Sono venuta per caso in Puglia, in un momento in cui scrivevo un libro sulla menopausa. E quando sono scesa dall\u2019aereo a Brindisi e ho visto la terra rossa, ho capito che qui c\u2019era una terra fertile e avrei potuto trovare quello che non c\u2019era pi\u00f9 dentro di me. La fertilit\u00e0 del sangue, la fertilit\u00e0 mia.<\/p>\n
Questo \u00e8 stato un segnale molto forte per me. Anche perch\u00e9 la vita qui \u00e8 molto semplice, quasi legata al fuoco, al camino, alla pietra, al contatto con la natura immediato. E questo tipo di vita mi ha affascinata.<\/p>\n
Sono in Puglia ormai da quasi 20 anni. E non mi ha mai delusa. Rimane sempre la bellezza del luogo. Anche se temo che ci sia un cambiamento nelle persone nel modo di accogliere. \u00c8 proprio la qualit\u00e0 dell\u2019accoglienza, molto semplice, vera, spontanea che ha attratto le persone. Oggi noto un cambiamento legato a un alzare i prezzi in maniera sbagliata. Temo che questo fenomeno porti via la spontaneit\u00e0 e il sentirsi “come in famiglia\u201d.<\/p>\n
Mi piace poter fare un po’ quello che voglio perch\u00e9 non ho mai avuto la possibilit\u00e0 di vivere in una campagna cos\u00ec grande, tre ettari, ero abituata ad un terrazzino a Venezia. Ho trasformato questo spazio anche in una “accademia degli inquieti\u201d, in un luogo che pu\u00f2 accogliere le persone che hanno qualcosa da dire, da dare. Questo mi piace molto ed \u00e8 un tipo di vita molto semplice, non legato all\u2019apparire ma all\u2019essere. \u00c8 una realt\u00e0 “immediata\u201d, con le persone, con i vicini, con la gente del luogo. Certo ho degli amici che ho incontrato in questo periodo e mi fa molto piacere stare con loro. Ma amo anche stare in silenzio. Non ho bisogno per forza di uscire. La dimensione della natura per me \u00e8 prioritaria, perch\u00e9 in questa dimensione riesco a concentrarmi e scrivere. Molti dei miei libri li ho scritti qui, chiusa dentro la casa di pietra d\u2019inverno o all\u2019accademia degli inquieti in estate.<\/p>\n
I Pugliesi ormai sono molto “mischiati\u201d perch\u00e9 qui abitano persone che vengono anche da fuori. C’\u00e8 un piacevole scambio tra identit\u00e0 diversi. Non ci sono assolutamente solo i Pugliesi. Di loro mi piace l\u2019accoglienza, mi piace la cucina, mi piace tutto quello che fa parte della loro spontaneit\u00e0. Un po’ di tempo fa per\u00f2 mi \u00e8 accaduto un episodio che non mi \u00e8 piaciuto, in una piccola osteria vicino casa mia. Mi hanno detto che mi avevano fatto pagare il ghiaccio. Per me questo \u00e8 un segno che stiamo perdendo un po’ la ragione. Soprattutto in un luogo che io conosco da tanto tempo. Mi sono sentita come un’estranea, una cliente qualsiasi che aveva chiesto pi\u00f9 ghiaccio, invece ero un\u2019amica-cliente da 20 anni. Potevano non dirmelo e mettermelo in conto, sarebbe stato pi\u00f9 elegante.<\/p>\n
Anche un po’ complicata, difficile, una casa bella perch\u00e9 ho avuto la fortuna di trovarla particolare ma ho messo molta cura nel poterla rendere pi\u00f9 semplice. Ricordo quando la vidi per la prima volta, vuota, ma la immaginavo gi\u00e0 pronta con le tende e tutto il resto. Per\u00f2 ho sentito anche qualcosa di molto triste. E cos\u00ec prima di comprarla l’ho girata con una candela per ascoltare ci\u00f2 che la casa voleva dirmi. Credo che sia importante, prima di comprare, sentire che emozioni empaticamente ti d\u00e0 un terreno o una abitazione. Sapendo che nulla \u00e8 neutro, perch\u00e9 c\u2019\u00e8 sempre una storia. E se non abbiamo la possibilit\u00e0 di conoscerla, abbiamo comunque la possibilit\u00e0 di sentire quello che percepiamo. Io sentivo tristezza. Per cui siccome c\u2019era un cammino e c\u2019erano delle assi di legno, mi \u00e8 venuto spontaneo accendere il fuoco, bruciare quelle assi, come una specie di rito primitivo. Dare fuoco per scacciare la tristezza. E credo che abbia funzionato. Al momento del rogito con la proprietaria, che casualmente aveva il mio stesso anno e giorno di nascita, le ho chiesto perch\u00e9 voleva vendere una cosa cos\u00ec bella, e lei mi disse che la vendeva perch\u00e9 in quella casa si sentiva prigioniera. Mi ha raccontato la storia che la casa era stata data in eredit\u00e0 ad un figlio che aveva rifiutato di sposare una donna del suo rango aristocratico e suo padre l\u2019aveva disereditato, dandogli solo quest’immobile dove venne a vivere con la sua amata, una contadina. Per cui era una casa d\u2019amore, loro erano vissuti qui e poi avevano avuto una piccola bambina: la donna che mi ha venduto la casa. Il padre \u00e8 morto giovane e la madre si \u00e8 sposata con il signore che portava avanti la campagna, il fattore. Ho fatto di tutto per trasformare tutta questa tristezza in gioia ed accoglienza. Per questo dopo 10 anni ho incominciato a dar vita all\u2019Accademia degli inquieti, uno spazio per parlare di inquietudine.<\/p>\n
Usare la mia capacit\u00e0 di ascolto per far circolare qualcosa. Per aprire qualche porta chiusa. Bisogna interloquire con le case. Perch\u00e9 loro sono contente quando noi ce ne prendiamo cura. Anche le case sono degli esseri viventi che si arrabbiano quando le abbandoniamo. Saltano le lampadine, o si rompe la caldaia. Bisogna avere la capacit\u00e0 di comprensione che la casa vive in abbandono. E quando ci mettiamo un fiore dentro \u00e8 contenta. Ecco, questo \u00e8 il mio modo di entrare nelle case. Un mio amico sciamano mi consigli\u00f2, anni prima di comprare la casa in Puglia, di bruciare la salvia nelle stanze con una candela bianca. Questo rito mi ha salvato gi\u00e0 una volta, a Venezia. Quindi consiglio sempre quel rito, un po’ infantile e un po’ magico, ma permette di raggiungere uno stato d’animo pi\u00f9 tranquillo.<\/p>\n
Non saprei dire se sia pi\u00f9 felice in Puglia. Non sono riuscita a fare il passaggio completo, quindi tengo pi\u00f9 case dove ancora vivo. Perch\u00e9 sono legata al lavoro, agli affetti famigliari. Quindi non ho fatto un trasferimento definitivo. Forse non sono ancora pronta per farlo. Vivendo anche a Parigi sento di avere necessit\u00e0 di tutto il movimento di questa grande citt\u00e0, che naturalmente si compendia con la grande forza della Puglia. E Venezia rimane ancora un punto di riferimento anche affettivo. Anche se pure Venezia sta ormai perdendo la sua anima, e mi dispiace molto. La Puglia invece ha questa anima intatta, almeno qui nella mia campagna. E da quest’anima io riesco ancora oggi a prendere delle risorse preziose.<\/p>\n
La scrittrice Donatella Caprioglio vive tra la Puglia, Parigi e la sua Venezia. Venti anni fa ha apprezzato la spontaneit\u00e0 dei pugliesi. \u201cMa oggi noto cambiamenti che non mi piacciono\u201d Sono venuta per caso in Puglia, in un momento in cui scrivevo un libro sulla menopausa. E quando sono scesa dall\u2019aereo a Brindisi e ho visto la terra rossa, ho capito che qui c\u2019era una terra fertile e avrei potuto trovare quello che non c\u2019era pi\u00f9 dentro di me. La fertilit\u00e0 del sangue, la fertilit\u00e0 mia. Questa terra mi ha completamente stregata: il colore, la natura, e poi l\u2019architettura dei […]<\/p>\n","protected":false},"author":4,"featured_media":8497,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[144],"tags":[],"yoast_head":"\n