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TMF – Quando la crisi fa bene

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«Negli anni bui di Taranto abbiamo portato a termine una riorganizzazione aziendale», racconta Cataldo D’Ippolito, fondatore di TMF e Ecodi. I risultati non hanno tardato ad arrivare

Nel cuore di Taranto a due passi dal mare che racconta storie di secoli passati e di speranze future ci sono le aziende dell’imprenditore, Cataldo D’Ippolito, un simbolo di resilienza e innovazione. Le aziende da lui fondate da quasi mezzo secolo, hanno saputo resistere alle tempeste del mercato, affrontando sfide sempre più ardue e raggiungendo nel tempo traguardi e risultati invidiabili. 

Un imprenditore che nella guida delle sue aziende di famiglia non è più solo, i suoi figli: Cosimo D’Ippolito e Rossana D’Ippolito tengono ben strette le redini della T.M.F. e della Ecodi. Oltre sessanta dipendenti e fatturati importanti, una piattaforma di rifiuti in ampliamento ed il rilancio di un cantiere navale storico. Sono questi i numeri e i fatti dei quali parlare con la famiglia D’Ippolito. 

Come si riesce a sopravvivere in un’area depressa a livello industriale come la città di Taranto?

Taranto è una realtà che ha ucciso la speranza nel futuro. Si è iniziato con la dismissione della Belleli nel 2000, che era una delle aziende più importanti nel panorama delle costruzioni di piattaforme off-shore, poi il dissesto del Comune di Taranto che ha segnato negativamente i bilanci di tante aziende che si erano esposte in quelli anni con appalti pubblici. Tra tante vertenze aziendali si arriva al 2012 con il sequestro dell’Ilva e tutto ciò che ne è conseguito. La crisi del siderurgico ha colpito duramente Taranto, una città che ha vissuto per decenni grazie all’industria pesante. Le strade un tempo piene di vita ora risuonano solo del frastuono delle macchine ferme, e molte famiglie si sono ritrovate senza lavoro. Con il cuore pesante, ho osservato la mia città scivolare nell’incertezza, ma sapevo che non potevo permettermi di arrendermi. Anche noi abbiamo toccato con mano le difficoltà del territorio, siamo leader nel settore dei rottami metallici e tra i nostri maggiori clienti c’è sempre stato lo stabilimento siderurgico. Ci siamo guardati intorno ed abbiamo aperto nuove collaborazioni attraverso incontri e conferenze, abbiamo aumentato la partecipazione a bandi per lavori e forniture. 

Quali risultati ha portato questo nuovo approccio ai mercati ed alla committenza?

I risultati sono stati molteplici ed hanno interessato vari aspetti della vita aziendale. Si è avviata una rivoluzione organizzativa per le due aziende la T.M.F. srl e la Ecodi srl. Laddove prima c’era una sovrapposizione gestionale ed operativa adesso vi è una netta distinzione tra le due realtà, che operano in contesti completamente differenti, ma che nello stesso tempo sono in grado di interagire per il completamento delle commesse acquisite. Questa differenziazione ha consentito di focalizzarsi meglio nel proprio ambito di appartenenza e di sviluppare le proprie peculiarità. Ne è conseguito che in questi ultimi anni la T.M.F. ha consolidato la sua leadership nel settore del recupero del rottame ferroso, ma non solo, ed anche nel settore delle demolizioni industriali, mentre la Ecodi si è ritagliata un ruolo importante nel settore della cantieristica e nelle manutenzioni navali, con il rilancio di uno storico cantiere navale, da anni abbandonato, testimone silenzioso di storie passate. Oggi, grazie al rilancio di questo cantiere, si aggiudica commesse e riceve feedback positivi da aziende del calibro di Fincantieri e di Orizzonti Sistemi Navali, annoverando tra i suoi clienti la Marina Militare italiana. Questa rivoluzione organizzativa ha portato con sé una riorganizzazione delle gerarchie aziendali con la valorizzazione della seconda generazione di imprenditori di famiglia, i miei figli, che si è ritagliata un ruolo importante e primario nel panorama imprenditoriale non solo locale.

Quindi possiamo dire che l’aria di crisi generale che ha attanagliato ed ancora attanaglia il territorio è stata una molla, una spinta per perseguire una strada di rivoluzione che vi ha portato benefici.

Certamente. Con la mia sagacia e con la collaborazione dei miei figli ho deciso di affrontare la crisi come un’opportunità. La crisi per noi è stata uno stimolo per individuare nuovi mercati e nuove soluzioni, averla contrastata, ottenendo miglioramenti aziendali, ci ha fornito lo spunto per sviluppare ulteriori progetti di investimento. Allo studio, o meglio, in fase di sviluppo e prossime alla loro applicazione ci sono soluzioni all’avanguardia e nuove tecnologie da implementare a quelle già presenti nelle due aziende. Per la T.M.F. abbiamo in itinere il procedimento per l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, che riguarda la prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento grazie all’utilizzo di nuovi macchinari per il recupero dei rifiuti. L’ampliamento prevede l’aumento della superficie dello stabilimento ubicato nella zona industriale di Taranto che garantirà la possibilità di gestire quantità maggiori di rifiuti da riciclare e un conseguente minor conferimento degli stessi in discarica, tutto in previsione di una maggiore sostenibilità ambientale. Per la ECODI i programmi sono ancora più ambiziosi. Come già detto, abbiamo riavviato uno storico cantiere Navale in disuso da decenni nel cuore di Taranto. Abbiamo cercato di curare una parte dell’anima della città, riportando in vita un pezzo di storia che meritava di essere raccontato. In questo cantiere ci proponiamo di effettuare riparazioni, adeguamenti e refitting su imbarcazioni commerciali, militari e private. Abbiamo maturato nel settore una esperienza pluriennale e grazie ai continui investimenti stiamo arricchendo il parco attrezzature con macchinari di ultima generazione in grado di effettuare lavorazioni accurate e dalla precisione elevata così da poter raggiungere livelli di performance ai vertici e fornire al committente un prodotto di qualità. Le nuove attrezzature garantiranno altresì ulteriori passi avanti nella tutela dell’ambiente e in materia di sicurezza per i nostri lavoratori e ci permetteranno di risultare altamente competitivi sul territorio.

Come vede il futuro?

Io sono sempre ottimista, se non lo fossi stato non sarei dove sono e non avrei raggiunto questi traguardi. Anche i miei figli lo sono, ed è proprio l’ottimismo che li porta ad affrontare le sfide del presente. Ottimismo e passione, unite alle capacità professionali sono il giusto connubio capace di sostenerti nelle sfide quotidiane. Il territorio ha notevoli potenzialità ancora inespresse e in alcuni casi represse. Noi vogliamo contribuire a fare da volano a queste potenzialità. Noi ci siamo e ci saremo sempre per lo sviluppo del nostro amato territorio e della nostra città.

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