Quando ho deciso di scrivere questo articolo sapevo che non sarebbe stato facile. Credo che dopo che alcuni addetti ai lavori lo avranno letto, probabilmente, sar\u00f2 travolto da molte critiche avendo scelto questo piuttosto che quel personaggio del mondo della notte. Diciamo quindi che ci\u00f2 che leggerete \u00e8 il parere personalissimo di uno che, tra una cosa e l\u2019altra, ha maturato tre requisiti fondamentali per affrontare l\u2019argomento: amare la musica dei club dove si balla, aver vissuto la seconda era d\u2019oro delle discoteche, cio\u00e8 gli anni \u201990, e pu\u00f2 considerarsi ancora un dj vecchia scuola che ha imparato a mettere a tempo due vinili grazie a due Technics SL 1210 e un mixer.<\/p>\n
Per iniziare a raccontare questa storia avr\u00f2 bisogno di un punto di partenza, il mio \u00e8 Francis Grasso! Il periodo \u00e8 quello a cavallo tra gli anni \u201960 e i \u201970, la citt\u00e0 \u00e8 New York e sullo sfondo ci sono Malcom X, Martin Luther King e i movimenti per la rivendicazione dei diritti del popolo afroamericano. Francis \u00e8 un ragazzo nato da una famiglia italiana immigrata in America, vive a Brooklyn e comincia a lavorare nei club della citt\u00e0 come ballerino per arrotondare. Ama la musica ed ha uno spiccato senso del ritmo. \u00c8 amico di Terry Noel, anch\u2019egli ballerino ma soprattutto \u201cl\u2019uomo che mette la musica\u201d al Salvation II a Central Park. La storia vuole che una sera Terry \u00e8 talmente strafatto di acidi che non pu\u00f2 esibirsi e quindi viene chiesto a Francis di sostituirlo. Nonostante l\u2019inesperienza, Grasso convince e stupisce tutti, Terry Noel viene licenziato e da questo momento parte la carriera di un artista che ha rivoluzionato il modo di mettere i dischi introducendo l’attuale tecnica di miscelarli insieme a tempo e senza alcuna interruzione. Sebbene oggi queste cose sembrino semplici grazie all\u2019avvento della tecnologia digitale, pensate che alla fine degli anni ’60 queste tecniche erano rivoluzionarie e pressoch\u00e9 impossibili poich\u00e9 non esistevano i moderni giradischi con la regolazione della velocit\u00e0 e i mixer non avevano il preascolto in cuffia (Alex Rosner, ingegnere del suono newyorchese, cre\u00f2 per Francis Grasso un dispositivo con quelle caratteristiche). Francis non suona i dischi messi a disposizione dal club ma si porta dietro la sua bag introducendo nel panorama newyorkese abituato al rock psichedelico, brani dei Kool & The Gang, di Carlos Santana, degli Earth Wind & Fire e di James Brown, per citarne solo alcuni, dando cos\u00ec il via al periodo d\u2019oro della Disco Music e dei locali che verranno, uno fra tutti lo \u201cStudio 54\u201d. Grasso \u00e8 il primo uomo dietro una consolle, il primo dj moderno, l\u2019ispiratore dei padri della house come Nicky Siano, Frankie Knuckles, Larry Levan, David Mancuso e Walter Gibbons.<\/p>\n
In Italia \u00e8 davvero difficile datare l\u2019inizio e quindi l\u2019avvento dei deejays intesi in chiave moderna, alla Francis Grasso. \u00c8 idea comune che molto determinante sia stato il 1974 e l\u2019apertura della \u201cBaia Degli Angeli\u201d a Gabicce, dove si esibivano due deejays americani: Tom Sison e Bob Day.<\/p>\n
Fatta questa \u201clunga\u201d e doverosa premessa, \u00e8 tempo di raccontare la nostra storia, quella pugliese, quella nella quale parleremo di tre vere e proprie icone di questo mondo: Nicola Di Venere – classe 1960, Maurizio Macr\u00ec – classe 1967 e Dario Lotti – classe 1963 (in ordine rigorosamente alfabetico). Non c\u2019\u00e8 una regola precisa che stabilisce il primato di questi tre artisti, \u00e8 cos\u00ec dalla notte dei tempi. Se fai il loro nome allora stai facendo quello di tre intoccabili del panorama club pugliese.<\/p>\n
Nicola nasce a Bari, a Carbonara precisamente, Maurizio in Salento e Dario viene al mondo a Roma. Le loro storie si intrecciano da sempre con il meglio che le discoteche e l\u2019arte del djing in senso pi\u00f9 ampio siano riusciti ad esprimere in Puglia. Tutti e tre si formano con la disco music, un\u2019onda sonora travolgente che arrivava dall\u2019America, espressione di un mondo che stava cambiando e che lo faceva sradicando i taboo di una societ\u00e0 che di li a poco si sarebbe aperta alle nuove mode. I love to sing the songs i sing di Barry White \u00e8 il primo album che compra e suona Di Venere, per Macr\u00ec \u00e8 un 45 giri, Rapper\u2019s Delight della Sugarhill Gang, Lotti riceve in regalo dal padre Walkin On Music della Peter Jaques Band. Siamo a cavallo tra la fine degli anni settanta e l\u2019inizio degli ottanta e stiamo parlando di ragazzi che si avvicinano ad un modo che avrebbero solo potuto sognare posando una puntina sul vinile.<\/p>\n
C\u2019\u00e8 passione nelle storie di questi djs, c\u2019\u00e8 perseveranza e c\u2019\u00e8 soprattutto talento, tanto, straripante. Tutti e tre cominciano a suonare in club importantissimi fin da ragazzini, Nicola Di Venere conosce uno tra i dj italiani pi\u00f9 eclettici di sempre: Marco Trani, re indiscusso dello storico Easy Going di Roma e in seguito a questo incontro riesce a determinare il sound moderno ed innovativo di locali culto del barese come il Camelot, solo per citarne uno tra i pi\u00f9 famosi di sempre. A Maurizio Macr\u00ec viene affidata la consolle dello Xenon, tra le prime discoteche Salentine degne di questo nome soprattutto per le innovazioni tecnologiche che offriva al suo pubblico, come il pavimento della pista che si illuminava e un palco con specchi che apparivano all\u2019occorrenza. Dario Lotti si afferma e fa conoscere tutta la sua tecnica allo storico Mirage di Novoli e all\u2019Alex di Lecce. \u00c8 un tempo in cui non esistono i social, non esistono le piattaforme sulle quali acquistare l\u2019ultimissimo singolo di quel preciso artista, sono anni nei quali sei artefice del tuo successo e diventi famoso se sei bravo veramente, se hai gusto, se sai fiutare qualcosa e trasformarla in tendenza. Alla domanda \u00abcome hai fatto a farti conoscere in un tempo in cui non c\u2019erano i mezzi di oggi?\u00bb tutti e tre hanno risposto in maniera decisa: \u00abGrazie alla passione, alla capacit\u00e0 di continuare a credere in quello che stavo facendo in quel preciso momento senza mai dare nulla per scontato, investendo soprattutto in quello che era il mio sesto senso\u00bb. Il mondo tra gli anni ottanta e novanta non era quello frenetico di oggi; i social erano rappresentati dalle radio attraverso le quali promuovere la propria musica e il dj in discoteca era lo strumento attraverso il quale creare quel flusso inarrestabile che determin\u00f2 l\u2019epoca d\u2019oro dei club pugliesi.<\/p>\n
Sono loro che promuovono la New Wave inglese durante gli anni ottanta, fiutano e lanciano la house music agli inizi degli anni novanta, per poi proseguire fino ad oggi in una continua evoluzione musicale che mostra la loro capacit\u00e0 di fare tendenza; perch\u00e9 \u00e8 li che sta il segreto: avere tanto fiuto da anticipare ci\u00f2 che sar\u00e0, e, credetemi, \u00e8 per pochi.<\/p>\n
Negli anni Nicola, Maurizio e Dario sono diventati veri e propri punti di riferimento del mondo della notte, la loro carriera artistica cresce in maniera continua e i loro nomi vengono associati a locali che ancora oggi sono simbolo dell\u2019affermazione della cultura Disco in Italia. Sono centinaia i posti nei quali dall\u2019impianto audio viene diffuso il loro suono, sono talmente tanti che loro neanche li ricordano tutti. Abbiamo chiesto ad ognuno di loro se si sentisse particolarmente legato ad un luogo, ne sono venuti fuori tre: Divinae Follie, Guendalina e Blu Bay, perch\u00e9 quando pronunci questi nomi \u00e8 come se dicessi Nicola, Dario e Maurizio, in quei club c\u2019\u00e8 la loro anima, il loro modo di interpretare la notte, un pezzo importante della loro vita e di quella di generazioni che hanno ascoltato e continuano ad ascoltare un dj che non mette musica ma suona!<\/p>\n
Il talento non sprecato, perch\u00e9 \u00e8 di questo che parliamo, offre sempre delle nuove opportunit\u00e0, \u00e8 il treno a bordo del quale sali e che ti fa conoscere posti che non avresti mai immaginato. Per Nicola Di Venere, Maurizio Macr\u00ec e Dario Lotti queste nuove opportunit\u00e0 sono sparse per il mondo. Nicola suona a Chicago, al Billboard, Kiss e Crobar di Miami, al Pacha di Ibiza, al Titos di Palma di Maiorca, al Red & Blue in Belgio, oltre che nelle discoteche pi\u00f9 importanti della riviera romagnola. Dario promuove il suo sound sia in Italia che in locali culto della scena underground mondiale a Detroit, San Diego, Cincinnati e Toledo. Per Maurizio, oltre ai club pi\u00f9 belli dello Stivale, ci sono Ibiza, Londra e le lontanissime Filippine. Tutti e tre condividono notti e consolle con i djs pi\u00f9 importanti al mondo, da Frankie Knucles a Tony Humphries, da David Morales a Little Louie Vega, in una lunga lista di flyers, locandine e manifesti sui quali c\u2019\u00e8 scritto il loro nome al fianco dei pi\u00f9 famosi di sempre, quasi ad affermare che quei ragazzi espressione della caparbiet\u00e0 che contraddistingue tanti pugliesi, hanno realizzato un sogno che forse, oggi, con la logica del tutto e subito, sarebbe restato una chimera. Avrei tanto altro da dirvi sulle vite di Nicola, Dario e Maurizio. Le loro interviste mi hanno emozionato perch\u00e9 raccontano vite ricche oltremodo di esperienze uniche che certificano i premi della perseveranza, la determinazione di un sogno e soprattutto la testardaggine nel percorrere una strada che all\u2019inizio sembra impervia ma che dopo un po\u2019 ti porta a visitare posti dei quali avresti potuto solo leggere. Alla domanda se fosse nato l\u2019erede di ognuno, tutti e tre hanno sorriso rispondendo all\u2019unanimit\u00e0 che: \u00abC\u2019\u00e8 davvero tanto talento in giro, tanti ragazzi che oltre ad essere ottimi djs sono anche promettenti produttori; cambiano il contesto e le motivazioni per\u00f2. Oggi, forse, si ha la pretesa di voler arrivare subito ed \u00e8 pi\u00f9 facile diventare una meteora piuttosto che una pietra miliare\u00bb. All\u2019inizio dell\u2019articolo ho fatto una premessa, affermando che probabilmente avrei dimenticato qualcuno e per evitare di farla grossa ho chiesto ai nostri tre djs un nome che, a ragion veduta, avrebbe meritato un posto tra queste righe. La risposta \u00e8 stata unanime: Enzo Veronese. Siamo alla fine dell\u2019articolo ma non delle carriere artistiche di questi tre monumenti della club culture pugliese. Per chiudere ho voluto chiedere cosa ci fosse nel loro futuro guardandosi indietro, ai quasi quarant\u2019anni di carriera: \u00abCi sono la passione per la musica e la mia evoluzione personale e artistica\u00bb, come a dire che gli occhi di quei ragazzini che sognavano di fare i dj in giro per il mondo, ancora brillano e, soprattutto, sanno ancora sognare.<\/p>\n
Testo di Diego Colucci – Foto di Silvio Bursomanno<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Abbiamo incontrato Maurizio Macr\u00ec, Nicola Di Venere e Dario Lotti, tre dj divenuti icone dei music club Quando ho deciso di scrivere questo articolo sapevo che non sarebbe stato facile. Credo che dopo che alcuni addetti ai lavori lo avranno letto, probabilmente, sar\u00f2 travolto da molte critiche avendo scelto questo piuttosto che quel personaggio del mondo della notte. Diciamo quindi che ci\u00f2 che leggerete \u00e8 il parere personalissimo di uno che, tra una cosa e l\u2019altra, ha maturato tre requisiti fondamentali per affrontare l\u2019argomento: amare la musica dei club dove si balla, aver vissuto la seconda era d\u2019oro delle discoteche, […]<\/p>\n","protected":false},"author":4,"featured_media":7946,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[144],"tags":[],"yoast_head":"\n