Personaggi

Silvio Bursomanno: artista della luce

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silvio bursomanno

Qualcuno lo ha definito l’artigiano della fotografia, per l’attenzione e la meticolosità con cui mette in scena la sue creazioni, facendole diventare icone di moda e semplicità, eleganza e poesia.

Qualcuno lo ha definito l’artigiano della fotografia, forse per l’attenzione e la meticolosità con cui, Silvio Bursomanno, fotografo pubblicitario leccese, mette letteralmente in scena le sue creazioni facendole diventare icone di moda e semplicità, di eleganza e poesia. Sono passati quindici anni da quando Silvio ha deciso di fare della sua passione un lavoro, prima come socio fondatore in un’agenzia di comunicazione e fotografia, poi da freelancer con il suo omonimo studio fotografico.

Da quando ha tolto la divisa, perché prima di fare questo Silvio aveva pensato di far carriera in Marina Militare, e si è imposto in maniera prepotente in uno scenario, quello pugliese, che ancora non aveva capito appieno le potenzialità della fotografia in ambito pubblicitario, nella possibilità che una foto potesse diventare un elemento comunicativo talmente forte da raccontare talvolta un volto, un prodotto o semplicemente un piatto realizzato dalla mano di uno chef.

Possiamo affermare che prima che arrivassero quelli come Silvio, perchè è bello ricordare che in questi ultimi anni il Salento è cresciuto tantissimo a livello artistico, la fotografia pugliese era ancora fortemente ancorata a linguaggi troppo canonici che spesso non contemplavano l’utilizzo professionale di software e attrezzature che potessero dare ancora più valore all’occhio del fotografo, alla sua sensibilità, al suo senso estetico. Lo stile della sua fotografia è pulito, essenziale, diretto, mirato all’esaltazione del dettaglio.

Da Elodie all’etoile Eleonora Abbagnato, da Roy Paci a Dolcenera

Autentica protagonista è la luce per raccontare il soggetto. I suoi ritratti per personaggi della moda e dello spettacolo sono diventati veri e propri esercizi di stile e creatività, di capacità di fermare un piccolo attimo, acquisirne la luce e raccontare un volto che altro non è che un frame dell’anima del soggetto. Roy Paci, Dolcenera, e poi ancora Elodie, l’etoile Eleonora Abbagnato, la cantautrice Serena Brancale, l’attore Gabriele Greco, per citare solo alcuni dei nomi che Silvio ha avuto l’onore di ritrarre e quindi annoverare nel suo portfolio; un contenitore che nel corso di questi dieci anni si è arricchito con nomi importanti dell’imprenditoria, della politica e della cultura.

silvio bursomanno

Food photography

Quando parla di food photography, Silvio sa dire la sua senza essere mai banale o scontato. Negli scatti che raccontano spesso il cibo o il vino si può leggere una enorme passione per la materia; senza doverlo nemmeno chiedere riusciamo a percepire che l’artista ama mangiare e ama bere e trasforma queste sue passioni in declinazioni di luce che riescono a carpire l’attenzione dell’osservatore più esigente.

Nelle sue campagne, veri e propri set cinematografici, l’estro creativo salta fuori e prevale dando al prodotto la possibilità di emergere diventando perno intorno a cui tutto ruota nel canonico esercizio dei metodi e degli strumenti della fotografia pubblicitaria.

Le idee di Silvio sono spesso provocatorie e rivoluzionarie, nella sua concezione del bello la donna ha una centralità prevalente e quando non è protagonista riusciamo a percepire anche nell’accezione maschile, la presenza di un senso estetico proprio dell’aurea femminile.

Le sue fotografie per le più belle campagne pubblicitarie

Tolgono il fiato, tra le più famose e suggestive, le campagne pubblicitarie realizzate in un coinvolgente total white per Rohesia di Cantele o, utilizzando lo stesso mood ma in maniera più pomposa e faraonica, quella realizzata per Rivedil Italia 9010. Il colore diventa arredo e scalda l’anima nei concept di “Le Carose” mentre la geometria la fa da padrona negli scatti per Ninì Lovers. Silvio è artista della luce, la padroneggia in maniera consapevole per regalare all’osservatore quadri sui quali viene declinato il bello in forma d’arte.

Gli abbiamo chiesto di fare un bilancio di questi primi quindici anni, ci ha detto che:

«forse è ora di cominciare a lavorare, il tempo vola quando ti svegli al mattino col sorriso e sei consapevole che ciò che stai andando a fare ti piace veramente. Che quasi certamente sarai gratificato dalla soddisfazione del cliente e che domani sarà una giornata totalmente differente ma sempre stimolante: una bottiglia di vino, una collezione di costumi da bagno, un hotel… non importa, la passione è sempre la stessa. Non mi piace quando mi definiscono “fortunato” per il lavoro che faccio, me lo sono guadagnato con sacrifici e tanta gavetta. A un certo punto della mia vita ho capito che il “posto fisso” non era per me, avevo bisogno di respirare “bellezza” e ne siamo circondati, basta guardare con gli occhi del bambino che era in noi. Domani, forse, comincerò a lavorare… ma non credo!».

Auguriamo a Silvio di continuare a regalare emozioni attraverso i suoi scatti perché il mondo ha bisogno di essere raccontato con occhi diversi, più sensibili e attenti di quelli che lo guardano in maniera superficiale ogni giorno. Abbiamo bisogno d’arte ed estro, provocazione e bellezza, elementi indispensabili affinché il bello possa essere vissuto come un’esperienza nuova e ciò che guardiamo abbia prospettive diverse che ci permettano di apprezzarne un contenuto ritrovato.

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