Personaggi

Francesca Giannone: romanzo famigliare

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Francesca Giannone

Valeria De Vitis ha intervistato Francesca Giannone autrice di “La Portalettere” vincitore del Premio Bancarella

Quante storie di crudeltà, di sofferenza e di abbandono si nascondevano sotto la placida facciata di quel paese.

È sempre stato un privilegio leggere i libri prima della loro uscita ufficiale e calcare il mondo inesplorato di personaggi che diventeranno familiari una volta che i lettori li faranno propri. È un’anteprima concessa solo ai librai o a chi lo è stato per molto tempo come nel mio caso. Mi sono immersa tante volte nelle vite degli altri, ho incontrato una moltitudine di sguardi, ho vissuto con occhi prestati dalle pagine di letterature molto lontane dalle mie. I viaggi più belli della mia vita sono stati quelli che con un libro in borsa, libro che passa da una mano all’altra e costruisce nuovi mondi. Ho incontrato per caso la storia che sto per raccontarvi e prima di raccontarla ne #ilgabinettoletterario (la mia rubrica su YouTube e sui social) , raccolgo le parole migliori per il consiglio che sto per darvi.

la portalettere Francesca Giannone

1935, Anna, giovane donna ligure per seguire il marito Carlo nella sua terra di origine, si trasferisce a Lizzanello, in provincia di Lecce e compie un gesto insolito per una donna dell’epoca: partecipa a un concorso alle Poste e lo vince. Il suo è un atto rivoluzionario che le costerà diffidenza e la esporrà allo scherno e alle critiche del paese. Con “La portalettere” Francesca Giannone ci porta nel Salento di un secolo fa, raccontando la vera storia della sua bisnonna, protagonista di questo romanzo familiare e di formazione che attraversa trent’anni di storia, personale e non solo. Vincitore del Premio Bancarella 2023, in classifica dal gennaio 2023, “La portalettere” è una storia travolgente di amore e di emancipazione.

Nel libro ci sono descrizioni che rimandano ad un passato autentico, quanta ricerca storica sul Salento c’è dietro le righe de “La portalettere”?

Dietro ci sono mesi e mesi di studio, ricerche, approfondimenti. Ho esaminato testi, documenti, materiale iconografico, cercando di ricostruire il modo in cui poteva svolgersi la vita quotidiana in paese all’epoca, dagli usi e costumi al clima culturale, sociale e politico che si respirava a quei tempi.

Fulcro del libro, l’esistenza di tanti di amori che non hanno vita felice tra cui uno in particolare in cui gli amanti si scambiano messaggi nascosti sotto i francobolli delle loro lettere. Perché la scelta di raccontare l’amore “impossibile”?

Non direi che ho raccontato l’amore “impossibile”, ma piuttosto le tante possibilità in cui l’amore può manifestarsi. Il “vissero felici e contenti” appartiene soltanto alle fiabe. Nella vita reale le relazioni sentimentali sono molto più complesse e piene di sfumature.

Francesca Giannone

Anna é una donna emancipata, istruita, diversa rispetto alle donne che incontra a Lizzanello e con cui do- vrà condividere un nuovo segmento di vita. Purtroppo in alcune piccole realtà questo problema esiste ancora, come si pone Francesca Giannone davanti ad una dinamica del genere? É stato complicato immedesimarsi in Anna e ricostruire quella quotidianità?

Ho dovuto immedesimarmi non soltanto in Anna, ma in ogni singolo personaggio del romanzo. Il mestiere dello scrittore per certi versi è molto simile a quello dell’attore: per sentire sulla tua pelle cosa prova un personaggio, devi indossare i suoi panni, anche quando ti stanno larghi o scomodi. Altrimenti come fai a raccontarlo?

Una volta finito il libro, ho ipotizzato un seguito. Ci sarà?

No, “La portalettere” è una storia che nasce e si conclude con Anna. Farne un seguito non avrebbe alcun senso, per me. Sono piuttosto al lavoro sul nuovo romanzo, che racconterà tutta un’altra storia.

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