Dopo i successi in Italia ed Europa, la pallavolista Valeria Caracuta è tornata a casa per giocare nel Volley Melendugno
Dalla Serie A, passando per le esperienze in Europa e con la Nazionale (medaglia d’oro con la maglia azzurra ai Giochi del Mediterraneo del 2013), Valeria Caracuta, talento salentino, originaria di San Pietro Vernotico, che ha scritto pagine importanti della pallavolo del nostro Paese, ha deciso di tornare nella sua terra, sposando il progetto sportivo del Volley Melendugno, giovane ed ambizioso club di B+. Lei, leader silenziosa, capace di toccare le vette più alte della pallavolo nazionale ed internazionale, ha deciso di tornare a casa, nella sua amata terra, lasciata nel 2011 per raggiungere Busto Arisizio prima di vestire le maglie di diverse compagini tra le più forti del Paese.
La sua esperienza e la sua tenacia, quindi, a disposizione di una squadra decisa a fare il salto di categoria. Valeria Caracuta e il Volley Melendugno insieme per una sfida difficile ma nello stesso tempo molto affascinante: portare una comunità di circa dieci mila abitanti nella Pallavolo che conta passando dalla porta principale senza alcun timore reverenziale. Una scelta di vita e professionale ben precisa che ha stuzzicato ed incuriosito tifosi e addetti ai lavori. Abbiamo incontrato la diretta interessata per un’intervista a tutto tondo, che ha toccato anche le corde della memoria, ricordando i suoi primi passi in questo sport.
Cosa ti ha spinto ad accettare questa nuova avventura?
Avevo voglia di tornare a giocare nel Salento visto che mancavo dai tempi
dell’Under 18. Mi è stato facile accettare questa sfida perché ho avvertito sin da subito ambizione e voglia di ottenere dei risultati importanti, questa è una società ben strutturata. Sin da subito i miei occhi si sono illuminati.
Come si è sviluppata la trattativa che ti ha portata a Melendugno?
Conoscevo già la società, tutto si è sviluppato in maniera naturale. Abbiamo trovato l’accordo nel corso di una cena, tutto molto veloce perché abbiamo capito di parlare la stessa lingua in termini di ambizione e motivazione.
Come sta andando la stagione?
Procede bene anche se abbiamo avuto degli alti e bassi. Il nostro girone prevede due stop obbligati che non ci hanno permesso di prendere il giusto ritmo. Stiamo lavorando per trovare i giusti rodaggi. Siamo motivate e stiamo lavorando molto bene. Stiamo crescendo tanto offrendo un bel gioco, abbiamo ben chiaro l’obiettivo della promozione. Siamo un mix di gioventù ed esperienza. Penso che lavorando bene si potrà arrivare molto in alto. La stagione è complicata, ma abbiamo creato un bel clima, e questo è un fattore fondamentale, un punto di forza da far valere nei momenti di difficoltà. Sappiamo cosa vogliamo raggiungere.
Che rapporto hai con il Salento?
Vivo un rapporto strettissimo con il mio territorio. Quando in passato ripartivo lo facevo col magone. Sono molto legata alla mia famiglia. Come tutti i buoni salentini quando me ne tornavo al Nord lo facevo coi miei pacchi di cibo (sorride, n.d.r.). Nelle mie esperienze all’estero ho sempre portato con me il Salento, la mia terra non la cambierei mai con nessun’altra. Da poco ho avviato la Vale Caracuta Volley School, proprio per trasmettere al mio territorio la passione che mi ha motivata nel corso della mia carriera.
Che impatto hai avuto con la B1?
Un impatto delicato, quando si cambia squadra e categoria ci sono dei cambiamenti da fare, mi aspettavo un campionato di alto livello e così infatti
si sta rivelando. Questa è una categoria di livello che forse viene sottovalutata; ci sono squadre di livello con giocatrici di categoria superiore.
Che momento vive il movimento pallavolistico italiano?
Grazie alle nostre rappresentative nazionali le persone si stanno sempre più appassionando a questo sport. Tanto merito va dato a chi lavora per questo. Ci
sono molte bambine che si stanno avvicinando e questo lascia ben sperare per
il futuro. Sia in nazionale che in A c’è un livello altissimo. Siamo molto competitivi a livello nazionale, europeo e mondiale. Il nostro Paese ha capito veramente che con la pallavolo ci si può divertire molto, che è uno sport pulito che può far crescere tanto.
Ambizione, attitudine e caparbietà: cos’altro serve per vincere?
Credo pazienza. Se si vuole fare dei passi in avanti bisogna saper rinunciare a qualcosa e ad avere pazienza. Dopo un ko o un infortunio occorre fare ricorso
anche alla pazienza. Queste caratteristiche io le ho sempre avute, sin da quando avevo 14 anni. A quell’età chiesi a mio padre di indirizzarmi verso una scuola che mi potesse permettere di dedicarmi alla pallavolo, perché ne volevo fare il mio lavoro. Serve quella giusta dose di pazienza e ambizione.
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