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RAFFAELE MISCEO – «L’inglese è il mio business»

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raffaele misceo cover

L’imprenditore pugliese ha aperto sedi della sua Escape Campus a Londra, Ibiza e Bari. Ha uffici anche a Dubai e Madrid. E continua a crescere a doppi cifra grazie alla tecnologia. E oggi anche grazie all’Intelligenza Artificiale.

Dieci milioni di fatturato, 220 collaboratori, tra i 6000 e i 7000 iscritti ogni anno: sono i numeri impressionanti della Escape Campus, la scuola d’inglese fondata nel 2017 dal barese Raffaele Misceo, che oggi ha sedi a Bari, Londra, Ibiza e uffici a Dubai e Madrid. Il segreto di questo successo lo spiega lo stesso imprenditore: «L’aver puntato fin dall’inizio sullo sfruttamento delle piattaforme tecnologiche». Cosa che continuerà a contraddistinguere Escape Campus, che sta già usando l’Intelligenza Artificiale per implementare il servizio offerto ai clienti sparsi in tutto il mondo.

La storia di Misceo è la classica storia di un giovane emigrato pugliese che cerca fortuna altrove.

Quando partì da Bari, nel 2013, aveva 26 anni e un diploma strappato “con non poche difficoltà” all’Itc De Viti De Marco. La sua compagna Paz, spagnola che si trovava in Puglia per un Erasmus, desiderava fare un’esperienza in una grande città. Scelsero Londra, come centinaia di altri ragazzi pugliesi. E come quasi tutti gli espatriati, Misceo non sapeva parlare l’inglese. Partirono con pochi soldi, mille euro a testa. «Come tutti i giovani che vanno in un posto nuovo, ero alla ricerca di opportunità, ma non volevo lavorare nella ristorazione e fare la solita trafila che in molti conoscono: lavapiatti, cameriere, manager o cuoco, poi magari cambi lavoro e inizi a fare qualcos’altro». L’intuizione gli arrivò subito, guardandosi intorno: «Visto che tanta gente cercava lavoro e casa, allora decisi di creare un business basato su queste necessità e realizzai il sito web e la pagina facebook “Fuggi a Londra”, che divenne una vera e propria agenzia del lavoro. In pratica facevo il recruiter, aiutavo gli italiani a trovare un lavoro, contattavo i manager dei ristoranti italiani e chiedevo loro se avevano bisogno di personale». Misceo inizia a guadagnare e ad affinare il suo spirito imprenditoriale. L’upgrade della sua attività giunge prestissimo, in maniera quasi scontata. «Come me, la maggior parte dei giovani italiani che arrivavano a Londra non parlavano la lingua, così ebbi l’idea di affittare una stanza fuori città, dove gli affitti erano più bassi, e con un professore iniziammo a tenere le prime lezioni di inglese». Il business si trasforma, e così cambia anche il nome dell’azienda: nel 2015 il Fuggi (di Fuggi a Londra) diventa Escape e gli viene aggiunto Campus. È evidente che Misceo ha iniziato a prendere confidenza con l’inglese.

«Il successo fu quasi immediato. E tra i primi frequentatori delle lezioni ovviamente ci fui anche io, per perfezionare la lingua e per vedere come funzionava l’azienda, come si trovavano i primi iscritti». 

A dare una grossa mano, la scelta di differenziarsi dai competitor già presenti sul mercato. Un mercato che a Londra è sterminato, agguerrito, super-affollato. «Fin da subito ci siamo distinti sia come metodo di studio che come tecnologia. Abbiamo sviluppato tanta tecnologia e nel 2015 ci fu assegnato il premio Smau come azienda per l’Innovazione digitale. Tutti i processi della scuola sono digitalizzati: nessun foglio di carta, nessuna penna». Una scelta che cinque anni dopo non solo ha salvato l’azienda, ma le ha permesso di crescere nonostante il lockdown e la pandemia. Che sono stati una emergenza, certo, ma anche una immensa opportunità.

«In effetti il lockdown per noi ha rappresentato l’inizio di un nuovo boom. Avendo sviluppato fin dall’origine la piattaforma di e-learning, gli studenti da sempre potevano decidere se frequentare le lezioni in classe oppure online. Dunque non ci siamo mai fermati, ed anzi abbiamo aumentato le iscrizioni proprio perché i corsi non sono stati sospesi». Per di più si è registrato un fenomeno interessante: «Con la chiusura obbligata dei campus a causa della pandemia, anche chi inizialmente era più scettico si è ritrovato a dover usare il digitale, e ora che abbiamo riaperto molti di loro hanno deciso di continuare a frequentare online. La pandemia ha cambiato tante cose». 

I collaboratori di Escape Campus provengono da tutto il mondo e di tutte le religioni, «perché da sempre abbiamo impostato la nostra azienda sull’etica delle diversità. E ovviamente anche i professori possono insegnare in remoto: ne abbiamo alcuni che lavorano dalla Cina, dagli Emirates, dall’Italia, dalla Francia». 

L’espansione è avvenuta seguendo due direttrici, campus fisici e lezioni online: «La nostra app consente di seguire le lezioni in tutto il mondo pagando una fee mensile di appena 5 euro. Vogliamo rendere l’inglese accessibile a tutti, anche nei paesi in cui i redditi sono bassi».

Grazie all’utilizzo dell’IA ogni utente può ricevere il suo piano di studi, personalizzato in base al suo livello e alle sue difficoltà con la lingua, quindi il corso diventa davvero “fatto su misura”.

Per arrivarci bisogna prima rispondere ad un questionario, poi ci sono video e audio. Si può fare tutto al cellulare, tutto a distanza: attraverso lo speaking allo smartphone il sistema riconosce errori grammaticali o fonetici. l’IA analizza poi il writing e dopo l’analisi finale dà una lista di esercizi scritti finalizzati a colmare le lacune. Poi si passa alla grammatica e alla comprensione.

Le potenzialità di crescita per Escape Campus sono ancora enormi: «Continueremo ad investire sulla tecnologia per continuare a scalare a livello mondiale», dice Misceo. Che finora ha centrato ogni obiettivo ed ha visto avverarsi ogni suo sogno.

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