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Le Icone Group – il turismo giovane

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Il progetto imprenditoriale è quello di realizzare in Puglia strutture ricettive di charme che coniughino la cura degli ambienti con un servizio di eccellenza a prezzi assolutamente accessibili. Ma la cosa incredibile è che a dar vita a questo progetto sia stato un ragazzo che compirà 30 anni soltanto l’anno prossimo. Si chiama Gian Marco De Masi, è barese, e quando parla sembra un manager di 50 anni che ha già una lunga carriera alle spalle.

«Quello che sto cercando di realizzare è un vero e proprio circuito, che sotto
il marchio “Le Icone” rappresenti per gli ospiti una garanzia di qualità sia in termini di location che di accoglienza».

La prima iniziativa ad Ostuni, nel cuore della Valle d’Itria, il Relais Trulli le Icone. Un complesso di trulli e lamie immerso in un grande “giardino naturale” di ulivi secolari e macchia mediterranea. A questo gioiello si è recentemente aggiunta una nuova struttura, Palazzo Introna, un’antica dimora della fine del 1700 nella centralissima piazza XX Settembre a Mola di Bari, con suite arredate con originali mobili d’epoca e un bellissimo salone per eventi.

Come hai iniziato?

Dopo la maturità classica a Bari mi sono trasferito a Roma dove mi sono laureato in giurisprudenza all’Università Statale Roma 3. Nel corso degli anni dedicati allo studio ho approfondito la conoscenza delle lingue inglese e francese con numerosi soggiorni di studio, in particolare a Oxford e New York. L’idea è nata dalla consapevolezza di appartenere ad una terra quale la Puglia con una naturale vocazione al turismo. Il progetto imprenditoriale, avviato nel 2015, è quello di realizzare in Puglia strutture ricettive di charme che coniughino la cura degli ambienti con un servizio di eccellenza a prezzi assolutamente accessibili.

Ti ritieni soddisfatto per i risultati finora raggiunti?

Penso di essere ancora all’inizio di un percorso difficile ma entusiasmante.

Ostuni è da qualche decennio destinazione turistica, e dunque l’investimento iniziale nella “città bianca” è più che comprensibile. Ci incuriosisce invece capire perché hai deciso di investire su Mola?

Con Mola ho colto l’opportunità di trasformare in struttura ricettiva con
un bellissimo salone delle feste (Sala delle Ninfe), una residenza della fine del 1700, appartenuta ad una importante famiglia molese, con la sua storia, che è anche parte della storia della nostra regione e che gli ospiti potranno leggere in una piccola pubblicazione scritta da un discendente diretto della famiglia
(in uno dei muri del salone delle Ninfe è ancora conficcato la scheggia di un proiettile della prima guerra mondiale). E poi Mola è una deliziosa cittadina
sul mare tra Bari e Polignano che, a mio avviso, è destinata ad assumere
nei prossimi anni un ruolo maggiore nel panorama dei luoghi magici della nostra regione e non solo per il suo lungomare ripensato da Bohigas, famoso architetto spagnolo, ma perché sta assumendo sempre più un ruolo culturale, fra palazzi nobiliari, quale Palazzo Roberto (il palazzo delle 100 stanze) recentemente restaurato anche grazie all’attenzione posta dal FAI, situato nella stessa piazza su cui affaccia Palazzo Introna, e importanti iniziative culturali, quali quelle promosse a Palazzo Pesce. Un luogo quindi in cui investire e su cui scommettere.

Sogni o altri progetti da realizzare?

Per ora il mio obiettivo è ampliare il circuito “Le Icone” con altre strutture destinate ad un target di turisti italiani e stranieri che ricercano location suggestive con un ottimale rapporto tra qualità e prezzo, strutturando un’offerta che sia insieme un soggiorno turistico ed una coinvolgente esperienza culturale ed antropologica.

Secondo te il turismo in Puglia può ancora crescere? E come?

La mia idea imprenditoriale nasce proprio da un approfondito studio del mercato del turismo che ha visto la Puglia crescere, negli ultimi dieci anni, in termini di arrivi e presenze con delle performance davvero rilevanti per tutte e tre le zone turistiche di eccellenza rappresentate dal Gargano, dal Salento e dalla Valle d’Itria. Con riferimento a quest’ultima, alla notevole costante crescita si affianca una molto interessante tendenza alla destagionalizzazione. Ritengo che la Puglia non abbia ancora esaurito tutte le sue potenzialità, e del resto nonostante il Covid ha rappresentato anche in questi mesi una meta dei sogni. Ma dobbiamo essere molto attenti a non tradire la nostra vocazione e rispettare quello che i turisti più apprezzano e cercano dalla nostra terra, l’autenticità.

Come?

Il turista attuale ricerca esperienze, proposte tematizzate e personalizzabili, vuole vivere la dimensione autentica della destinazione e stabilire con essa una relazione. Ricerca in primis il valore aggiunto e solo in seconda istanza il prezzo.Di conseguenza le destinazioni devono strutturare la propria offerta e i propri prodotti focalizzandosi sulle attività e sulle esperienze che possono vivere in loco. Un esame delle richieste dei viaggiatori (fonte FourTurist) riporta che i risultati ottenuti in termini di esperienza contano almeno per il 70 per cento, quelli in termini simbolici, quindi i sentimenti, pesano per il 20 per cento, mentre i servizi valgono un modesto 10 per cento. Spesso invece nella creazione dei prodotti turistici si dà molta enfasi al servizio, si cura la catena di produzione in modo da massimizzare il rapporto efficienza/costi, nel migliore dei casi si cura la qualità, ma si dedica scarsissima attenzione allo studio dell’aspetto più importante e cioè alla creazione di un sistema adeguato di esperienze per un target determinato.

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