Abbiamo incontrato la stilista argentina che oggi vive e lavora in Puglia.
Rimanete fedeli alle vostre posizioni e convinzioni, trovate la vostra strada e seguitela. È quello che Laura Manara, designer argentina trapiantata in Italia grazie al suo matrimonio con un Italiano, suggerisce ai giovani. Semplice come il suo slogan è la sua moda, un brand di Resort Wear. Sono capi che richiamano un’eleganza estiva senza tempo, catturando lo spirito vibrante e rilassato della Puglia, dove vive e produce, traducendolo in capi che incarnano eleganza e stile.
Il tuo curriculum in tre righe.
Nata a Buenos Aires, liceo Italiano, poi Londra per l’Università che non ho mai frequentato, perché mi sono innamorata di un Italiano e sono andata a vivere a Milano. Dopo qualche anno ci siamo trasferiti a Londra dove abbiamo vissuto per tanti anni, con qualche parentesi a Miami.
Come la vita in Puglia influisce sul tuo lavoro creativo e sul tuo stile personale?
La mia vita in Puglia è la storia di un progetto di una casa chiamata “The never ending story”. Quindi abbigliamento comodo.
Come è venuta l’idea di creare un brand di Resort Wear?
Ricordi di estati infinite a Punta del Este, in Uruguay, dove indossavo kaftani marocchini acquistati nei mercatini delle pulci a Genova sul porto.
La filosofia dietro Laura Manara in una frase?
Ricerca di stampe con colori che riportino ad un passato spensierato, libero, sereno.
Com’è iniziata la tua passione per la moda e quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Quando sono arrivata a Londra dall’Argentina, mi si è aperto un mondo, ognuno si vestiva come voleva, esprimendo al meglio la propria personalità, noncurante dello sguardo altrui…incredibilmente liberatorio! La donna latina in generale difficilmente si veste per se stessa, ma di solito lo fa stando molto attenta a quello che pensano gli altri, per fare bella figura.
I tuoi primi step per creare una nuova collezione?
Il “mood board”: trovare delle foto di luoghi che rappresentino un profondo senso di libertà, luoghi lontani, incontaminati dall’uomo, con natura prorompente, che evocano sogni e fantasie.
Cosa ti porta avanti ogni giorno?
La speranza che forse un giorno riuscirò ad essere in pace con me stessa.
Quant’è importante per te il Made in Puglia?
Molto, in quanto a parte i tessuti che acquisto a Como, i nostri capi vengono tagliati e cuciti a Putignano e Alberobello, in un ambiente dove è un vero piacere essere a contatto con persone vere che amano il loro lavoro e lo eseguono con immenso orgoglio.
Che cosa ti contraddistingue da altri colleghi?
Non c’è assolutamente niente di nuovo da inventare, bisogna solo di cercare di dare un prodotto di buona qualità che ti farà sentire “cozy” ogni volta che lo indossi.
Chi sono le tue icone di stile più importanti?
Jane Birkin a Saint Tropez: jeans e maglietta bianca, a piedi nudi, con un cestino sotto il braccio…
I social media quanto sono importanti per te?
Sono una persona che ama la privacy, ma per il business sono necessari.
Il futuro di Laura Manara come lo vedi?
Nel 2025 abbiamo molte sorprese: un total makeover. Rebranding, nuovo logo, ed un look più giovane e più carefree.
Che consigli daresti a coloro che aspirano a intraprendere una carriera nella moda?
La filosofia Iki, cioè “stick to your guns”, avere perseveranza e forza di alzarsi ed andare avanti, oltre gli imprevisti.
The Life & Style of Laura Manara
La città del cuore?
Buenos Aires, Londra, Milano.
Il ristorante preferito?
Makoto a Miami.
Come prendi il caffè?
Preferisco il thé verde.
La spiaggia?
Trancoso, Brasile.
Il tuo albergo preferito?
The Hotel Continental, Ho Chi Minh.
Il brand di costumi?
Eres.
Lo stilista che prediligi?
YSL, Celine.
Che libro stai leggendo?
“The courage to be disliked” di Ichiro Kishimi.
Che musica ascolti in macchina?
Café del mar.
Sport?
Non pratico sport, faccio yoga e pilates.
Stagione?
Estate.
La tua abitudine preferita?
Una prima colazione lunga e lenta.
Musica o artista?
Musica brasiliana, chillout.
Colore?
I verdi ed i blue.
Il tuo motto?
Live life like you are dancing.
L’aperitivo?
Il Cosmopolitan.
Il piatto?
La cotoletta alla milanese.
La serie tv?
Bridgerton.
TESTO DI KATJA BRINKMANN
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