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Pasquale Zonno: L’uomo dalle mille maschere

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pasquale zonno

Pasquale Zonno è diventato una vera icona dell’unconventional, guadagnandosi il titolo di più grande trasformista del Salento

Fin dalla notte dei tempi la maggior parte degli esseri umani si è cucita addosso la maschera di qualcun altro per essere accettata dagli altri. È un sistema di difesa naturale che nasce dalla convinzione che più si è omologati ad una determinata “società” più si è sicuri di essere ben voluti. Questo fenomeno ha raggiunto picchi enormi proprio ai giorni nostri, con la vita “virtuale e farlocca” che si sostituisce a quella reale e ognuno di noi sembra chi non è, in maniera ridondante ed infinita. Siamo purtroppo diventati schiavi di una società che in maniera cinica ha imposto canoni ben precisi di riconoscibilità, appartenenza e bellezza, e noi siamo li, in continua apprensione, nella speranza e paura che ciò che abbiamo scelto di essere sia accettato da una “Balena dal cuore piccolo ed una bocca enorme” (per citare l’immenso Dario Brunori). Con enciclopediche capacità camaleontiche ci adattiamo alle circostanze, al pensiero comune o di tendenza, senza accorgerci che pian piano stiamo sparendo nell’abisso della mediocrità dove non conta il pensiero ma la forma, pomposa e senza alcuna debolezza. Basterebbe guardarci allo specchio con attenzione per capire chi abbiamo veramente davanti. La conoscenza di questo o quel losco individuo ci stupirebbero ma, forse, saremmo noi stessi con tutte le nostre meravigliose insicurezze.

È chiaro che non si può fare di tutta l’erba un fascio, questo significherebbe affermare che per il mondo non esiste speranza alcuna e, credetemi, non è così. Molte persone hanno scelto di essere sé stesse sfidando i luoghi comuni e soprattutto quel branco famelico che dovrebbe approvare o sbranare. Ci sono uomini che vivono la propria esistenza prendendosi gioco del sistema e mentre gli altri lottano per essere chi non sono, loro si camuffano per deridere gli standard del nostro tempo enfatizzando gli aspetti più curiosi e a volte più assurdi. È il caso di Pasquale Zonno di San Pietro Vernotico che grazie a migliaia di trasformazioni è diventato, nel corso degli anni, una vera e propria icona dell’unconventional guadagnandosi il titolo de “il più grande trasformista del Salento”. È veramente difficile andare a trovare un personaggio famoso che sia riuscito a sfuggire alle sue imitazioni, sempre surreali e con una marcata capacità di sottolineare difetti rendendoli caratteri distintivi che diventano oltremodo comici e fuori dalle righe.

pasquale zonno

Partiamo col dire che quello del trasformista non è un lavoro, nella vita di tutti i giorni Pasquale è un imprenditore pugliese di successo, produce dame in pet e se qualche volta vi è capitato di acquistare un boccione di vino o d’olio, probabilmente avrete avuto tra le mani un contenitore formato dalla sua azienda che, in Puglia, detiene una bella fetta di mercato. La sua storia è legata a due eventi fondamentali: una relazione infinita e una morte improvvisa. Questi due elementi avrebbero sconvolto la vita di chiunque gettando il malcapitato nel baratro della disperazione, ma non il protagonista della nostra storia che, proprio nello sconforto, riesce a trovare un modo unico di esprimersi che lo aiuta a rialzarsi e portare a compimento un sogno iniziato anni prima.

Il Pasquale di oggi nasce con la fine della relazione con la compagna storica e la conseguente necessità di rimettersi in gioco! Era arrivato il momento di tornare alla vita con i canoni dei ragazzi della sua età, ancora troppo giovani per “omologarsi” alla routine coniugale senza prima aver assaporato quanto di buono la fuggente gioventù aveva da offrire. Ed è in questo rinascere che Pasquale incontra colui il quale gli avrebbe conferito il coraggio ma soprattutto la faccia tosta per fare ciò che fa: Stefano Cacudi.

Un’amicizia davvero importante la loro; al contrario di ciò che si potrebbe pensare Stefano era vulcanico mentre Pasquale quello più sobrio.

Hanno una passione, quella per gli eventi in cui si fa chiasso, dove il Kitsch dei costumi si fonde con la musica in una baraonda che travolge tutti. Stefano fa il vocalist e Pasquale si traveste. Nessuno di loro ha esperienza. Le prime feste che animano sono quelle estive, organizzate negli stabilimenti balneari, dove in nome del budivertimento e dell’essere in vacanza, tutto si può fare. Pasquale e Stefano sanno che la loro proposta funziona e non si curano del fatto che spesso appaiono fuori dalle righe trascendendo nel trash più assoluto. Fondano la Zonno Cacudi Show e grazie all’estro che dimostrano ovunque, video furbi fatti per i social e la capacità di essere in ogni dove con un travestimento che stupisce, cominciano a far parlare tanto di loro approdando così nelle discoteche più importanti del Salento e grazie ad alcuni tour, anche in quelle italiane. Tutto sembra perfetto, quell’amicizia nata per caso nella necessità sembra intoccabile, eterna. Sebbene si dica che ognuno di noi sia artefice del proprio destino, purtroppo, spesso bisogna fare i conti con il fato avverso: alle quattro del mattino del 23 luglio 2010, dopo un tragico incidente al ritorno da una serata, Stefano muore e Pasquale è di nuovo solo.

Chiunque avrebbe mollato in una situazione del genere. Conosco entrambi e so, per averla vissuta in prima persona, quanto la loro amicizia andasse oltre, quanto fosse un rapporto simbiotico che distribuiva energia vitale nell’uno e nell’altro. Pasquale non si arrende e decide di andare avanti nel nome dell’amico Stefano. È qui che inizia un profondo cambiamento e ciò che era nato per essere un grande spettacolo dell’assurdo si trasforma in una mission volta ad aiutare il prossimo. La Zonno Cacudi Show diventa un’associazione che coinvolge tanti ragazzi e nel nome di Stefano promuove spettacoli il cui ricavato viene devoluto in beneficenza. Pasquale trasforma alcuni locali di sua proprietà in un museo affinché ci fosse un luogo dove incontrarsi e dopo qualche anno la gallery diventa la casa di Pasquale dove centinaia di maschere, costumi e oggetti introvabili riempiono ogni singolo centimetro raccontando una storia unica.

Nel 2011 il nostro trasformista incontra Giampaolo Catalano Morelli appena rientrato da Roma dove aveva frequentato la scuola di recitazione.

Morelli era già in giro con il gruppo Party Rock Salento, divenuto poi Party Zoo Salento, con il termine “zoo” davvero più adatto a rappresentare un esercito di istrionici personaggi che Zonno e Morelli dirigono come una grande orchestra dell’assurdo. L’intesa tra Giampaolo e Pasquale è magica, i due sono fatti l’uno per l’altro e grazie anche alla presenza del leggendario e compianto “Francesco Mille Lire” riescono a conquistare il web con parodie assurde collezionando milioni di visualizzazioni. La loro mission è quella di riversare nei social una comicità nuova che affondi le proprie radici nell’esasperazione dei difetti e dei vezzi della società.

Utilizzano personaggi improbabili, gente che a volte era stata messa ai margini da una società che non riusciva ad accettarli. Pasquale è la ciliegina sulla torta, un folle senza troppi freni inibitori che muta forma all’occorrenza adagiando l’assurdo alle parodie scritte dalle mani di Morelli. Insieme diventano un fenomeno di costume allestendo anche uno spettacolo che riempie piazze e locali.

pasquale zonno

Oggi conosciamo tutti Pasquale Zonno, e anche se non fosse così sono sicuro che almeno una volta nella vita lo abbiamo visto vestito da Albano Soler, Vittorio Sgarbi, Cristiano Malgioglio, per citarne solo alcuni. Pasquale è uno che si cuce le maschere addosso per ingannare un mondo che spesso lo ha preso a pugni in faccia. Zonno è uno che deride le esagerazioni della società moderna attraverso l’esasperazione delle stesse promuovendo una comicità che si porta dietro un velo di tristezza nel sapere che al mondo esistono davvero le persone che Pasquale deride.

La Zonno Cacudi Show negli anni è stata promotrice di progetti di beneficenza che hanno supportato associazioni che operano in ambito sanitario, della ricerca, della cultura.

Pasquale ha una mini cooper con la quale va in giro, sul sedile passeggero siede un Homer Simpson a grandezza naturale, in quel posto può sedere solo lui perché ancora oggi, il nostro Zonno ha bisogno di chiacchierare col suo amico Stefano.

Testo di Diego Colucci – Foto di Monkey Studio

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