d’amore terminate o mai finite, riscoprono memorie perdute. Con “Lu Lauru” abbiamo fatto qualcosa in più. Abbiamo chiesto agli autori di inviarci dei racconti e delle ricette. Raccontare storie: questo è quello che fa la cucina. Un’antologia in cui scrittori pugliesi hanno raccontato storie a cui hanno abbinato ricette di tutti i tipi, dagli antipasti al dolce. La cucina pugliese non ha eguali e queste storie raccontano una Puglia meno patinata e più intima.

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Un sogno da realizzare?

Un’idea è sicuramente quella di continuare a lavorare su Passaggi di dogana, che potenzieremo ancora. Poi vogliamo insistere sulla narrativa italiana e metterla ancor di più al centro della nostra linea editoriale. Continueremo a fare tutto quello che facciamo ma questi due canali sono quelli a cui vogliamo dedicare le nostre maggiori energie. E poi ci sono i sogni legati a questa stagione. Siamo molto legati a Diario di un’estate marziana di Tommaso Pincio (pseudonimo di Marco Colapietro). È un libro a cui sono personalmente molto affezionato e sono grato all’autore per averlo pubblicato con la nostra casa editrice. Sono certo che ci regalerà ulteriori soddisfazioni.

di Piero Meli

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