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Maglie, questo è il Punto! L’arte del merletto in Puglia

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punto maglie

L’arte del merletto resiste nella tradizione del centro salentino di Maglie. Una storia di meravigliosa bellezza, di cultura ed emancipazione. Ma anche una storia di riscatto che vede protagoniste alcune donne della città.

In pochi forse sanno che, già verso i primi del ‘900, le giovani magliesi erano
solite lavorare. Come i mariti, anche le mogli si occupavano di sostentare le numerose famiglie, a differenza di quanto riporti spesso la storia del Meridione. Alcune erano tabacchine, altre semplici contadine mentre altre ancora, armate di ago e filo, realizzavano pregevoli manufatti dal grande valore artistico ed economico. Come l’arte del ricamo sia arrivata per la prima volta in città, è difficile da scoprire con esattezza. Ciò che invece è noto è che, un uomo sapiente di nome Egidio Lanoce, l’abbia trasformata dapprima in una materia da insegnare e, successivamente, in un mestiere. Impegnato da sempre nell’educazione della classe operaia magliese, Lanoce istituisce nel 1881 una Scuola d’Arte applicata all’Industria. Mediante le sue ore di teoria, di disegno e di pratica, l’insegnante forma generazioni di uomini magliesi regalando alla città abili artigiani e liberi lavoratori: ebanisti, fabbri, falegnami, calzolai e sarti. Avanguardista e colto, nel 1905 l’educatore apre la sua scuola alle donne, insegnando loro una nobile arte che era già magliese (verso la metà dell’800 era diffusa tra le giovani ragazze) ma che, fino a quel momento, veniva tramandata soltanto in famiglia. Così, mentre le giovani magliesi imparano il disegno applicato alle trine e ai merletti, Maglie diventa sempre più un centro di cultura consacrato al commercio e non solo. Per anni, Maglie è la culla dell’alto artigianato. Mobili d’arte intagliati, eleganti lavorazioni in ferro battuto e pizzi e merletti diventano rapidamente famosi in tutta Italia e anche all’estero.

punto maglie merletto

Un grande impulso imprenditoriale arriva, infatti, con Carolina Starace De Viti de Marco, un’illuminata nobildonna di Casamassella (Le) che, dopo aver
viaggiato in Europa e instaurato importanti amicizie, organizza una squadra
di 150 merlettaie esperte. Le numerose commissioni, arrivate in quegli anni
grazie al suo intervento, salvano molte famiglie magliesi dalla miseria. Per decenni dalle gentili mani di queste donne nascono gioielli, vere opere d’arte che, raggiunte le più grandi mostre da Roma a New York, portano alla città anche incredibili riconoscimenti.

Cosa resta oggi di questo patrimonio culturale? Con la scomparsa del fondatore scompare anche la Scuola, fiore all’occhiello dell’insegnamento industriale nell’Italia meridionale. Ma tutto ormai era scritto nella memoria, nelle mani e nella storia della città.

Maglie aveva conosciuto donne forti e abili che, uscite dal silenzio e dal torpore dell’arretratezza culturale di quegli anni, avevano conquistato la libertà. Sedute a cerchio nelle “corti” comuni o in solitaria vicino al fuoco, le merlettaie ricamavano sul tessuto magliese una meravigliosa tradizione unica nel suo genere, talmente unica da meritare un nome: Punto Maglie. Oggi, grazie a chi fortunatamente ne ha compreso in tempo l’immenso valore, la tradizione continua… Alcune ereditiere dell’antica arte realizzano ancora merletti ad ago con la tecnica del traforo; “pupu, pupa e stella”, il simbolo della città di Maglie; “gigliucci” e zippitelli” che legano i trafori; “mustazzoli” con la lavorazione “a reticello”, decori a forma di rombo come il dolce tipico salentino; “malote” che riprendono invece la forma degli scarafaggi. Per tenere in vita questa raffinata materia, nel 2007, cinque di loro: Anna Borgia, Liliana Ciriolo, Alessandra Maria Chiurazzi, Mina Saponaro e Renata Skovran diventano le socie fondatrici dell’Associazione Punto Maglie. Insieme e con le proprie forze, le donne si impegnano nella tutela e nella valorizzazione del Punto Maglie con diverse iniziative: tramandano l’arte del merletto alle giovani leve organizzando corsi e workshop; scrivono manuali illustrando le principali tecniche del ricamo; partecipano a fiere di settore per presentare i propri manufatti diffondendo così, in Italia e oltre confine, l’arte dei merletti magliesi; espongono le proprie creazioni in importanti mostre italiane come la Biennale del Merletto, tenuta quest’anno a Palazzo Mocenigo a Venezia o il Museo di Merletto di Burano; instaurano e coltivano rapporti virtuosi con altre scuole di merletto d’Italia, una tra queste l’Associazione Aemilia Ars di Bologna, con cui hanno tecniche in comune.

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«Ricamare è terapeutico, si mettono da parte tutti i pensieri e quando lo facciamo insieme è una terapia di gruppo», afferma sorridendo la Direttrice dell’Associazione Punto Maglie Anna Borgia. Unite dall’amore per quest’arte antica, le associate si incontrano settimanalmente nella loro sede. Sono amiche e con entusiasmo si confrontano e si incoraggiano. Con umiltà e devozione custodiscono negli armadietti i loro piccoli e grandi capolavori. Con versatilità e ingegno interpretano i canoni estetici delle nuove generazioni e disegnano sempre nuovi motivi su carta. Poi si passa al lavoro. Con mani veloci e sicure iniziano a creare dal nulla, partendo dai punti d’appoggio sulla carta. Dopo qualche ora, come per magia, stelle sottili e geometriche si legano
a piccole dame con la gonna e a distinti cavalieri. Poi di nuovo le stelle. In quella stanza, tra le dita maestre, i soggetti prendono vita e con estremo
rigore si rincorrono, eleganti e leggeri, come in un ballo.

Noemi Rizzo

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