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Progetti di coppia: Aldo Flore e Rosanna Venezia

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flore e venezia

Aldo Flore e Rosanna Venezia hanno curato i progetti di recupero di numerose masserie. Stavano per lasciare la Puglia poi, per colpa di un trullo…

Educare alla bellezza. È questo ciò che fanno ormai da 22 anni Rosanna Venezia e Aldo Flore, architetti ostunesi specializzati nel recupero e nella valorizzazione di immobili storici che trasudano storia, tradizioni, vite vissute. Tra gli altri, hanno firmato i progetti di recupero di Masseria Garzia, Masseria Mangiamuso, Masseria Borzone, Masseria Donnagnora, Masseria Santa Filomena, Borgo Canonica. Operano nel territorio che comprende Ostuni, Conversano, Monopoli, Castellana, Turi, Fasano. Forse la zona più affascinante della Puglia. Flore e Venezia si sono conosciuti all’Università, laureati a Pescara entrambi, lei del ’72, lui un anno più grande.

Come quasi tutti i neolaureati avevano le valigie pronte per andare a Milano. Poi capita l’occasione della vita, e il destino cambia direzione.

«Il primo grande lavoro che ci ha portato fortuna fu quello affidatoci dal dirigente Pirelli Guido Veronesi, fratello del noto oncologo Umberto Veronesi, che ci affidò la ristrutturazione dei suoi trulli. All’epoca Guido aveva 80 anni, era il 2000, lui e la moglie decantavano la bellezza di questo territorio che noi ancora non vedevamo. Ci dicevano che qua intorno c’erano le strade e
i colori più belli che avessero visto al mondo».

Finisce che i due giovani architetti risttutturano anche i trulli di Umberto Veronesi e di altri membri della famiglia.

«Non abbiamo mai più pensato ad andare via: abbiamo iniziato a guardare il nostro territorio con occhi diversi e con una attenzione diversa. Ci siamo chiesti cosa avesse di così speciale, e abbiamo studiato per capirlo».

Cosa ha di speciale?

Non è un discorso legato solo alle meravigliose strutture in pietra che ci fanno tornare indietro nel tempo e creano un fortissimo legame con la natura che le circonda, c’è anche le genuinità della gente, che mantiene valori legati al territorio. La naturalezza. E poi il vento, i colori, i sapori, i profumi, la libertà. Il fatto di avere un periodo lungo dell’anno in cui si può vivere all’aperto, che non ci sia traffico, l’avere il mare ma anche la collina. Insomma, tanto valore aggiunto che il Covid ha amplificato.

Perchè non ci siamo accorti prima di questa ricchezza?

Succede, se vivi in un posto ne conosci tutti gli aspetti e magari ti soffermi sui problemi e non apprezzi tanto quello che hai intorno. La gente che arriva da fuori ti aiuta a vedere meglio ciò che hai. Mia figlia che ha 20 anni qui ci sta bene, ma le manca ciò che può darle la grande città. È comprensibile. Noi invece abbiamo imparato a vivere una vita più semplice, che può dare un vantaggio in termini di benessere. Sapere da dove arriva la verdura che compro, o conoscere il panettiere che fa il pane, aiuta a vivere bene e meglio.

Come scegliete i lavori?

Ci siamo specializzati in case antiche: se ti trovi davanti ad un palazzo con determinate caratteristiche, che si tratti di masseria, di casa o trulli, il recupero per noi è uguale. Ci piace la traccia del tempo. Riportarlo a nuova vita. Perché non dobbiamo dimenticare ciò che siamo stati, anche attraverso i manufatti, seppure poi le nostre case siano arredate in maniera moderna.

Qual è il lavoro che vi ha dato maggiore soddisfazione?

Forse quello di Masseria Mangiamuso, proprietà di una coppia australiana: ci piace molto perché se la vedi sembra che non ci siamo passati affatto.

Che clientela avete?

Il 90 per cento dei nostri clienti non è pugliese.

Verrebbe da dire: “si stanno comprando la Puglia”.

Se viene qualcuno da fuori, compra qualcosa e la fa sistemare da chi lo sa fare, ben venga, perché altrimenti certi immobili sarebbero rimasti abbandonati e magari crollati, come accadeva negli anni 70. Certo è una cosa un po’ triste che debbano venire delle persone da fuori, ma è così. Ci farebbe piacere lavorare molto di più con la gente del posto, ma non è semplice. A volte ci è capitato di “litigare” con chi nel trullo voleva mettere il gres. Oppure con chi voleva abbattere un trullo per edificare una casa.

La gente che viene da fuori ha più gusto?

No, si gusta di più la vita.

Che sogno avete?

Ad oggi siamo creasciuti tanto, nello studio siamo
in nove e lavorano con noi due interior designer e cinque architetti. Il nostro sogno è sempre stato quello di avere uno studio con tanti dipendenti, perché ci piacerebbe lavorare anche fuori dalla Puglia. Ora stiamo eseguenndo un paio di progetti oltre regione, ma vorremmo continuare a crescere ancora.

arkitetti.it

 

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