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“Inclusione, dialogo e interazione. Il Marta ha lanciato la propria sfida”

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IL MUSEO ARCHOELOGICO DI TARANTO GUARDA AL FUTURO CON OTTIMISMO. LA DIRETTRICE EVA DEGLI’INNOCENTI ANTICIPA LE PROSSIMA NOVITÀ

Non più una torre di avorio quasi invalicabile. Ma un tesoro che si apre verso l’esterno, coinvolgendo emotivamente il visitatore anche con una partecipazione attiva e sociale, attraverso moderne tecnologie che propongono contenuti interattivi per apprezzare e valorizzare, ancor di più, le sue collezioni e il ricco patrimonio storico. La nuova politica culturale basata sul concetto di accessibilità e avviata dal MArTA, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, grazie ai finanziamenti del Programma Operativo Nazionale Fesr «Cultura e Sviluppo» 2014/2020, sta tracciando un percorso importante per l’intero settore museale nazionale.
“L’intenzione, nel prossimo biennio, è di cambiare radicalmente la modalità di fruizione da parte dell’utenza” – ci spiega la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti. “Il piano strategico elaborato ha creato una politica culturale in cui il museo è diventato uno strumento di governance territoriale, di inclusione,
di dialogo e interazione, soprattutto di formazione sociale e innovazione civica, basato su un concetto importante: la conoscenza del passato come comprensione del nostro presente e costruzione del nostro futuro”.

Il passato ha oggi bisogno del futuro per essere apprezzato?
Il racconto museale deve avvenire proprio fra passato, presente e futuro. Il MArTA è oggi un museo in cui la nozione dell’archeologia si lega alla contemporaneità come decisiva per comprendere il nostro futuro. Non possiamo essere refrattari alle nuove tecnologie se vogliamo aprirci ad un target di pubblico sempre più vasto e vario. Non a caso, per noi, la parola chiave del progetto scientifico-culturale è “engagement”.

Il MArTA si apre all’esterno con l’intenzione di ammaliare i visitatori ancora prima del loro ingresso?
Il processo d’innovazione avviato ha voluto porre il MArTA come testa di ponte di un museo diffuso sul territorio. Una strategia di riqualificazione e rilancio che intende riflettersi verso il contesto sociale e culturale dell’area tarantina e regionale pugliese e contestualmente consolidare il museo quale centro di ricerca e educazione che curi le tre fasi principali di un museo: il prima, il durante e il dopo la visita. Innovazione, voglio precisare, da non intendersi come contrapposizione della tradizione e conservazione bensì come elemento complementare. Abbiamo investito molto sulla comunicazione e promozione per capire quali erano i nostri visitatori e soprattutto i non visitatori a cui rivolgersi per attirare la loro attenzione e averli come protagonisti prima del loro ingresso al museo.

Prima l’attrazione di un museo si contava sui biglietti venduti. Ora sui click e like.
È innegabile l’importanza dei social nella comunicazione moderna. Non a caso, da subito, c’è stata una grande attenzione alla strategia di comunicazione online e lo testimonia l’entità dell’investimento fatto. Si è puntato sullo sviluppo dei social, il restyling del sito web, la catalogazione del patrimonio museale con sviluppo dell’archivio digitale, la digitalizzazione delle opere in 3D, la riproduzione fotografica delle opere di catalogazione per il web. Tuttavia, i social rappresentano un’arma a doppio taglio. Il loro uso permette l’aumento della propria reputazione ma anche diventano terreno fertile per polemiche talvolta non costruttive.

Quindi?
Utilizzare i social sicuramente, ma farne un uso comune che non porti a protagonismo o alla polemica fine a se stessa. Dovremmo tutti quanti convergere verso l’opinione che la cultura è un patrimonio comune.

Dirige il MArTA da 4 anni. Si è fatta un’idea del rapporto dei tarantini con il loro museo?
Quando ho ereditato la direzione il rapporto era complesso. I tarantini frequentavano poco il loro museo, c’era un sostanziale distacco. Ora le cose sono cambiate. Grazie alla politica d’inclusione siamo riusciti a coinvolgere il territorio, dialogare con le associazioni, con i cittadini, con gli stakeholder economici e incominciato a progettare le varie attività. Di solito sono contraria a valutare le performance dei musei con i numeri, ma in realtà sono il dato oggettivo che descrive chiaramente questo salto in avanti.
Dal 2015 ad oggi abbiamo registrato una crescita dei visitatori del 42% e un +80% negli introiti. Il che ci ha reso fra i musei più performanti d’Italia. Di questo + 42% mi piace sottolineare come vi sia all’interno un netto aumento dei cittadini di Taranto.

Insomma, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto è tornato ad essere dei “tarantini”?
È proprio così.

MArTA e giovani. C’è feeling?
Prima i giovani e gli studenti entravano nel museo perché portati al museo con visite scolastiche. Bisognava pensare a qualcosa di diverso, di attrattivo e di facile fruibilità da parte loro. Abbiamo allora avviato una serie d’iniziative e soprattutto la didattica museale. Oggi i servizi educativi sono diventati il nostro fiore all’occhiello. Attraverso l’alternanza scuola-lavoro, siamo il primo museo ad aver impegnato i giovani nei nostri laboratori come apprendisti restauratori di reperti inediti, ovviamente seguiti dal nostro staff. Non solo. Volevamo cogliere l’attenzione delle nuove generazioni utilizzando il loro linguaggio, coinvolgendoli direttamente. Siamo stati insieme al museo di Napoli i primi due musei archeologici nazionali italiani a ideare e realizzare un videogioco, declinato su un prodotto culturale, scaricabile online: “Past for Future”. La novità del gioco è la possibilità di andare avanti nella ricerca di tesori solo facendo un check in all’interno del museo. Il video viaggiatore è diventato quindi un viaggiatore reale. Il gioco ha avuto un grande successo ed è scaricato in tutto il mondo.
Abbiamo creato con i ragazzi del Liceo artistico Calò di Taranto insieme al prof. Vito Roberto dell’Università di Udine, la “Martapp”; un’applicazione che permette attraverso degli highlights di scegliere il percorso più idoneo in relazione al tempo a disposizione per la visita al museo. E con quattro licei tarantini, il nostro personale tecnico-scientifico ha creato la mappa di comunità con cui si è rappresentato tutto il patrimonio non solo materiale di Taranto oltre alla mappa della Taranto del futuro che doneremo al Comune.

Alla luce di tutto questo, il suo è un bilancio positivo?
I successi ottenuti nonostante le tante difficoltà, mi preme sottolinearlo, sono frutto del grande lavoro di squadra a cui partecipa tutto il personale del museo. Abbiamo ottenuto risultati estremamente positivi. Pensiamo ora al progetto MArTa 4.0 che ingloberà la digitalizzazione di 40.000 opere in open data e ci porrà come primo museo in Europa a creare una simile piattaforma, ed il FabLab da poco creato e dedicato alla creazione di un percorso tattile per ipovedenti e non vedenti con la creazione in 3D dei reperti più importanti ed alla realizzazione di una linea griffata MArTA.

Cosa c’è da migliorare?
Tre aspetti principali non imputabili direttamente a noi. Primo, la grave carenza di personale: siamo ad oggi con un sotto organico del 53% e che nel 2020 arriverà al 63%. Secondo, l’aspetto gestionale che ci pone in ritardo rispetto ai musei fratelli europei. Infine, la burocrazia farraginosa che ci frena. Si deve fare ancora molto, non siamo arrivati ad un livello sufficiente e competitivo.

La sfida è stata lanciata. Ma quale futuro?
Il MArTA fa parte di un territorio che sta soffrendo una situazione drammatica. La nostra sfida è stata lanciata ma deve andare di pari passo con lo sviluppo del territorio. La si può vincere solo con l’aiuto di tutti, con una cabina di regia unica che, ad oggi, ancora non esiste a pieno. Inutile investire in una strategia di marketing territoriale se non si pone l’attenzione sull’accessibilità del territorio tarantino e sulla creazione di infrastrutture e servizi ancora completamente insufficienti. Tuttavia, sono ottimista e credo nella rinascita di Taranto soprattutto attraverso la cultura ed il recupero della propria identità.

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