Quella che Fabio Monittola ha aperto a Lecce è un luogo in cui il vino è il pretesto per conoscere persone, paesi, tradizioni, culture
Fabio Monittola ha 57 anni, è nato e vive a Lecce, è un fisico nucleare, ha lavorato per un po’ come informatico, fa parte di una nota famiglia di imprenditori salentini, ha avuto negozi sportivi ma da circa 10 anni si occupa di qualcosa che ama: il vino. E per scoprire quanta passione abbia basta andare nella sua Compagnia dei Vinai, una piccola enoteca situata a pochi passi da piazza Mazzini, che si rivela uno scrigno di clamorose etichette provenienti da tutto il mondo.
Credeteci, vi basteranno pochi minuti per sentire il desiderio di diventare amici di Fabio Monittola, basta iniziare a parlare di vini, formaggi, birre. Entrate nel suo mondo, e non ne uscirete più, se non arricchiti. E con qualche bottiglia in mano.
«Oggi faccio il lavoro che amo: incontro gli appassionati del vino in quella che considero la mia seconda casa. Ma sia ben chiaro, io non vendo vino, condivido conoscenze, per questo ho voluto identificare la Compagnia dei Vinai una “enoteca didattica”».
Almeno una volta la settimana, solitamente il venerdì sera, Monittola organizza degustazioni rigorosamente alla cieca ma non tecniche: «In un ambiente conviviale cerchiamo di indovinare la provenienza dei vini, il vitigno, magari anche l’annata. Insomma il nostro è un gioco. Si degustano 5-6 vini, il costo di partecipazione solitamente è di 30 euro».
Per parteciparvi bisogna entrare nella lista broadcast della Compagnia, che contiene già 400 adepti, quindi rientrare nei 10-15 fortunati non sempre è facile, perché ogni degustazione fa il sold-out. «I miei clienti sono diventati tutti amici, e proprio questo mi piace: entrano da sconosciuti ed escono da amici. La prima regola qui è darsi sempre del tu».
Il 70% dei vini della Compagnia sono francesi («mi approvigiono direttamente in Francia, dove ormai ho molte conoscenze»), ma c’è anche la sezione “resto del mondo”, con etichette cilene, australiane, argentine, giapponesi, georgiane.
Qui non si degusta semplicemente un calice di vino e non si compra solo una bottiglia, ma si conoscono persone, tradizioni, paesi: «Il vino è un pretesto per parlare di storia, cinema, musica.
E quando entra un cliente nuovo cerco di capire se ama la comfort zone o se invece preferisce l’avventura».
E voi, di quale gruppo fate parte?
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