BusinessCITTÀ

La guerra dei porti

0

La stagione crocieristica che volge al termine ha sancito la forte ripresa dei traffici negli scali pugliesi, che attesta la qualità dell’offerta e dell’attrattività turistica della Regione. Il sugello formale, oltre che dai numeri dei passeggeri transitati, è stato rappresentato dal prestigioso riconoscimento ottenuto dal porto di Taranto, insignito del premio di migliore destinazione per le navi da crociera 2021, consegnato a Malaga nel corso “Seatrade Cruise Med”, il principale evento del settore crocieristico del Mediterraneo. Un risultato raggiunto soprattutto grazie alla proficua partnership degli enti locali con la Msc. Tuttavia, ciò non è bastato per trattenere la compagnia, che ha eliminato Taranto dalle destinazioni previste per il 2023. Una notizia che ha destato scalpore e che ha amareggiato gli attori della esaltante e fulminea scalata del porto ionico, che però non è destinata ad interrompersi dato che alle porte si affaccia già una collaborazione con Costa Crociere, controllata del gruppo Carnival Cruise Line, che dal 2024 (o forse già dal 2023) farà stabilmente tappa a Taranto.

A spiegare le ragioni della scelta di Costa e le potenzialità dello scalo ionico è l’agente marittimo di Carnival per la Puglia, Teo Titi: «Costa sta togliendo la nave ‘Pacifica’ dal porto di Bari per spostarla a Taranto. Questo sta accadendo perché Taranto è più economica rispetto a Bari, ma soprattutto perché si è rivelata una bella destinazione turistica, che ha vinto il premio grazie alle infrastrutture presenti ed al sistema di accoglienza venuto fuori dagli sforzi congiunti di Autorità portuale e Comune di Taranto. Inoltre, sono da tenere in considerazione le potenzialità dell’aeroporto di Grottaglie, che potrebbe accogliere i charter con i crocieristi. Certo, a Taranto manca un aeroporto come quello di Bari e Brindisi e questo rappresenta un limite, ma vince la concorrenza su tutto il resto. Tra l’altro a Grottaglie ci stanno lavorando per colmare questo gap. Infine va detto che Taranto ha una posizione strategica nel Mediterraneo rispetto ad alcuni itinerari tipo Malta e le isole greche».

Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto

Per la prossima stagione crocieristica si profila una stranezza: Msc abbandonerà Taranto ma resterà a Brindisi, Costa andrà via da Brindisi ma scalerà Taranto. Rispetto a tale incrocio, Titi precisa: «Costa non lascia Brindisi ma Bari. La ‘Luminosa’, infatti, è venuta a Brindisi per una serie di contingenze: c’era la guerra, la compagnia utilizzava quella nave nel Mar Nero e mi ha chiesto se fosse stato possibile trasferire l’imbarcazione nel porto di Bari, il quale risultava però congestionato e così si è virato su Brindisi, che ha rappresentato una seconda scelta. Una cosa va chiarita, senza prenderci in giro: nessun porto lavora a favore dell’altro, c’è una forte concorrenza tra scali secondari, perlomeno rispetto a Venezia, quali vanno considerati i porti di Bari, Brindisi e Taranto. E va detto che al momento solo Bari e Taranto sono infrastrutturati per essere considerati porti per le crociere. Brindisi non dispone ancora delle caratteristiche necessarie in quanto mancano completamente infrastrutture di banchina e di accoglienza a terra. Nonostante la posizione geografica favorevole perché vicina, ad esempio, all’itinerario balcanico e la presenza dell’aeroporto, che è importante poiché arriva tanta gente in aereo con i charter, Brindisi non potrà aspirare ad essere porto per le crociere finché qualcuno non investirà seriamente nella infrastrutturazione». Eppure Brindisi avrebbe una carta in più da giocarsi, dettata dalla maggiore economicità: «A Bari oggi costa di più la crociera rispetto a Brindisi ma si offrono servizi maggiori, e alla fine contano più quelli. Anche se va sottolineato come, in questo periodo di crisi, l’economicità di uno scalo diventi più determinante e Brindisi potrebbe far pesare maggiormente tale vantaggio competitivo. Servono però politiche mirate, come accaduto a Taranto». E proprio sul fronte dei costi, a Brindisi è in corso da settimane una diatriba in merito all’incremento della addizionale comunale sui voli stabilito dall’ente comunale, che ha incontrato la contrarietà dei vertici di Aeroporti di Puglia e che potenzialmente potrebbe incidere sui traffici aeroportuali e portuali futuri. 

Tornando ad allargare il campo sulla possibile contrazione dei traffici che si staglia davanti, Titi ne snocciola le cause: «Nella corrente stagione crocieristica, alcune scelte sono state dettate dalla enorme crisi dovuta al Covid, che ha fatto perdere miliardi alle compagnie, e dall’emergenza scaturita dalla guerra, con la conseguente esplosione del costo dei carburanti. Oggi si valuta l’adeguamento degli itinerari seguendo anche l’economicità delle tratte. I grandi gruppi stanno rivedendo le destinazioni e il numero delle flotte: vedi il caso Taranto, con Msc che ha soppresso alcune navi nel Mediterraneo cancellando alcuni scali risultati vincenti. C’è da fare i conti, poi, con la crisi di Venezia, che certamente incide ma che è da considerare una concausa, come lo è anche il ritorno nel 2023 di alcune destinazioni come l’Australia, i Caraibi e la Tunisia».

Sulla stessa lunghezza d’onda è l’analisi di Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale: «Non possiamo ancora dire se ci sarà una contrazione nel 2023, ma probabilmente non ci sarà una espansione. Si prospetta una stagione crocieristica con un traffico consolidato, con l’ingresso di nuove compagnie nel palinsesto, ma tuttavia si risentirà della mancata risoluzione del problema Venezia. Purtroppo a Venezia non riescono a fare i dragaggi, a realizzare il nuovo terminal: hanno difficoltà con una burocrazia che lì è ancora più avvelenata perché sussistono leggi speciali per Venezia. Ciò ha ripercussioni a cascata sui porti pugliesi. Va considerato poi che le compagnie torneranno a scalare destinazioni premium fortemente ambite, che sono da considerare concorrenti, quali Istanbul e la Tunisia. Infine, molte compagnie si leccano ancora le ferite per il Covid, e molte navi impiegate nel Mediterraneo verranno usate per nuovi itinerari spostandole per esempio nei Caraibi, così da sanare i conti; per questo alcune navi lasceranno il Mediterraneo». In merito alle scelte di Msc su Taranto e Brindisi, il numero uno dell’Authority aggiunge: «Taranto ha fatto un ottimo lavoro e sarebbe ingiusto non riconoscerlo. Le scelte delle compagnie dipendono anche da quanto sia consolidato uno scalo nella loro clientela: per Msc, ad esempio, il porto di Brindisi risulta consolidato. L’Autorità portuale ha fatto di tutto perché Brindisi possa rimanere come porto hub, il che è fondamentale perché i crocieristi impegnati nell’imbarco e nello sbarco pernottano per una-due notti, e questo rappresenta la vera ricchezza per la città. Speriamo che tutti facciano il massimo sforzo perché Brindisi cresca ancora». Ed in questa ottica, un ulteriore attrattore sarà rappresentato dalla capacità dei porti di dotarsi di infrastrutture per il rifornimento delle navi con carburanti di transizione: «Il Governo – conclude Patroni Griffi – ha stanziato 500 milioni in favore degli armatori che acquisteranno nuove navi o ammoderneranno quelle esistenti o in costruzione con l’obiettivo di favorire la transizione ecologica. In prospettiva, dunque, sarà fondamentale dotarsi di infrastrutture per il rifornimento dei bio-carburanti e il deposito di gnl, in questa ottica, determinerà una fortissima attrattività innanzitutto per lo scalo di Brindisi e poi per tutto il sistema portuale».

di Andrea Pezzuto

You may also like

More in Business

Comments

Comments are closed.