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CMC: le piattaforme cingolate Made in Bari leader mondiali

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CMC, l’impresa creata da Carlo Mastrogiacomo e Michele Moretti ha aperto il capitale ai privati per finanziare la crescita e continuare a dominare il mercato

Consolidare la propria posizione di market leader mondiale e continuare a crescere. Sono gli obiettivi di CMC, azienda fondata nel 1998 da Carlo Mastrogiacomo e Michele Moretti, oggi portata avanti da Alessandro Mastrogiacomo (Amministratore delegato) e Giuseppe Moretti (Coo).

Carlo Mastrogiacomo

Carlo Mastrogiacomo – fondatore di CMC

Michele Moretti

Michele Moretti – fondatore di CMC

Nei mesi scorsi il 70% del capitale sociale è stato rilevato da Metrika Sgr, fondo di investimento italiano specializzato nel settore industriale. Una operazione che rende CMC una realtà ancora più solida nel panorama
mondiale, dove è già market leader in Nord America, Canada, Australia ed ha filiali in Germania e Regno Unito per avere presidi stabili e poter offrire un servizio glocal personalizzato.

«Negli ultimi anni – racconta Alessandro Mastrogiacomo – abbiamo avuto una crescita organica, aumentando i fatturati, attaccando l’estero, sbarcando nel maggior numero di paesi possibile, iniziando dagli Stati Uniti e proseguendo con Australia, India, Cina, Regno Unito e Germania».

Alessandro Mastrogiacomo

Alessandro Mastrogiacomo – CEO di CMC

Inizialmente il core business dell’azienda erano le piattaforme su autocarro, mentre le semoventi cingolate erano un prodotto marginale. «Con una indagine di mercato ci siamo resi conto che quel prodotto non aveva un alto
valore aggiunto, che c’era tanta concorrenza e poco margine. Nel cingolato invece era il contrario ed il mercato era in continua crescita. E così abbiamo deciso di invertire la rotta. Ed è stata la scelta giusta».

Le piattaforme semoventi cingolate sono un prodotto relativamente nuovo, più comodo da usare. «Abbiamo spinto il brand sul mercato con prodotti di alta qualità e un ottimo servizio di post vendita. Non abbiamo mai usato la leva del prezzo proprio perché abbiamo un prodotto di fascia alta. Il nostro è B2B puro: abbassare la qualità del prodotto per abbassare il prezzo avrebbe significato vendere macchine che si sarebbero fermate più facilmente».

CMC ha solo due competitor in Italia, entrambi al Nord, uno in Germania e uno in Danimarca. Il mercato mondiale ha per protagonisti solo una dozzina di player. Nel 2022 l’impresa barese ha venduto 800 unità e fatturato 60 milioni (con 100 unità in più e un +20% del fatturato sul 2021). «E nel 2023 abbiamo un ottimo +20% sul primo quadrimestre». CMC ha 120 dipendenti, sta per acquisire un concessionario negli Stati Uniti, e quindi nel 2024 dovrebbe sforare i 100 milioni di fatturato.

Giuseppe Moretti

Giuseppe Moretti – COO di CMC

«Vendiamo in più di 35 paesi, con una rete di 54 dealer. E ogni settimana riceviamo qui a Bari clienti da ogni parte del mondo. Da sempre CMC è ambasciatrice della Puglia, un’opportunità di mostrare i nostri territori e la
nostra ospitalità che cogliamo a ogni visita internazionale in azienda».

La decisione di aprire le porte al venture capital è presto spiegata: «Essendo
cresciuti con le nostre gambe, per riuscire a mantenere quei trend di crescita servivano investimenti forti. Riteniamo di aver trovato il partner più adatto a noi. I nostri genitori hanno condiviso la decisione, consapevoli del fatto che con l’avvento dei cinesi che si affacciano sul mercato europeo con grandi capitali ma con prodotti ancora non alla nostra altezza, rischiavamo di ritrovarci in casa un competitor forte, dunque abbiamo deciso di aumentare i volumi per essere pronti alla loro concorrenza».

Ma la crescita avviene anche sul versante acquisizioni. A fine 2022 infatti CMC ha acquisito una società di progettazione di Bologna. Resta invece una difficoltà: «Non è semplice trovare le figure giuste, le formiamo all’interno, e negli ultimi due anni abbiamo inserito cervelli che erano andati via dalla
Puglia. Abbiamo introdotto da poco la flessibilità sugli orari, cosa che a quanto pare da noi è ancora un tabù. E sul fronte del welfare siamo pronti con un nuovo progetto di premialità a tutti i livelli aziendali, che prevede riconoscimenti economici e possibilità di fare carriera».

Le idee sono chiare, i programmi pure: «Puntiamo a quotarci in Borsa entro il 2027».

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