In cinque anni l’azienda Energia Comune, creata dal 37enne barese Francesco Grillo, ha visto crescere il fatturato da 68 mila euro a 40 milioni. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: «Arrivare a 100mila clienti e fare a sportellate con i colossi del settore»
Sessantottomila euro fatturati nel 2018, l’anno della partenza. Poi 700mila euro nel 2019, tre milioni nel 2020, 10 nel 2021, 27 nel 2022, e 40 milioni, euro più euro meno, quest’anno. Sono numeri che potrebbero bastare a rappresentare un miracolo tutto pugliese, ma quello che più ci ha colpito della storia di Energia Comune e del suo fondatore Francesco Grillo, è l’obiettivo: «Vogliamo raggiungere i 100mila clienti attivi ed entrare a pieno titolo tra le prime 30 aziende italiane fornitrici di energia». Oggi i clienti sono già quasi 50mila e i dipendenti 117. Numeri incredibili per una startup nata appena cinque anni fa per opera di questo 37enne barese che faceva il commerciale per l’Enel, poi ha creato una agenzia partner dell’ex monopolista e infine ha deciso di andare da solo per la sua strada, dando vita alla Ecom.
«L’idea di avere un mio marchio era finalizzata al voler essere molto territoriali. Nel nostro settore ci sono o big player internazionali o aziende che vengono da vecchi monopoli. Noi invece abbiamo voluto creare una identità molto più vicina ai clienti».
La crescita della Ecom e di Energia Comune (il suo brand commerciale) è ancora più incredibile se si tiene conto della concorrenza dei colossi energetici, della crisi che ha sconvolto il settore negli ultimi due anni, del fatto che Grillo non lavora con le banche, anche se un fido avrebbe fatto comodo in un mondo in cui le forniture di energia devono essere pagate in anticipo.
Quali sono stati i fattori determinanti per la vostra crescita?
«Non abbiamo mai comprato competenze ma le abbiamo create in house, formando persone all’interno. Abbiamo preferito far crescere la nostra organizzazione. E costruire una rete vendita che non lavorava a gettone ma seguiva dinamiche commerciali differenti. E poi qualche altra decisione coraggiosa: per esempio i tempi di fatturazione diversi, fatturiamo mensilmente, il primo giorno del mese. Il fatto di essere molto abili commercialmente ci ha permesso di creare offerte che non giocavano al ribasso sui prezzi».
Che effetti ha avuto la crisi energetica sulle aziende come la vostra?
«È stato un periodo durissimo. Negli ultimi due anni sono falliti decine di fornitori di energia in tutta Europa, anche di dimensioni molto più grandi rispetto ad Energia Comune. Noi invece abbiamo accelerato».
Chi sono i vostri clienti e dove sono localizzati?
«Il nostro è un business soprattutto domestico, il nostro cliente tipo è la famiglia. Lo zoccolo duro del nostro portafoglio clienti è concentrato a Sud, ma vendiamo in tutta Italia».
La pandemia ha cambiato il vostro modus operandi?
«Si. Oggi lavoriamo molto con il call center. Prima invece il nostro canale di vendita principale erano gli agenti sul territorio. Dopo il Covid il lavoro si è concentrato molto su call center e web».
Chi sono i suoi soci?
«Inizialmente ero l’unico socio dell’azienda, poi ho scelto di donare una partecipazione del 30% alle tre persone che inizialmente mi hanno dato fiducia. Non me lo hanno chiesto loro, volevo solo che facessero parte in maniera sostanziale del progetto che stava crescendo. E così ad ognuno di loro ho dato il 10% dell’azienda».
Perché mirate ai 100mila clienti?
«È una soglia importante, perché a parte i big del settore, sono pochissimi i fornitori che hanno questa dimensione di mercato. In Italia ci sono oltre 700 fornitori, tolti i primi 30, tutto il resto sono fornitori di zona da 5-10mila clienti. Con 100mila clienti attivi sei tra le prime 30. E poi andremo a fare a sportellate con i più grandi: è un sogno che ci siamo autocuciti addosso».
È un sogno da folli!
«È folle tutto ciò che abbiamo fatto finora, quindi folle per folle…»
Testo di Fabio Mollica
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