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Lucia Maddalena: un gioiello a Foggia

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lucia maddalena

Dal 2020 la docente di Metodi matematici dell’Economia dirige il Dipartimento di Economia, Management e Territorio (Demet) dell’Università foggiana. Un think thank che unisce attività di facoltà ricerca, convegnistica, eventi culturali di grande impatto.

Chi a Foggia svoltasse da via Caggese a sinistra in via da Zara, a pochi metri dalla zona laterale della Villa comunale, si imbatterebbe, all’inizio della strada, in un palazzetto bianco dotato di scalinata, che fino a parecchi anni fa “ospitava” un centro sociale altrimenti detto “Piscina occupata”. Oggi, in quello stesso stabile, proprio nel posto in cui sorgeva una vasca dove si nuotava, è stata allestita, con una sofisticata opera di ingegneria acustica, un’aula magna con file di posti in discesa a mo’ di anfiteatro. Questo accogliente spazio didattico, dove si svolgono le sedute di laurea, e che ha mantenuto un colore celestino alle pareti, è oggi un vero e proprio acquario intellettuale, fiore all’occhiello del DEMeT, il dipartimento di Economia, Management e Territorio dell’Università di Foggia: un think tank, potremmo definirlo con neologismo attualissimo, che unisce attività di facoltà, ricerca, convegnistica, eventi culturali di grande impatto. Il Demet offre tre corsi di laurea triennale (Gestione aziendale, Economia e Management, Comunicazione, Relazioni pubbliche e Tecnologie digitali – quest’ultimo con due differenti curricula), e due magistrali (Imprenditorialità e Management internazionale e Innovazione digitale e Comunicazione).

La direttrice dal 2020 è la professoressa Lucia Maddalena, ordinario di Metodi matematici dell’economia e delle scienze attuariali e finanziarie. Con lei, vero cuore pulsante e punto di riferimento per gli studenti e i tanti docenti che afferiscono al dipartimento, abbiamo fatto quattro chiacchiere per capire forze in campo, linee progettuali e architetture istituzionali di questa autentica roccaforte dauna del sapere.

lucia maddalena

 

Professoressa, l’intreccio di economia, tecnologie digitali e comunicazione si candida ad essere la sfida del futuro a livello nazionale e internazionale: sfida di cui il Demet di Foggia si fa custode e promotore…

Certo i corsi di laurea in Economia insieme a quelli di Comunicazione rispondono alle esigenze più attuali del mondo del lavoro. Formare operatori con competenze comunicative, digitali e linguistiche da collocare nei settori della pubblicità, della comunicazione d’impresa, della comunicazione non-profit e istituzionale, in organismi che operano su scala nazionale e internazionale è la nostra sfida.

Offriamo agli studenti le conoscenze di base in ambito sociologico, storico, linguistico-semiologico, psico-pedagogico, politologico, geografico, economico
e tecnico per orientarsi analiticamente, ma anche e soprattutto criticamente, nel mondo della comunicazione contemporanea, sia quando essa si realizza in forma di interazione classica (relazioni interpersonali, comunicazione organizzativa e istituzionale, negoziazione, conflitti) sia in ambito mediatico (media tradizionali e non, social media, comunicazione digitale, piattaforme web, ecc.).

La “produzione di conoscenze” di cui si parla subito nella timeline del portale del Demet può essere, secondo la sua personale esperienza, una risorsa di rilancio per Foggia e la Capitanata?

Le basi teoriche e metodologiche nell’ambito delle discipline economiche, sociali, storiche, aziendali, finanziarie, giuridiche, merceologiche e geografiche consentono di acquisire gli strumenti per analisi scientifiche del territorio e per valutazione dell’impatto ambientale e sociale prodotto da interventi antropici sul territorio; la produzione di conoscenze, la formazione e lo stretto rapporto con gli stakeholder sarà una risorsa per uno sviluppo sostenibile del territorio.

Che tipo di impatto hanno avuto i corsi di laurea di questo nuovo dipartimento sul mondo giovanile provinciale e regionale, a livello di iscrizioni e di coinvolgimento degli studenti in tematiche attualissime?

Contrariamente al dato nazionale, il dato conseguito dalle immatricolazioni
all’Università di Foggia è decisamente positivo e conferma il trend in crescita
degli ultimi anni per gli iscritti ad Unifg. L’incremento percentuale degli studenti è stato più che soddisfacente anche per il DemeT, oltre 330 matricole. La percentuale di frequentanti elevatissima. In questo nuovo anno accademico con soddisfazione abbiamo studenti presenti alle lezioni e che partecipano anche a eventi, seminari convegni presenti nel Dipartimento.

Anche da un punto di vista di aule, attrezzature, spazi e tecnologie a disposizione degli studenti, il Demet si candida come un vero e proprio piccolo gioiello di ricerca nel cuore di Foggia… Ci collochiamo sì nel cuore di Foggia ma per i corsi attivati, i progetti, la ricerca abbiamo bisogno di nuovi spazi e necessita continuare sul percorso avviato dal Magnifico Rettore nella ricerca di nuovi spazi. In verità vediamo nella caserma Miale il futuro della nostra sede.

Quali sono realisticamente i profili professionali cui possono accedere
i ragazzi una volta raggiunto il traguardo della laurea? Che inserimento nel mercato del lavoro si prevede per loro?

Premetto che una delle lauree più richieste è sicuramente quella in Economia, che figura al terzo posto dopo quelle in Medicina e Ingegneria; un percorso che offre tanti sbocchi occupazionali, con una media che supera l’80%. Per la laurea in Economia non esiste una strada unica e uguale per tutti, dipende principalmente dalle scelte dei corsi della triennale o della scelta della specialistica. Si passa da carriere in ambito finanziario a quelle in ambito amministrativo, da responsabile e-commerce ad analisti, da assicuratore a contabile, da responsabile commerciale marketing ad operatore di sportello bancario. I laureati in Economia e Gestione Aziendale possono inserirsi
nell’ambito di organizzazioni e istituzioni, sia pubbliche sia private, ricoprendo qualsiasi funzione organizzativa: contabilità, bilancio, finanza, marketing, produzione e logistica, sistemi informativi, ufficio studi.

Professoressa, lei è una matematica. Nelle sue specifiche aree di ricerca, ci sono anche i modelli matematici legati alla diffusione di epidemie e alla gestione dell’energia elettrica. Due parole chiave di questa ultima fase sociale sono state proprio Covid e Consumi domestici di gas ed energia. Cosa ne pensa da studiosa di questi snodi cruciali che ci affliggono tanto?

È sotto gli occhi di tutti che la ricerca scientifica ci ha aiutato a superare la pandemia e abbiamo spesso sentito parlare di modelli predittivi. Nel lontano ‘81 mi sono occupata di modelli matematici per la diffusione di epidemie: si tratta di modelli che ci permettono di esplorare tramite software l’impatto che diversi tipi di azioni (vaccinazioni, distanziamento sociale…) possono avere sulla diffusione di un’epidemia prima che questi scenari si avverino. Ora che il problema Covid è meno sentito, siamo ora preoccupati dei costi dell’energia. Gli effetti del conflitto russo-ucraino, l’inflazione elevata e l’impennata dei prezzi dell’energia hanno infatti causato un peggioramento delle aspettative di crescita verso cui le aziende continuano a mostrare una certa preoccupazione. Dieci anni fa nel Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia ci siamo occupati del mercato energetico in Puglia, delle energie rinnovabili e delle implicazioni economico-finanziarie. Una focalizzazione sulle problematiche riguardanti il ruolo delle politiche energetiche nei processi di sviluppo e sulla stabilità socioeconomica, nonché le attuali tendenze e dinamiche relative ai consumi e all’approvvigionamento di fonti a livello globale, si concluse con alcune indicazioni di policy.

Forse non si è fatto abbastanza in questi anni ma è indiscutibile che rinunciare completamente all’energia prodotta da fonti fossili non è facile e possibile in breve tempo. Nonostante la continua crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili come solare ed eolico, il momento nel quale potremo finalmente 0 dire definitivamente addio alle fonti fossili forse è ancora lontano.

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