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Gianluca Palma: promuovere la restanza

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gianluca palma

Gianluca Palma, insieme ai suoi soci, con “La scatola di latta” tesse relazioni umane, incoraggia il baratto delle idee, passeggia nei paesini dimenticati, dialoga con gli abitanti. Perché “abitare” è qualcosa che ha a che fare con il cuore, coinvolge i sentimenti e le emozioni. Abitare è una scelta consapevole. È gioia e soddisfazione

Le scatole di latta custodiscono spesso insolite sorprese. Per qualche curioso motivo, le scatole blu dei biscotti danesi erano un vero must a casa delle nonne. In una scatola migliaia di bottoni colorati mentre nell’altra, aghi, fili e tutto ciò che era indispensabile per rammendare e recuperare. Si sa che le donne di un tempo, abili nell’arte del rimedio, erano solite conservare. Ogni cosa “può sempre servire” affermavano.

Tutti da piccoli, almeno una volta, abbiamo giocato con quello che queste scatole avevano da offrire. Chi simulava la vendita dei bottoni o chi cuciva le bambole come fosse un chirurgo. Con lo stupore di chi vedeva quelle cose per la prima volta, si apprezzava quel che c’era a disposizione senza avvertire il bisogno di altro.

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Oggi, apprezzare quel che si ha è sempre più lontano dalle nostre abitudini. Ciò che abbiamo, dove siamo nati e dove abitiamo è sempre meno interessante rispetto alla casa, alla famiglia o al lavoro degli altri. Destinati così a una lieve insoddisfazione, continuiamo a “consultare” la vita degli altri dimenticando di frequente che ogni luogo, ogni persona e ogni storia ha il suo incommensurabile valore.

Con la missione di mostrarlo a tutti nasce l’associazione Scatola di Latta, un contenitore di idee e iniziative civico culturali, libere e senza scopo di lucro, che rieducano le persone alla Bellezza. Il suo fondatore è Gianluca Palma, nato a Botrugno, piccolissimo comune salentino e immagine esatta di quella “maledetta” provincia dalla quale scappare. Laureatosi in Scienze dello Sviluppo, Gianluca investe quotidianamente energie nel territorio diventando negli anni una speciale risorsa. Con l’entusiasmo di quel bambino davanti alla scatola di latta, tesse relazioni umane, incoraggia il baratto di idee, passeggia nei paesini dimenticati, dialoga con gli abitanti e promuove la Restanza.

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Questa parola, coniata dall’antropologo calabrese Vito Teti, interpreta pienamente il lavoro della Scatola di Latta e di tutte le sue romantiche “estensioni” come “Daìmon – A scuola per restare”, una scuola che insegna ad abitare i luoghi, attraversarli e conoscerli per sceglierli consapevolmente ogni giorno o lo Spaesario Salentino, il “progetto di spaesamento” per perdersi in Salento tra vicoli, corti, aneddoti, suoni e profumi, comprendendo il senso
profondo dei luoghi.

Chi partecipa alle iniziative proposte dall’associazione, vive nella sua terra ma con lo sguardo di un errante, con un approccio dinamico e curioso, incline alla scoperta e allo stupore. In poche parole, pratica la Restanza. E come si può restare in un luogo di provincia con entusiasmo? Immergendosi nelle narrazioni.

“Nei paesini non c’è mai niente da fare”, questa è la frase più ricorrente pronunciata da chi vive in un posto ma non lo abita. O da chi, da quei paesini, è emigrato verso altre regioni o altre nazioni.

Abitare è un qualcosa che ha a che fare col cuore, coinvolge i sentimenti e le emozioni. Abitare è una scelta consapevole, è gioia e soddisfazione. Ed è per questo che Gianluca Palma, insieme ai suoi soci, abita la propria terra, il Sud. E lo fanno dal 2014 attraverso una serie di iniziative stra-ordinarie, come ama definirle il presidente. Con “A spasso con il Sindaco” visitano i comuni con il primo cittadino, si confrontano sulle questioni di politica e cittadinanza attiva mentre assaggiano tipicità del posto. Con “Quante storie per una littorina”, invece, a bordo di un treno promuovono la socializzazione e il confronto mentre osservano il paesaggio dal finestrino. Insieme e con spirito da viaggiatore in patria, la Scatola di Latta ha percorso più di 100 paesini tra Puglia, Basilicata, Calabria e Molise. E oggi, con i podcast “Quante storie nella
Scatola di Latta”, artigiani, musicisti e soci raccontano il proprio Sud a chi ha voglia di immergersi nelle narrazioni, anche a distanza.

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Grazie all’impegno, la creatività e la passione dei soci, i piccoli comuni recuperano identità e memoria. Sono come utensili che ricuciono le relazioni e rammendano i problemi, proprio come quelli custoditi nelle nostre care e antiche scatole di latta.

Testo di Noemi Rizzo – foto di Rocco Casaluci

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