Amazing Salento

La venditrice di sogni

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Produce borse: «Ma se uno acquista online ci metto dentro un pacco di caffè, o una dedica. non sono mica Amazon». Regala emozioni: «Nella vita non tutto è destinato a diventare denaro». Ti fa pensare: «Non bisogna lavorare nella vita, solo divertirsi»

Devi assolutamente conoscere Maria Rosaria Ciullo, mi avevano detto a Cocumola, frazione di Minervino di Lecce, 1036 anime, un buco sperduto nel Salento. “E dove la trovo?”, avevo chiesto. “A Vitigliano”: frazione di Santa Cesarea Terme, 1136 abitanti, che all’ora di pranzo è un villaggio spettrale attraversato solo da uno scuolabus.
Al laboratorio di Maria Rosaria si accede da quello che appare il negozio un po’ strano di una fioraia un po’ pazza, che ha la risata di un personaggio da film. di quelle che ti restano impresse nella mente, come le sue parole. Un giorno da qui passò Lucio Dalla, che si trovava in Salento per la Notte della Taranta. Visitò il suo negozio e le regalò una frase: «È bello stare qui, dove tutto è bello, buono e amato». È finita sulla controcopertina del “Quaderno del Salento”, una delle tante invenzioni della Ciullo. Che a sua volta regala frasi meravigliose. «Non bisogna lavorare nella vita, bisogna solo divertirsi». E mentre lo dice si avvicina ad un’amaca sistemata nel laboratorio, accanto alle macchine da taglio. «Ce l’avevo da sei anni. Aspettavo di metterla nella casa al mare che non ho oppure nella casa in campagna. Sai quando sono rimasta contenta? Quando ho deciso di metterla qui, dove viviamo. Fai le cose dove stai con chi stai. È quella la magia: quando arriva papà e si siede su quest’amaca, o ci trovo mio figlio Emanuele addormentato, o ancora quando la mia amica viene qui e si siede per fare quattro chiacchiere giocando. Già, dobbiamo continuare a divertirci. Mai dimenticarselo». Quando questa ragazza inizia a parlare dimentichi il motivo per cui sei qui, parlare delle sue borse e delle altre cre- azioni. Maria Rosaria ti porta altrove. E nemmeno te ne accorgi.

Quanto sei felice da 1 a 10?

Dieci. Sapere che nella mia terra vedono una mia borsa e pensano alla Maria Rosaria sai come mi fa sentire? Come la Steve Jobs salentina. Come quando vedi la mela e pensi all’iPhone: è magia.

Ma come fai ad arrivare nei negozi?

Ho speso 6000 euro per un sito web che non ha mai funzionato. È stata una truffa ma non mi andava di spendere altri soldi con gli avvocati. Poi ho provato con il conto vendita con alcuni negozi, ed ho perso altri soldi. Alla fine abbiamo deciso di restare qui e spingere sui social. La magia è che la gente viene a trovarmi qui. A Vitigliano! (gli occhi le si allagano). Vengono con i bus. Sono arrivati australiani e americani.

Come ti vedi tra 10 anni?

Ho 45 anni ma non so cosa farò da grande. Sono una creativa. Venticinque anni fa ho aperto un negozio di fiori. Ma la mania della comunicazione mi è rimasta, e da lì, dopo 20 anni, nell’ambito di un progetto di scrittura creativa per le scuole, è nato il “Quaderno del Salento”: esprimere le emozioni per poterle riconoscere. Ecco perché il progetto si chiamò “Emozioni in libertà”. Poi ho pensato di farlo indossare al turista di passaggio. E da lì è nata la borsa con il disegno del quaderno. Seguita da una borsa con una poesia di un vecchietto conosciuto per strada. Conservo anche una edizione limitata di borse che ho deciso di non vendere. Perché è stata fatta in collaborazione con un artista folle, Romeo. Rappresenta le porte aperte tipiche di noi salentini, sempre pronti ad ospitare, mai a respingere. Ho deciso di tenerle perché nella vita non si vende tutto. Non tutto è destinato a diventare denaro.

Sei soddisfatta di ciò che fai?

Sono molto contenta di avercela fatta da sola. Ma resto quella di sempre, una ragazza a cui piace fare gli origami, perché dietro gli origami c’è la fragilità della vita, la carta, il fatto di essere solo di passaggio. Noi non siamo nulla, ma dobbiamo credere in quel che facciamo e sogniamo.

Vendi online?

Si, certo, ma se qualcuno compra la borsa online, mica gliela spedisco così! Non siamo mica Amazon. Ci metto dentro un pacco di caffè Quarta, una dedica, un po’ di cuore.

IL DECALOGO

«Questa è la cosa più bella che racconterai ai tuoi figli». Mostra un quadro, appoggiato sul divano. Ci sono delle frasi: «Sono le cose che non si devono perdere». E lei le ha scritte su tela. A futura memoria:
«Di tutta la Bibbia il pezzo che più preferisco è “se non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei cieli”. Bisogna guardare in alto: avere l’intuito di vedere oltre. Scrivere è cura dell’anima, perché tutto è magia. Il cambiamento è inevitabile, la crescita una scelta. L’unico fallimento è rinunciare! Bisogna sempre sorridere, tessere relazioni, creare legami e avere fede. Bisogna avere energia, costanza, coerenza e seguire sempre la forza delle idee. Tornare sempre alla natura e avere radici per rimanere ma ali per volare. Solo l’amore tiene perfettamente uniti».
Vado via da Vitigliano con una frase che mi ronza in testa: chi diavolo ho incontrato davvero oggi?

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