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Aerospazio: la casa dei talenti che a volte non si trovano

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Il presidente del Dta, Acierno: «Nel corso degli anni insieme alle aziende abbiamo posto le basi per attrarre tanti giovani laureati in materie scientifiche che erano impegnati fuori dalla Puglia. Ma bisogna fare di più per superare il gap che esiste tra bisogno delle aziende e offerta formativa»

Le grandi aziende del settore della consulenza (Deloitte, Ernst&Young, Accenture, Lutech e altri) hanno scelto di investire a Bari, prevedendo di assumere nel giro di pochi anni 5/6 mila giovani. Si tratta di una operazione che permetterà a tanti laureati che si sono formati e lavorano fuori regione di tornare a casa, sperando di mettere a disposizione del sistema delle imprese locali e della Pubblica amministrazione le competenze maturate. Non si tratterà nella maggior parte dei casi del ritorno di talenti, semmai di opportunità offerte a tanti giovani che erano stati obbligati a rimanere lontano da casa dopo la fine del corso di studi universitari. Tuttavia il sistema locale, grazie a tanti ritorni, diventerà più fertile e ricco di competenze, perché la competitività della Puglia passa dalla disponibilità di risorse umane qualificate. E tra migliaia di giovani pronti a tornare a casa ci sono certamente risorse umane qualificate e talenti, tutti capaci di dare impulso al sistema di imprese.

Nel settore aerospaziale (Aerospazio e Difesa) nel corso degli ultimi anni il percorso di rientro è stato più accelerato, grazie alla crescita delle attività nel settore, agli investimenti dei grandi gruppi aeronautici (a cominciare da Leonardo e GE-Avio Aero) e alla nascita di piccole e medie aziende che hanno investito sulle attività di ricerca e su iniziative di impresa collegate a droni e satelliti (tipo Sitael, Planetek ed Exprivia) e Ai servizi connessi. Nel settore aerospaziale le imprese lamentano difficoltà nel reclutamento, come risulta evidente, non solo per le aziende che operano in Puglia, analizzando i risultati dello studio realizzato dal Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) insieme alla società di consulenza Arthur D. Little e presentato al Mediterranean aerospace matching di Grottaglie nel settembre 2021. Da quello studio emerge un disallineamento tra le esigenze delle imprese e la formazione offerta dal sistema universitario. Disallineamento a parte, il numero dei laureati e in particolare dei laureati nelle materie Stem (Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica) resta ancora basso in Puglia e nel Mezzogiorno. E sono evidenti le difficoltà di utilizzare i fondi del Pnrr messi a disposizione per finanziare dottorati di ricerca.

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787 fuselage panel in Alenia Aermacchi Grottaglie plant

Il Distretto tecnologico aerospaziale in Puglia sin dalla sua nascita (avvenuta nel 2009) ha cercato di guardare alla promozione e alla individuazione di talenti o di competenze da utilizzare nel settore, avviando un processo di semina che ha coinvolto tutti i gradi dell’istruzione: dalla scuola primarie alle medie e costruendo solidi rapporti con il sistema universitario (sono soci del Dta le università di Bari e Lecce e il Politecnico di Bari) organizzando master post laurea e utilizzando le risorse offerte dai dottorati con l’obiettivo di radicare i giovani laureati nelle imprese che aderiscono al Dta. Questo processo ha permesso a tanti talenti pugliesi di evitare la fuga all’estero e in qualche caso ha permesso il ritorno da esperienze fuori dall’Italia e fuori dalla Puglia.

Dal momento della fondazione ad oggi la società Dta ha organizzato master post laurea per 166 giovani laureati che al termine dei corsi e degli stage hanno trovato occupazione prevalentemente in aziende pugliesi dell’aerospazio. In parallelo sono state condotte attività di formazione rivolte a giovani diplomati attraverso tirocini preparatori dell’assunzione. Per il solo programma di Leonardo destinato alla realizzazione delle fusoliere dei Boeing 787 nel sito di Grottaglie, il Dta ha attivato attività formative per 264 nuovi assunti.

L’impegno del Distretto tecnologico ha riguardato anche la formazione di superperiti, attraverso la partecipazione alla fondazione dell’ITS (Istituto tecnico superiore) aerospazio Puglia che sinora ha formato oltre 300 diplomati, con specializzazioni prevalentemente in tecnologie manifatturiere. Le innumerevoli attività di R&S (Ricerca e sviluppo) svolte dal Distretto hanno posto le condizioni per sviluppare e consolidare competenze proprie, dei soci e dei partners di progetto impegnando più di 500 ricercatori. Per partecipare al progetto di GE-Avio Aero per la realizzazione del nuovo motore a turboelica Catalyst che sarà montato sull’Eurodrone (un progetto europeo di difesa da 7,1 miliardi di euro, con 1,8 miliardi destinati all’Italia) il Dta ha contrattualizzato 45 ingegneri che hanno lavorato tra Bari (dove insieme al Politecnico sono stati testati sistemi di sicurezza e di controllo del motore) e Brindisi (dove ha sede lo stabilimento di Avio Aero che ha permesso la realizzazione di alcune pari del motore con il sistema dell’additive manufacturing).

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“Attraverso l’avvio delle iniziative nella Casa delle tecnologie di Bari, in quella di Taranto appena avviata e nel prossimo futuro attraverso l’avvio di un incubatore di imprese vogliamo operare direttamente su giovani pugliesi, e non, guidarli e assisterli nello sviluppo delle idee di impresa e delle competenze applicative”, ha detto Giuseppe Acierno, presidente del Dta. “L’aver puntato su tecnologie emergenti (droni, satelliti, tecnologia produttive innovative) ha permesso di spingere verso l’alto la domanda e conseguentemente l’acquisizione di competenze dal mercato che fanno oggi della Puglia un luogo ideale per investimenti nel settore dell’’aerospazio”, ha aggiunto Acierno.

È invece un tema da affrontare quello collegato al rapporto tra offerta formativa e bisogni delle aziende, anche se come emerge dal rapporto di Arthur D. Little si tratta di un tema nazionale. “Fin dalla nascita del Dta ci siamo concentrati sulla creazione di competenze e capacità di sistema diffuse in grado di sostenere la crescita dell’impresa locale e l’attrazione di nuovi investimenti. È stata un’esperienza straordinaria e piena di risultati, come emerge da tanti laureati che hanno trovato occupazione in Puglia. Oggi tuttavia fronteggiamo una criticità globale, la mancanza di competenze quantitativamente in grado di sostenere sviluppo di tecnologie ,mercati e servizi. Ancora una volta bisogna sottolineare come il tema della competitività italiana, non solo pugliese, necessiti di politiche e azioni in grado di superare questo gap tra domanda ed offerta. Se a ciò non si metterà mano finiremo ai margini e priveremo tanti giovani energie della possibilità di lavorare e concorrere al progresso della nostra comunità”, ha concluso il presidente del Distretto tecnologico aerospaziale.

di Oronzo Martucci

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