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Spaghetti all’assassina: tradizione e curiosità della ricetta barese

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Foto di lacucinaitaliana.it

Spaghetti all’assassina: tradizioni e curiosità della famosa ricetta barese

Dalla croccantezza unica e dal gusto super saporito, gli spaghetti all’assassina sono un piatto tipico della cucina barese, che conquista proprio tutti.

Molti pensano che gli spaghetti all’assassina siano un piatto di recupero, ma in realtà non è esattamente così: sono il lampo di genio di un cuoco, colto alla sprovvista dalla particolare richiesta di un cliente.

I segreti degli spaghetti all’assassina

Di solito, infatti, la pasta secca viene fatta cuocere in acqua bollente: invece, la tecnica utilizzata per cucinare gli spaghetti all’assassina è quella della “risottatura”, che consiste nel far cuocere gli spaghetti direttamente nel condimento. Questo permette alla pasta di assorbire tutto il condimento, fino alla creazione di una crosticina. Il risultato finale è un connubio di cremosità e croccantezza, che ti avvolge in un vortice di sapori.

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Foto di altacucina.co del piatto dello chef Vincenzo Campanale

Storia e origine del nome

Ma come sono nati gli spaghetti all’assassina e perché questo strano nome?

Gli “Spaghetti all’assassina” sono nati una cinquantina di anni fa, esattamente nel 1967, in una piccola trattoria della città di Bari, chiamata “Il Sorso Preferito”. Ma facciamoci raccontare la storia di questo piatto, proprio da chi questo piatto l’ha inventato: il cuoco Enzo Francavilla.

Ecco, la sua intervista su oraviaggiando.it a riguardo:

«Appena aprii il “Sorso”, solo un paio di giorni dopo, entrarono due signori provenienti dal Nord Italia e mi chiesero di preparare loro un primo piatto che fosse gustoso e sostanzioso. Mi inventai così un piatto di spaghetti con una salsa di pomodoro e una generosa dose di peperoncino, preparati direttamente nella padella di ferro, facendo “stringere” bene il condimento e creando così una gustosa crosticina esterna. Li servii consigliando loro di bere soltanto a fine piatto e così fecero. Poi mi avvicinai per chiedere se avessero gradito e uno di loro mi disse soddisfatto: “Buonissimi davvero”. Poi, sicuramente riferendosi a quanto erano stati graditi ma soprattutto alla piccantezza, proseguì sorridendo: “Sei un assassino”. Così decisi che il nome perfetto era proprio “Spaghetti all’assassina” e, da quella sera, il piatto diventò una richiestissima specialità del ristorante “Al Sorso Preferito”.»

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Foto di angolodidafneilgusto.com

L’accademia degli spaghetti all’assassina

Oggi, gli spaghetti all’assassina sono famosi e richiesti in tutto il mondo. È un piatto passe-partout, proposto sia dalle piccole trattorie locali, sia dai grandi ristoranti di lusso. Tant’è che esiste un’accademia dedicata: l’Accademia degli spaghetti all’assassina. Composta da amanti ed esperti di questo piatto, si impegna a valorizzarlo attraverso incontri mensili che ruotano attorno alla condivisione e alla convivialità. L’Accademia difende l’utilizzo della padella di ferro nero, utensile indispensabile per la preparazione degli spaghetti all’assassina. Si tratta di una padella oliata, bruciata e mai lavata; infatti, per pulirla si usava la carta di giornale, in modo che non perdesse tutto il grasso. L’uso di questo tipo di padella è un tasto dolente, non esente da critiche.

Altre curiosità sull’assassina

Gli spaghetti all’assassina stanno spopolando, anche sui social, grazie alla fiction “Le indagini di Lolita Lobosco, andata in onda su Rai1, interpretata da Luisa Ranieri e tratta dai romanzi della scrittrice pugliese Gabriella Genisi. A tal proposito, il terzo episodio della serie è intitolato proprio “Spaghetti all’assassina” e ha generato un inatteso hype. Infatti in tanti, presi dalla curiosità hanno cercato la ricetta su Internet, tant’è che al termine della puntata le parole “spaghetti all’assassina” hanno avuto un boom di ricerche su Google Trends.

Del resto, come direbbe il mitico Federico Fellini “la vita non è altro che una combinazione di pasta e magia”… E allora, che pasta all’assassina sia!

 

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