Personaggi

Saverio Sticchi Damiani: miracolo (A) Lecce

0
saverio sticchi

Conti in ordine, spazio ai giovani e un sogno: vincere lo scudetto Primavera. Il presidente della squadra salentina, Saverio Sticchi Damiani, che lotta per la salvezza nella massima serie ci spiega la sua idea di calcio sostenibile. E parla della sua città e dei leccesi.

Per molti, l’idea di un professionista o di un imprenditore affermato e benestante che decide di dedicare tempo e denaro ad una squadra di calcio o di basket è qualcosa di inconcepibile. Ma prima di poter giudicare bisognerebbe condividere le stesse passioni e le stesse ambizioni. Forse anche l’idea di fare qualcosa di buono per la propria città. Anche a costo di rimetterci.

Ecco, la figura di Saverio Sticchi Damiani ci incuriosiva proprio perché volevamo capire qual è stata la molla che è scattata nella mente e nel cuore di uno dei più stimati avvocati pugliesi il giorno in cui ha deciso di vestire la prima maglia giallorossa.

Cosa l’ha portata ad occuparsi di calcio e diventare presidente e socio di maggioranza assoluta della squadra?

Sinceramente non era assolutamente nei miei programmi. Io vivo
principalmente a Roma dove ho il mio studio professionale ed il mio lavoro non mi concedono un attimo di respiro. Aggiungerci il calcio era impensabile, ma quando nel 2015 ho capito che il club era in brutte acque e rischiava di sparire mi sono detto “tocca a me, sarà il mio modo di restituire alla mia gente quanto di bello ho ricevuto dalla mia terra e dalle mie radici”. Sono diventato socio di maggioranza assoluta quando Renè De Picciotto ha deciso di chiudere la sua avventura da socio del Lecce. Anche in questo caso non era una mia
priorità, ma era necessario che qualcuno si facesse carico di questo ulteriore impegno, è toccato a me perché gli altri soci non hanno voluto aumentare il
loro investimento. Non nascondo che mi è pesato sul piano finanziario sopportare questo ulteriore esborso, ancora una volta non programmato.

Che idea di calcio ha?

Io cerco di fare un calcio sociale, mi piace pensare che attraverso il Lecce la gente che lo ama possa sentirsi ancora più orgogliosa e felice di essere salentina, specie quei tifosi che nella loro vita hanno solo il Lecce e poco altro. Sono tanti: per loro il Lecce non è solo una fede, è un compagno di vita, una
presenza quotidiana.

Ha mai pensato: chi me lo ha fatto fare?

Non posso permettermi di pensarlo, io vado dritto per la mia strada, voltarsi
indietro per i rimpianti toglie energie e basta.

Il calcio può essere “sostenibile”? O è diventato solo finanza e mercati?

Il Lecce pratica un modello di calcio sostenibile, con grande coraggio ed
in controtendenza con il contesto generale. Ci vuole coraggio a giocare
in serie A con 5/6 elementi nati dopo il 2000 nella formazione
titolare. È l’unico modo per creare patrimonio tecnico ed economico
e non indebitare il club. Se tutte le società ragionassero così sarebbe
una competizione ad “armi pari”, in tante invece allestiscono rose piene
di nomi importanti, attingendo a risorse di cui non dispongono pur
di raggiungere il risultato sportivo. Se un giorno dovessero essere introdotti dei vincoli che impongono il rispetto di certi equilibri finanziari noi saremmo avvantaggiati perché siamo già strutturati per fare questo. Nel frattempo cerchiamo di essere competitivi sul piano sportivo nonostante la nostra ferma volontà di gestire la società con un equilibrio di bilancio.

Saverio Sticchi Damiani

Come fate a far quadrare i conti?

Con una politica fondata sui giovani. In prima squadra abbiamo tante scommesse in rosa che con coraggio stiamo lanciando in serie A. E poi abbiamo un grande settore giovanile, con una Primavera che è il fiore
all’occhiello: è nella zona play off scudetto del campionato Primavera 1
e ormai gioca alla pari contro Atalanta, Juventus, Milan, Inter, quindi con i
più importanti settori giovanili italiani. È un miracolo che porta il nome di
Pantaleo Corvino che in poco più di due anni ha creato tutto questo patrimonio tecnico, mettendo in pratica uno dei principali pilastri del
mio programma e della mia (e dei miei soci) visione del calcio.

L’economia locale vi assicura il sostegno che vi aspettavate?

Tante aziende locali ci sostengono, credono nel nostro progetto, amano il
Lecce e si fidano di questa società. La maglia presenta tutti sponsor “made
in Salento” che però hanno raggiunto una dimensione nazionale grazie alla
lungimiranza degli imprenditori che le rappresentano.

Che progetti avete per i prossimi anni?

Sarebbe bello consolidarsi in serie A, ma non solo: vorrei vincere lo scudetto
con la Primavera, avere un Via del Mare completamente ristrutturato ed
un centro sportivo di proprietà. Poi posso andare in pensione!

Cosa pensa di Lecce? Cosa migliorerebbe della sua città?

Lecce ha potenzialità pazzesche, inimmaginabili. Si farà un salto definitivo quando si smetterà di pensare per comparti, per fazioni, per centri di potere. L’identità, la cultura, la sensibilità del Salento è unica e deve essere tutta al servizio del territorio, bisogna coinvolgere tutti, non escludere. Nel calcio questo accade già, i tifosi sono più proprietari del Lecce di me, lo sentono loro, mettono da parte l’io per il bene della squadra, i gruppi di tifosi dimenticano di essere appartenenti ad organizzazioni differenti, tifano solo il Lecce e conta
solo questo. Sarebbe bello che anche il cittadino leccese facesse lo stesso
“salto” a partire da chi comanda, decide, governa.

E dei leccesi cosa pensa?

I leccesi che agiscono, costruiscono, lottano per le loro battaglie rappresentano un popolo dalla dignità infinita, poi c’è anche una Lecce che
preferisce “il parlare” al “fare” che non mi piace affatto, è una zavorra per il
territorio perché spesso con giudizi cattivi ed invidiosi disincentiva chi vuole provare a costruire qualcosa.

Riesce ad avere del tempo libero? Come lo sfrutta?

Né ho davvero poco, ma non mi lamento, ho scelto io di vivere così. Cerco di godermi mia moglie Marina, ma lei è coinvolta in tutte le mie cose ed i suoi giudizi per me sono preziosi, quindi non riposo mai nemmeno quando sono con lei.

Qual è il suo sogno?

Essere ricordato, ma non per i risultati raggiunti, magari per aver lasciato in chi mi conosce qualcosa di buono.

 

You may also like

More in Personaggi

Comments

Comments are closed.